Inquinamento marino, la Procura apre un’inchiesta. Grazie Arnone!

Agrigento – Chi l’avrebbe mai detto, che avremmo dovuto ringraziare il consigliere/ambientalista, per il contributo apportato in materia di inquinamento marino?

Eppure, non ci crederete, ma è così.

C’è qualcosa, che più si smuove e più puzza fa… E quel “mare sporco”, da decenni sotto gli occhi di tutti, grazie a Giuseppe Arnone è salito alla ribalta delle cronache ed è finito nel mirino della magistratura.

Già lo scorso anno, il tragicomico  sketch di un degustatore di acque marine aveva fatto ridere quanti hanno la fortuna di poter fare il bagno in un mare diverso da quello sanleonino, suscitando di contro l’indignazione degli agrigentini, costretti ad immergersi in quel brodo di coliformi fecali che è ormai da anni il nostro mare.

Ne seguì la scorpacciata di patelle – un metodo di analisi della qualità delle acque, invidiato dalle più prestigiose università del mondo -, che sancì la bontà di quello che fu dichiarato “un mare da bere”.

Grazie alla complicità di alcuni media, anche quest’anno il sempre più noto “consigliereambientalistassaggiatore”, ha riproposto la sua versione di un mare pulito.

Ne seguirono insulti e inviti a denunciare quanti nel lamentare le condizioni del nostro mare, ledevano l’immagine di Agrigento,  causando notevoli danni al turismo.

Giorni di infuocate conferenze stampa, interviste e comunicati – pubblicati forse da un solo giornale online -, che avrebbero dovuto far desistere chiunque avesse una diversa opinione da quella dell’ambientalista, che hanno finito con il suscitare l’indignazione della gente e le reazioni ad una situazione diventata insostenibile.

Nascono gruppi come quello degli “Inquinati agrigentini” su fb; si dibatte sulla bacheca di altri gruppi come quelli di “Agrigento Moderna e Civile” e  Comitato San Leone”; dilaga il malcontento e si organizza la protesta; arrivano le prime segnalazioni all’Autorità Giudiziaria.

Segnalazioni, alle quali, siamo certi, ne faranno seguito altre, visto che da più parti abbiamo appreso dell’intenzione di associazioni e cittadini di presentare esposti alla Procura e a NOE dei Carabinieri.

Segnalazioni, che forse non sarebbero neppure servite, visto il can can mediatico orchestrato dal consigliere, che non poteva non attirare l’attenzione degli inquirenti.

Così, più che denunciare chi attenta al turismo e al quieto vivere, a finire sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, è stato proprio quel mare che a giudizio di Arnone e di certa stampa, era così pulito che lo si sarebbe potuto bere.

Che sia la volta buona che si stabilisca la legittimità e liceità del trattamento di depurazione dei liquami fognari?

Che sia la volta buona, che si stabilisca la legittimità e liceità dei pennelli a mare, e, in particolar modo di quello dei Padri Vocazionisti?

Che sia la volta buona, che si accertino eventuali responsabilità in merito agli sversamenti di liquami fognari in prossimità della riva, a causa di perdite e danni subiti dalle condotte sottomarine?

Arnone, forse suo malgrado, pare abbia dato un notevole contributo affinchè vengano individuate le cause dell’inquinamento marino di San Leone.

Nel ringraziarlo, ci sorge però un dubbio: gli eventuali responsabili dei fenomeni d’inquinamento marino, una volta individuati dalla magistratura, saranno grati ad Arnone, così come lo siamo noi?

Registriamo intanto il silenzio  del consigliere/ambientalista e di qualche giornalistavvocatodifensored’ufficio”, che da quando si è sparsa la voce in merito ad una possibile inchiesta da parte della Procura, non hanno più proferito una sola parola in merito all’argomento.

Troppo tardi, c’è qualcosa che più si smuove e più puzza fa. E quella “qualcosa, ormai la si è già smossa troppo…

Gian J. Morici

P.S. Le immagini sono di repertorio

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