Superata la questione dell’uguaglianza dei diritti, con le donne che vedono accresciuta la loro presenza nel mondo del lavoro e nella vita culturale, il binomio donne e politica continua ad apparire caratterizzato da una notevole conflittualità.
Ad avvicinare quelli che sembrano ancora due mondi distanti tra loro, allo scopo di favorire la partecipazione al voto e il dialogo con le forze politiche, è l’ A.N.D.E (Associazione Nazionale Donne Elettrici).
Un’associazione fondata nel 1946 a Roma da Carla Orlando Garabelli, che si poneva come obiettivo quello di “acquisire e far acquisire maggiore coscienza politica” (dal primo articolo dello Statuto) agli elettori e soprattutto alle elettrici che ottennero, proprio nel 1946, il diritto di voto.
Anche ad Agrigento è presente una sezione dell’associazione, che conta oltre 40 iscritte, che credono nella necessità di una maggiore partecipazione delle donne alla politica, affinchè si formi un elettorato femminile maturo e indipendente, capace di esprimere un voto consapevole.
L’occasione, anche in previsione delle prossime elezioni amministrative ad Agrigento, è stata quella del 19 gennaio, quando presso l’Hotel Colleverde si è tenuto incontro organizzato dall’Ande avente come tema “Bilancio sociale di Agrigento”.
A presentare l’iniziativa, la Presidente dell’A.N.D.E. Agrigento, Floriana Di Pietra, alla quale abbiamo posto qualche domanda.
– Presidente, lei rappresenta un’associazione di sole donne, che nonostante esista da oltre 60 anni, alcuni considerano come associazione femminista…
– L’associazione che mi onoro di rappresentare, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è un’associazione ‘femminile’ e non femminista. Alla stessa maniera, è doveroso precisare che l’A.N.D.E. pur essendo un’associazione politica, è assolutamente apartitica. Prova ne sia, la presenza di donne elettrici iscritte all’associazione, provenienti dalle diverse aree politiche.
– Se come lei dice l’associazione è apartitica, qual è il ruolo che vi proponete di avere in vista dell’imminente campagna elettorale?
– Il nostro ruolo è quello di partecipare alla formazione di una cultura politica che vede nel cittadino portatore di istanze e di richieste di democrazia partecipativa, il soggetto il cui diritto va tutelato. Il cittadino attivo, ha infatti il diritto/dovere di partecipare nella selezione della classe dirigente politica, e questo può avvenire soltanto se si raggiunge un livello di maturità tale da poter esprimere un voto consapevole.
– In occasione delle imminenti elezioni, stiamo assistendo ad un proliferare di associazioni che si propongono quali portatrici di proposte o nuovi progetti per amministrare Agrigento…
– Si tratta solo di un escamotage elettoralistico… Progetti del genere, andavano pianificati molto prima… A dire il vero, ad Agrigento già due o tre anni fa, c’era una formazione organizzata per formalizzare un progetto per la città, affinchè i politici si accostassero e venissero dietro ai cittadini e non viceversa. Un progetto propositivo di democrazia partecipativa, che obbligasse la classe politica a meglio comprendere le necessità dei cittadini e del territorio, rispondendo con interventi calibrati che ne tenessero conto. Poi, non se n’è fatto nulla…
– Cosa vi proponete di fare in occasione di questa campagna elettorale?
– Come vede, il tema dell’incontro di questa sera, è il “Bilancio sociale di Agrigento”. È un incontro finalizzato all’acquisizione di dati che consentano di avere una chiara idea di quale è la realtà agrigentina sotto il profilo socio/economico, che diventa uno strumento indispensabile di consapevolezza e di gestione, per la pianificazione di un progetto per la città. Questi dati, li presenteremo ai candidati, di modo che gli stessi ci dicano come intendono muoversi. Un lavoro per la città e per i cittadini che hanno diritto e interesse a conoscere gli effetti e le ricadute che un’amministrazione andrà a produrre. Di conseguenza, i nostri amministratori, nel rendere conto dei delle loro intenzioni e degli effetti che le stesse andranno a produrre, non possono esimersi dal coinvolgere la cittadinanza attiva. Resterà poi da verificare il raggiungimento del risultato raggiunto, valutando eventualmente la possibilità di introdurre ulteriori interventi.
A relazionare al meeting, Gerlando Piro, Direttore dell’Inps, che ha illustrato il bilancio sociale dell’ente rappresentato, mostrando uno spaccato di quello che è la realtà agrigentina sotto il profilo degli aspetti dei quali ha competenza l’ente. Tra gli argomenti trattati, l’inoccupazione, le pensioni di invalidità, le possibilità ricettive che offre la nostra città etc.
Una realtà, quella agrigentina, che alla luce dei dati acquisiti appare in tutta la sua drammaticità.
Purtroppo, la sopraggiunta impossibilità di partecipare al meeting, da parte del rappresentante dell’Agenzia delle Entrate, non ha consentito ai presenti di acquisire un altro dato molto importante per chi si propone di andare ad amministrare Agrigento. Per potere pianificare un progetto a misura della nostra città, è infatti determinante conoscere il dato relativo allo sviluppo economico, che deve tenere conto del tenore di vita e del gettito fiscale dei suoi abitanti.
Il sommerso – in considerazione del fatto che Agrigento è sempre tra le ultime città d’Italia, ma è anche tra le prime per la presenza di sportelli bancari o enti finanziari – sembra raggiungere nella nostra città picchi notevoli. E questo, è un fenomeno che non può essere sottovalutato. In particolar modo in momenti di crisi come quello che stiamo vivendo.
gjm