Le anticipazioni di tre articoli di Alida Amico, per Centonove di questa settimana, legati a note vicende o personaggi agrigentini.
“Abbatteremo, anche senza le autorizzazioni della Soprintendenza…”
Inizia così l’articolo dal titolo “Agrigento, scontro sull’Itria”, con il quale la Amico narra ai lettori della “battuta” del sindaco Marco Zambuto –che è solo la punta dell’iceberg. Ma denota il clima di nervosismo (se non di scontro), con cui si va avanti negli interventi di messa in sicurezza degli immobili instabili e traballanti del centro storico. L’ultimo battibecco, tra il Comune e la Soprintendenza guidata da Pietro Meli, riguarda la cosiddetta messa in sicurezza della ex chiesa dell’Itria del 300’. Un “rudere” di pregio ( che richiama Spasimo di Palermo), per il quale il Comune di Agrigento ha presentato un progetto – secondo gli uffici della Soprintendenza – incompleto e frettoloso. In cui sono previste una serie di demolizioni murarie, che invece per la Soprintendenza, andrebbero adeguatamente mantenute. Anzi, sarebbero “indispensabili” per la conservazione globale di ciò che rimane della ex chiesa.
A spiegare la posizione della Soprintendenza, il Soprintendente Pietro Meli, al quale fa eco il Sindaco Marco Zambuto che fa notare come “la conservazione di un bene non può prevalere sulla salute delle persone…”
Altro tasto dolente toccato nell’articolo della Amico, la rimozione delle macerie del seicentesco palazzo Lo Jacono Maraventano, schiantatosi al suolo all’alba di Pasquetta, lo scorso 25 aprile…
Di prescrizioni sul recupero delle macerie, lamenta il vice sindaco, Massimo Muglia, che punta sull’argomento denaro e sugli 800 mila euro che servono per i lavori.
Sos per via Empedocle. Bocciato anche il raddoppio della via Empedocle…
Risponde il soprintendente Meli evidenziando come il progetto avrebbe danneggiato le presenze monumentali…
Tra l’altro – aggiunge Meli – durante una conferenza di Legambiente, l’unica voce possibilista sulla realizzabilità della riqualificazione dell’area, mediante un progetto opportunamente modificato, fu la Soprintendenza. Mentre gli stessi assessori comunali presenti – rammenta – si dichiararono quasi disinteressati alla realizzazione del raddoppio…”
Il sindaco Zambuto, però teme che le “prescrizioni” richieste dalla Soprintendenza, possano fargli perdere i 6 milioni di finanziamenti. Arnone contro lo “scippo”. Intanto, la recente scelta del ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, di destinare 2 milioni e 300 mila euro – su sollecitazione del Guardasigilli Angelino Alfano – per un intervento sugli “ipogei” (il sottosuolo agrigentino), ha scatenato le ire del consigliere comunale del Pd, Peppe Arnone…
Mentre Lillo Miccichè, segretario provinciale di Sel, per la messa in sicurezza dei monumenti agrigentini, invoca l’intervento della Protezione civile nazionale. ”Bisogna togliere di mano al sindaco ed al Comune – dichiara Miccichè – ogni intervento sul centro storico. Intervenga per tutti i monumenti pericolanti di Agrigento, ed anche per la chiesa dell’Itria, la Protezione civile…
Il sindaco Zambuto, nel frattempo batte cassa a Palermo…
Pd, si cercano alleati
L’epilogo del “parlamentino” regionale dei democratici siciliani, era già quasi scontato. Nonostante l’attesa per l’evento politico di domenica 19 giugno all’hotel San Paolo Palace – come ha ricordato il deputato regionale siracusano Roberto De Benedictis – fosse per la politica nostrana, l’equivalente del meeting di Pontida, in corso lo stesso giorno, per le sorti del governo nazionale. Dopo la no stop palermitana, con oltre 7 ore di interventi tutti di fila, la “decisione” dell’assemblea regionale del Pd, è dunque arrivata. La maggioranza del partito – che domenica pomeriggio ha approvato la relazione del segretario regionale Giuseppe Lupo – propone la fine del governo “tecnico” e la nascita di quello politico. Evento suggellato da un’ alleanza strategica con i partiti del Terzo polo e le forze progressiste (Idv, Sel). Nonostante quest’ultime, si siano già espresse negativamente, anticipando la loro reciproca incompatibilità alla convivenza. Ma, come ha rassicurato il capogruppo Antonello Cracolici – insieme al senatore ennese Mirello Crisafulli i due principali “mattatori” della assise democratica siciliana – non sempre “ciò che appare è”…
Gli interventi degli esponenti del partito. Da Speziale a Mirello Crisafulli a “Peppino il breve”. Il segretario Peppe Lupo e la sua stringata relazione (seguita da altrettanta sobria conclusione), sullo scottante tema referendario…
Partito da cambiare Il Pd siciliano, è l’unico a prevedere il referendum sulle scelte politiche di partito. Forte zelo democratico? Forse che sì, forse che no…
Separati in casa. Netto il giudizio di Cracolici: il Pd in Sicilia – ha detto – è un partito di “separati in casa”, con rischi di un “feudalesimo diffuso”…
Ancora una volta, la elezione del presidente dell’assemblea regionale è slittata (per mancanza di accordo tra le varie “anime” )…
Se una parte del gruppo dirigente (Lupo e Cracolici in testa), reputano i recenti “ballottaggi” una “vittoria” per il Pd (avendo eletto 6 sindaci su 11), per gli altri ( i vari Bianco, il sindaco di Caltagirone Francesco Pignataro, Crisafulli,etc.), il Pd, ha avuto un “tracollo”. Tutta colpa, secondo loro, dell’appoggio al governo Lombardo ( più che alle situazioni locali). Pignataro, ha iniziato il suo intervento scandendo le “cifre” della disfatta.
Ed in fondo alla sala, al parlamentare agrigentino Angelo Capodicasa (come Pignataro sul fronte anti Lombardo), fischiavano le orecchie…
Silenzio, parla Mirello
”Perché occorre pensionare i “Bassolini di Sicilia”: Crisafulli, Capodicasa, Finocchiaro, Burtone, Bianco, etc.” I due fogli patinati, fatti circolare durante l’assemblea regionale dal consigliere comunale agrigentino, Peppe Arnone, stavolta erano allargati anche alla senatrice catanese Anna Finocchiaro( ed ai suoi rapporti con il Pm catanese Giuseppe Gennaro). Mirello Crisafulli, che durante i lavori si era acquartierato nelle ultime file della sala dell’hotel San Paolo – in compagnia del sindaco di Enna, Paolo Garofalo e del fedelissimo Filippo Cancarè, ex sindacalista della Cgil – ha colto la palla al balzo. E prendendo come spunto l’invito all’unità del partito, rivolto dal segretario Lupo, ha lanciato una “filippica” nei confronti del suo più accanito accusatore…
E’ un partito strano – ha rilevato Crisafulli – in cui ognuno fa ciò che vuole. Ed io, che ho una visione simile a quella di Cracolici – ha scherzato – forse perché veniamo dalla stessa bottega … non sono disposto a tollerare che si stia negli organismi senza tessera, che si può fare tutto, e la politica sia ridotta a senzalia…
Ad Enna, il Pd è Crisafulli. Il segretario Lupo – confidano gli anti crisafulliani – per intervenire su “Mirello”, avrebbe anche in mano alcune “carte” scottanti da giocarsi (di cui ad Enna, tutti ne hanno almeno una copia)…
Ma il senatore ennese, è molto protetto, soprattutto a Roma: dalla Finocchiaro e da Violante. A convincere l’allora segretario nazionale Veltroni a candidarlo al Senato – raccontano – fu proprio Anna Finocchiaro…
…segue in edicola…