A scrivere al Presidente della Regione Siciliana, Giuseppe Ciminnisi, figlio di Michele, ucciso per essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato una delle tante vittime innocenti di quel cancro che si chiama Mafia.
Egregio Sig. Presidente, mi rivolgo a lei a nome mio e di tantissimi familiari delle vittime innocenti di mafia. Tempo fa ci siamo incontrati a Sciacca, ma sicuramente lei non si ricorda. Oggi che lei è Governatore della Sicilia, noi familiari di vittime innocenti di mafia, chiediamo a lei di volere intervenire e fare sentire la sua voce affinchè si arrivi all’equiparazione delle vittime di mafia a quelle del terrorismo mafioso. Come lei ben sa, da anni lottiamo per un nostro sacrosanto diritto, in uno Stato che dovrebbe dare pieno sostegno a chi la mafia ha distrutto la famiglia, a chi ogni giorno si trova ad affrontare la vita con difficoltà, a chi ha passato una vita come la mia ad inseguire i responsabili per farli processare e condannare. Ho speso 32 anni della mia vita per arrivare a questo, impegnando anche l’anima per dare giustizia a mio padre morto da innocente, senza un perchè, solo per trovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato. Oggi rifletto pensando a chi come me ha sofferto le pene dell’inferno, a chi ha lottato per avere un po’ di giustizia, a chi tutt’oggi giustizia non ne ha avuta, gridando al vento per chi costretto a vivere in uno Stato che oggi ti fa sentire cittadino di serie B, creando differenze e discriminazioni tra vittime.
Forse se i nostri cari fossero nati a Firenze, Roma o altrove, purchè non in Sicilia, sarebbero stati riconosciuti vittime del terrorismo mafioso. I nostri cari politici in passato si sono sempre sottratti ai nostri incontri, alle nostre richieste. Forse perchè noi siamo quelli dove organizziamo manifestazioni antimafia e di principi di legalità. È per loro un problema fare capire che sono con noi? È un problema per molti politici siciliani stare dalla parte delle vittime? Mi creda, si prova tanto dolore per uno Stato che non ti riconosce… Anche lei ha conosciuto il volto della mafia. L’ha visto in faccia e dovrebbe dunque capire, forse come noi, cosa vuol dire…
Nel corso degli anni, ho conosciuto decine e decine di familiari delle vittime. Li ho cercati ad uno ad uno. Ci sono tantissime storie delle quali nessuno ha mai parlato. Forse perchè non sono nomi eccellenti, forse perchè non bisogna far sapere alla gente la sofferenza che c ‘è. Forse perchè non bisogna far sapere quello che ha fatto ‘cosa nostra’.
Conoscendo altri che hanno vissuto il mio stesso dramma, ho avuto modo di frequentarli, di conoscere i loro familiari, di andare a trovarli nelle loro case. In quelle case ho visto la disperazione. E, a volte, troppe volte, anche l’impossibilità di provvedere al sostegno della famiglia, perchè le lentezze della burocrazia portano anche ha questo. Sarebbe bello se oggi lei in qualità di Presidente della Regione incontrasse questa gente che è rimasta in silenzio, stretta nel dolore profondo. Un incontro, un semplice gesto per fare sentire un Presidente della Regione vicino. Per farci sentire che non siamo soli, percheè di solitudine e disperazione ne abbiamo già conosciute abbastanza.
Restiamo fiduciosi del suo pieno sostegno, della sua vicinanza a noi familiari di vittime innocenti.
Con stima
Giuseppe Ciminnisi