14 Ottobre 2024
Home Via d’Amelio e la verità insabbiata (sia prima che dopo). Ma che giustizia è?

2 thoughts on “Via d’Amelio e la verità insabbiata (sia prima che dopo). Ma che giustizia è?

  1. Questo articolo é basato su due concetti: – la Procura di Palermo non si mise di traverso…..; Ingroia partecipò a una conferenza con un “uomo d’onore riservato”………Poi, tutto un giro di parole per ritornare sempre agli stessi concetti. Sono due fatti che non costituiscono reati e non sono rilevanti ai fini di tutta l’ingiustizia di cui scrive! Se questo è giornalismo?

  2. Questo articolo si basa sulle dichiarazioni dell’avvocato Ingroia, pubblicate da Adnkronos: “Alla Procura di Palermo al pentimento di Scarantino non credette nessuno.Le sue dichiarazioni vennero subito ignorate nonostante cercasse di accreditarsi. Lo so bene perché nel pieno del processo Contrada e a inizio delle indagini su Dell’Utri e Berlusconi Scarantino fornì degli spunti apparentemente appetibili, parlava di coinvolgimenti di Contrada e Berlusconi in traffici di stupefacenti. Erano dichiarazioni totalmente non riscontrate, non c’erano elementi per essere certi che fossero intenzionalmente depistanti e noi le archiviammo”. Per “rispetto del lavoro che stava facendo Caltanissetta”, che su Scarantino e la sua collaborazione aveva puntato, “la Procura di Palermo non si mise di traverso. Se fosse stata utilizzata la stessa professionalità e lo stesso rigore Scarantino non sarebbe mai diventato un collaboratore di giustizia”.
    Orbene, visto che la Procura di Palermo aveva così valutato Scarantino, per quale motivo “non si mise di traverso” e – ancor peggio – nel lontano 1995 contribuì a smentire la ritrattazione di Scarantino, definendo “documenti inquinati”, prima tra tutti quella lettera della moglie del pentito che indica il questore di Palermo Arnaldo La Barbera come un “carnefice” e un “seviziatore”? https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/07/29/caso-scarantino-ora-indaga-anche-palermo.html
    Vogliamo anche dimenticare che la stessa Procura aprì un’indagine? Vogliamo dimenticare che – seppur avendo valutato negativamente Scarantino – la ritrattazione del “pentito” e l’esposto della moglie vennero spacciate come pressioni di “cosa nostra” avallando l’operato dei magistrati di Caltanissetta?
    Delle due una: O la Procura di Palermo ha creduto a Scarantino, con la stessa professionalità e lo stesso rigore di Caltanissetta (e quindi Ingroia non ha accuse da muovere ai magistrati di Caltanissetta) oppure, consapevole di quanto falso fosse il pentito, ne supportò le dichiarazioni.
    Decida Lei quale delle due possibilità ritiene più veritiera.
    Senza considerare che, come recita l’articolo 331 del codice di procedura penale, “i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell’esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di un reato perseguibile di ufficio, devono farne denuncia”.
    Le presunte calunnie – che oggi è sancito da sentenza non furono tali – mosse da Scarantino e dalla moglie, oggetto di indagini da parte dei magistrati palermitani, non avrebbero dovuto portare a procedimenti penali a loro carico?
    Calcara, è un caso a parte. L’avvocato Ingroia, allora magistrato di punta dell’antimafia palermitana, partecipò al convegno con l’ “uomo d’onore riservato” dopo che già sentenze, deposizioni e verbali d’interrogatorio di tanti pentiti, lo avevano dipinto come soggetto mendace e mai appartenuto a “cosa nostra”. Non ritiene che la presenza dell’allora procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia, accreditasse agli occhi dell’opinione pubblica il Calcara? Legga inoltre la dichiarazione di Ingroia quando il convegno andò deserto: “Immagino che, quando ne avrà notizia, Matteo Messina Denaro ne sarà contento” http://www.castelvetrano500firme.it/2011/01/pentito-calcara-il-no-dei-presidi-e-le-dichiarazioni-di-antonio-ingroia-e-manfredi-borsellino/
    Eh no, Matteo Messina Denaro era già contento da prima e forse lo sarebbe stato ancor di più se la sala fosse stata stracolma di spettatori. Non bisogna infatti dimenticare nè quello che dissero i collaboratori di giustizia su Calcara, nè il fatto che lo stesso non face mai il nome di Matteo Messina Denaro che proprio durante quel periodo organizzava le stragi: https://www.tp24.it/2016/05/03/antimafia/massimo-russo-calcara-non-ha-fatto-mai-parte-di-cosa-nostra/100016
    Nessun reato, dunque, da parte dell’avvocato Ingroia, ma quantomeno una questione di opportunità, visto che un procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia dovrebbe meglio valutare chi sono i soggetti con i quali prende parte a un convegno, tanto più se già oggetto di sentenze che ne dichiarano l’inattendibilità
    Le chiedo invece, se Lei fosse stato ingiustamente accusato e fosse stato condannato, altrettanto ingiustamente, alla pena dell’ergastolo; se avesse trascorso lunghissimi anni di ingiusta carcerazione, cosa direbbe oggi se un ex magistrato le dicesse che avevano capito quanto inattendibile fosse il suo accusatore, ma che non fecero nulla per rispetto a quei magistrati che credevano nel finto pentito?
    N9on ritiene sia stata un’ingiustizia? Beato Lei, lo vada a chiedere a chi marcì per decenni in un carcere a seguito di un’ingiusta condanna, magari le esprimerà un’opinione diversa dalla Sua, con qualche augurio che certamente non Le farà piacere…
    Cordialmente
    Gian J. Morici

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