Mentre girovago per la città mi è capitato spesso di imbattermi in manifesti pubblicitari di varie e diverse scuole di danza, in coincidenza, inizia una famosa trasmissione che ha riportato in auge proprio la danza e soprattutto, ha portato “i maschi” all’interno delle scuole di danza.
È un periodo questo in cui quella che viene definita oggi “arte”, la danza, nelle sue diverse forme, aleggia costantemente nell’aria, nel corpo e nella mente.
Questo mio scritto non vuole essere una descrizione di un approccio terapeutico quale la Danza Movimento Terapia, ma vuole descrivere il valore estetico, artistico, sociale nonché psicologico che la danza assume per l’individuo.
È possibile immaginare un mondo senza danza? Quando penso questo, inevitabilmente la mia mente pensa ad uno spezzone del film “In &Out”, e precisamente, a quando il protagonista, per saggiare il suo essere omosessuale, ascolta un cd che descrive le modalità comportamentali del vero “uomo”, regole, che cerca di seguire scrupolosamente, ma…, quando s’imbatte nell’ascolto di “I Will Survive” di Gloria Gaynor, non resiste, il suo corpo vibra, sente un desiderio irrefrenabile di muoversi, di scatenarsi, di liberare la sua energia, in poche parole di Ballare.
Tutti balliamo, danziamo, muoviamo a ritmo di musica il nostro corpo, balliamo quando siamo felici, balliamo quando siamo tristi, è un istanza innata!
La sorgente creativa abita nel corpo e scaturisce attraverso il movimento fisiologico, aderente ai princìpi delle leggi fisiche ed archetipiche dell’essere umano. La danza è il linguaggio poetico del corpo, attraverso di essa si condividono delle esperienze, emergono emozioni “nascoste”, si sviluppa la consapevolezza del proprio corpo, dello stile motorio personale e della propria presenza nel mondo; si esplorano, si sperimentano, si apprendono e si integrano stili motori altri pervenendo alla differenziazione dell’altro e alla consapevolezza di sé.
L’uso del corpo come mezzo per comunicare ed esprimersi rende la danza fondamentalmente unica nella sua valenza etico-estetica: attraverso il coinvolgimento di tutta la persona (corpo, mente ed emozioni). La danza è, perciò, prima di tutto, un linguaggio non verbale in cui la persona è strumento e creatore allo stesso tempo: è un linguaggio emergente dal corpo, dal movimento, ma anche dal suono, dallo spazio e dalle loro relazioni, capace di trasformare contenuti interiori in forme dinamico-simboliche esteriori. La danza è una forma d’esperienza artistica e il movimento è il suo sensibile mezzo d’espressione. La danza, infatti, trova la sua più corretta collocazione storica e culturale nell’ambito dell’educazione alle arti, area del sapere in cui la danza non è sola, ma concorre, congiuntamente alle altri arti, a sviluppare un insieme significativo di attitudini e competenze. Lo studio delle arti, di tutte le arti, aiutano a sviluppare modalità di percezione, di pensiero e relazionali che si differenziano da quelle delle altre discipline: un pensiero non lineare e rigidamente strutturato, ma piuttosto flessibile, divergente, intuitivo, che nasce dai sensi per giungere all’immaginazione e all’astrazione.
La danza riesce a conciliare lo sviluppo motorio con quello espressivo e comunicativo, in quanto coinvolge l’intera persona nell’atto simultaneo di muoversi, sentire e pensare. Essa elicita la nostra sensorialità e favorisce l’evoluzione della nostra espressività migliorando la relazione con noi stessi e nell’incontro con l’altro.
Danzando il bambino impara a conoscere il proprio corpo e ad usarlo come mezzo di comunicazione con gli altri, scopre che la qualità del movimento varia a seconda delle emozioni provate ed è strettamente collegata allo spazio usato, alla musica, al ritmo e alle persone che lo circondano. Una buona consapevolezza dell’esperienza corporea può essere importante sia nel risolvere piccoli
problemi quotidiani (far fronte alle tensioni, comprendere i sentimenti e quindi modellare le relazioni), sia per problemi più profondi riguardanti il sé, la confusione di identità, i conflitti emotivi o un senso di frammentazione. L’interesse verso il corpo è diretto essenzialmente all’”esperienza” che l’individuo fa del suo corpo, vale a dire il “come” la persona si esprime o contatta l’ambiente. La stessa “struttura corporea di adattamento” può esser vista come una “conversazione cristallizzata” o un dialogo tra parti del sé in conflitto, in cui il confronto tra le due parti è rimasto “congelato in un equilibrio di potere” dove una parte ha acquistato supremazia sull’altra.
L’esperienza di danza va dal contatto corporeo alla consapevolezza corporea, all’organizzazione di patterns motori adeguati per “incarnare”, dare forma ed espressione alla poetica delle emozioni. Attraverso la danza è possibile esprimere la nostra identità relazionale in quanto entriamo nell’intimo della nostra esperienza corporea, una dimensione dove le parole della nostra mente diventano lo sfondo della nostra esistenza, mentre, iniziano a fare figura le “parole” del corpo, quelle incarnate e che richiamano l’integrità corpo-anima.
Nel mio lavoro clinico porto avanti un progetto dal titolo, appunto, “Emozioni in Danza” rivolto ai bambini di età compresa tra 0-10 anni, con o senza i genitori, la finalità del laboratorio è quello di migliorare la naturalezza del movimento, allo scopo di coinvolgere emozionalmente i danzatori, nel senso di risvegliare sensazioni, idee, emozioni che possano essere manifestate nel corpo, nel gesto, nel contatto e nelle forme espressive così da scaturire in coreografie dense di senso e significato per chi le abbia create.
Dott. Irene Grado
Psicologa-Psicoterapeuta della Gestalt
Esperta in Psicodiagnosi Forense
Trainer di psicoprofilassi al parto: metodo Spagnuolo Lobb
Contatti: 338-9908067 e-mail: ire.gr@libero.it