Momenti surreali quelli vissuti nella tarda mattinata di ieri al Palazzo di Giustizia di Palermo, dove si è tenuta l’udienza del processo scaturito a seguito della querela sporta dal professore Antonio Vaccarino, che vede imputati per diffamazione il pentito Vincenzo Calcara e il giornalista Gianfranco Criscenti.
I fatti sono quelli relativi a un convegno tenutosi presso il teatro Selinus di Castelvetrano – con il Calcara, nella qualità di “conferenziere” -nell’ambito del progetto “Educhiamo alla legalità”, che vide la partecipazione dell’allora procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia.
In quella circostanza, la mancata partecipazione delle scolaresche portò il procuratore Ingroia a dichiarare alla stampa che la decisione dei presidi di non far partecipare gli studenti appariva assurda e che si avvertiva più la presenza del latitante Matteo Messina Denaro che quella del Giudice Paolo Borsellino alla cui memoria era dedicato l’incontro.
Nel corso del convegno, tenutosi in un teatro semideserto, il pentito Calcara tornò a reiterare gravi accuse nei confronti di Vaccarino che era presente in sala. Accuse mosse in precedenza dallo stesso Calcara e dalle quali il professor Vaccarino era stato già assolto.
Prima che ieri iniziasse l’escussione dell’avvocato Antonio Ingroia – non più magistrato – per ricostruire quanto avvenuto, il giudice ha formulato la richiesta a Vaccarino, presente in aula e difeso dall’avvocato Giovanna Angelo, sull’eventuale possibilità che lo stesso rinunciasse al proseguo del processo.
Lapidaria la risposta di Vaccarino che nel negare la disponibilità alla remissione della querela ha precisato come la stessa avesse una ben più nobile motivazione che non quella di perseguire il Calcara – nonostante le affermazioni diffamatorie lesive della sua dignità – essendo funzionale a far luce sulle stragi del ’92 che portarono all’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino e delle rispettive scorte.
Nel corso dell’udienza è stato dunque sentito Ingroia che ha risposto alle domande dell’avvocato Sbacchi del foro di Palermo, difensore del giornalista Criscenti.
Sbacchi ha chiesto a Ingroia se ricordasse di aver partecipato, insieme al Calcara, all’incontro a Castelvetrano. Alla domanda, l’avvocato Ingroia ha risposto affermando di aver partecipato sì a quell’incontro, ma di non averne un nitido ricordo. Alla domanda successiva su chi avesse organizzato il convegno, ha risposto che lo stesso era stato organizzato dal Criscenti e di essere stato invitato da lui a prendervi parte nella qualità di magistrato, ma di aver avuto qualche perplessità in merito alla partecipazione del pentito Calcara nella qualità di “conferenziere”. Tanto più che Calcara era già stato condannato a seguito di altri procedimenti penali.
Sbacchi ha dunque chiesto ad Ingroia se la sua partecipazione al convegno fosse stata sollecitata o comunque concordata con altri magistrati, ottenendo in risposta che si era trattata di una sua libera scelta non sollecitata ne concordata con altri.
Verrebbe dunque da chiedersi come poteva apparire assurda la decisione assunta dai presidi di non far partecipare le scolaresche, se lo stesso magistrato che prendeva parte al convegno aveva delle perplessità al parteciparvi, vista la “qualità” del “conferenziere” Calcara.
Una partecipazione inopportuna anche alla luce del fatto che l’allora procuratore aggiunto conosceva il Calcara poichè fin dall’inizio del suo pentimento ne aveva seguito il percorso come collaboratore di giustizia, continuando a seguirlo anche successivamente.
Calcara, che di recente ha tentato di addebitare la responsabilità delle sue esternazioni al giornalista Criscenti, non era presente in aula. Momenti surreali quelli vissuti ieri al tribunale di Palermo, dove l’impressione che se ne è avuta era quasi quella che tutta la responsabilità dell’accaduto fosse di Criscenti, poiché successivamente al gioco a scaricabarile del Calcara, si è assistito alla deposizione di Ingroia che ha dichiarato le proprie perplessità a prendere parte all’evento organizzato dal giornalista. Perché dunque si era meravigliato così tanto dei presidi che non avevano permesso alle scolaresche di partecipare al convegno?
Nonostante il ricordo non nitido dei fatti, il balletto delle responsabilità e le contraddizioni in merito all’opportunità a prender parte o meno a quell’incontro, qualche elemento utile è comunque emerso. Appare infatti evidente un allontanamento dalle posizioni di Calcara, la cui credibilità vacilla sempre di più.
Gian J. Morici
Che dire? Sono stato richiamato dal vicedirettore del’Ufficio Scolastico Regionale e convocato a Palermo dall’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione per giustificare la mia decisione di non far partecipare gli studenti alla conferenza di uno pseudopentito, che non ha niente da insegnare. In seguito a quella dolorosa esperienza ho deciso di chiudermi nella mia “turris eburnea” e dedicarmi alla lettura e ai miei nipoti.