di Silvio D’Auria
PALERMO – Dal cassiere al collaboratore amministrativo, dal vecchio funzionario all’ex dirigente in pensione, anche due imprenditori. Buona parte di essi sono donne. Gravi le accuse: “Peculato, truffa aggravata nei confronti dello Stato, turbata libertà degli incanti, falsità materiale e ideologica”. Avrebbero “canalizzato” fondi pubblici sui propri conti correnti altrimenti destinati ad imprese e professionisti privati. E non solo a loro.
Operazione “Iban”, appunto, portata a termine oggi dai Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, nata dall’inchiesta della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano e coordinata dai Pubblici Ministeri Leonardo Agueci e Alessandro Picchi. Quindici in tutto le persone ritenute responsabili della truffa ai danni della Regione Sicilia. Al centro dell’indagine denaro pubblico che sarebbe dovuto servire a pagare forniture e prestazioni resi all’Assessorato alla Formazione Professionale della Regione. Sotto le lente di ingrandimento dei magistrati anche le buste paga dei dipendenti dell’Assessorato. Si sarebbero appropriati, in alcuni casi, di soldi destinati a progetti ed iniziative di legalità. E’ quanto rivela il Procuratore Capo di Palermo: “Pure i fondi destinati a manifestazioni di legalità in memoria del Prefetto Dalla Chiesa – dice Francesco Messineo – sono stati oggetto di distrazioni illegali da parte dei dipendenti infedeli”.
Sottoposti a indagini preliminari nel procedimento penale della Procura palermitana in quanto dipendenti infedeli “dalle lunghe mani” assieme a due imprenditori, oggi sono stati tutti destinatari di provvedimenti restrittivi della libertà personale. Due di loro in carcere, gli altri agli arresti domiciliari perché accusati di reati relativi a fatti commessi fra il 2009 e il 2011. Peculato, truffa, turbativa, falsità materiale e ideologica. Un insieme di condotte penali finalizzata alla sottrazione di fondi della P.A. destinati invece a saldare fatture emesse da imprese e professionisti privati, nei rapporti contrattuali con la Regione Sicilia per forniture di beni e prestazione di servizi. Nella medesima inchiesta buste paga “gonfiate” da straordinari mai svolti dai dipendenti dell’Assessorato alla Formazione Professionale. E poi soldi “spariti” che dovevano sostenere iniziative di legalità, progetti educativi e di sensibilizzazione scolastica in memoria del Generale C. A. Dalla Chiesa, il Prefetto di Palermo ucciso dalla mafia assieme alla moglie nel capoluogo siciliano, il 3 settembre del 1982. In altre parole, soldi pubblici che finivano, attraverso un ben collaudato sistema-truffa ai danni della Regione, nelle tasche degli indagati, più precisamente nei loro conti correnti. Non a caso l’Operazione, con cui oggi si sono materializzati i quindici gli arresti eseguiti dai Carabinieri di Palermo, è stata denominata “Iban”. La stima della truffa, secondo la Procura, ammonta a 500mila euro.
Nell’elenco degli indagati anche i nomi di Concetta Cimino dirigente regionale e di Emanuele Currao funzionario direttivo. Dopo le denunce dell’ex dirigente generale della Formazione, Ludovico Alberti, e del dirigente del Dipartimento Affari Generali, Marcello Maisano, la Procura della Repubblica avvia le indagini e porta alla luce il meccanismo della truffa. La Procura della Corte dei Conti siciliana ha già citato in giudizio Currao, funzionario dell’area Affari Generali del Dipartimento dell’Istruzione e della Formazione Professionale della Regione, destinatario di un provvedimento di sequestro conservativo di 7mila euro eseguito dal Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo. Avrebbe “gonfiato” il proprio conto corrente con 85mila euro che servivano a pagare fornitori-creditori della Regione. Era riuscito ad entrare nel sistema informatico per disporre i mandati di pagamento con le “credenziali” di accesso della dirigente Maria Concetta Cimino, nel periodo durante il quale fu sospeso dal servizio per sei mesi. Un provvedimento disciplinare deciso a seguito del suo coinvolgimento nell’inchiesta dei magistrati contabili.
Ecco i nomi delle persone coinvolte nell’operazione di oggi: Emanuele Currao, 46 anni di Palermo funzionario direttivo dell’amministrazione regionale, finito dietro le sbarre del carcere “Pagliarelli” assieme all’imprenditore Mario Avara, 49 anni di Palermo. Arresti domiciliari invece per: Concetta Cimino, 67 anni di Caltanissetta dirigente dell’amministrazione regionale in pensione, Federico Bartolotta, 60 anni di Palermo istruttore direttivo regionale, Vito Di Pietra, 43 anni di Palermo collaboratore regionale, Giuseppina Bonfardeci, 51 anni di Palermo istruttore direttivo regionale, Giampiero Spallino, 43 anni di Palermo collaboratore amministrativo regionale, Carmelo Zannelli, 46 anni di Palermo collaboratore amministrativo regionale, Michele Ducato, 54 anni di Palermo funzionario direttivo regionale, Marcella Gazzelli, 48 anni di Palermo collaboratore amministrativo regionale, Marco Inzerillo, 49 anni di Lucca Sicula (Ag) funzionario direttivo regionale, Gualtiero Curatolo, 47 anni di Palermo cassiere regionale, Maria Concetta Rizzo, 49 anni di Palermo istruttore direttivo regionale, Maria Antonella Cavalieri, 52 anni di Palermo istruttore direttivo regionale. Infine arresti domiciliari per Amedeo Antonio Filingeri , imprenditore di 51 anni originario di Borgetto (Pa).