I Poliziotti non ci stanno e iniziano la loro battaglia contro l’INPS: prima un ricorso al Tar, poi la denuncia alla Corte Europea di Giustizia di Strasburgo per discriminazione. Infatti, per l’istituto di previdenza nazionale gli agenti della Polizia di Stato e quelli della Penitenziaria varrebbero meno dei loro colleghi carabinieri. Ai poliziotti viene applicata un’aliquota pensionistica del 2,33 per cento contro quella del 2,44 delle altre forze dell’ordine, specificità riconosciuta ai sensi dell’art. 19 della legge 4 novembre 2010 n. 183. In pratica, migliaia di euro in meno per pensionati considerati di serie B. Per l’Inps gli agenti della Polizia di Stato sarebbero impiegati civili o meglio una “polizia privata”. Il nodo sta nella smilitarizzazione della polizia, per cui nessuna indennità va per chi lavora in un ente a quanto pare considerato “privato”. A opporsi a quella che ritengono una «discriminazione inammissibile» è la neo costituita Associazione Pensionati della Polizia di Stato “Antiochia”. Sono tutti poliziotti del 94° corso dell’85, intitolato a Roberto Antiochia, l’autista del vicequestore Ninni Cassarà ucciso da un commando di mafiosi in quell’anno. A loro si sono uniti i colleghi di diversi corsi della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria, il cui status è il medesimo da un punto di vista pensionistico.
Ma perché ABBIAMO deciso di scendere in piazza e stare da quest’altra parte della barricata dove ci sono i nostri amici e colleghi in divisa?
Nel novembre 2021 due poliziotti portano l’Inps davanti alla Corte dei Conti della Puglia per il riconoscimento dell’aliquota del 2,44% art. 54 DPR 1092/73.
In aula l’ente si difende spiegando le «ragioni» della disparità verso i poliziotti. «Agenti della polizia di Stato e della Penitenziaria sono impiegati civili e non militari – sostiene l’avvocato Antonella Patteri -.Niente missioni, nessuna indennità per chi lavora in un ente «privato». Per usare le su parole “la polizia di stato è stata privatizzata”. L’asserita equiparazione degli appartenenti alla polizia di Stato ai militari non trova riscontro nel dato normativo». La discriminazione riservata dall’Inps ai poliziotti rispetto ai loro colleghi della Benemerita è riassunta tutta nella conclusione, a dir poco amara, dell’Inps: «L’Arma dei Carabinieri si occupa della sicurezza nelle ambasciate – dice ancora la Patteri – supporta, è dentro, l’esercito italiano, i suoi appartenenti sono andati nelle missioni all’estero, non mi pare che si possa dire che i loro compiti sono uguali a quelli della Polizia di Stato.
Ci sentiamo Offesi, umiliati, maltrattati ci hanno tolto la nostra dignità… “ la Polizia di Stato non è Civile, come asserito dalla difesa dell’INPS, ma è un Corpo ad Ordinamento Civile, militarmente organizzato a Statuto Speciale, che ha in dotazione Armi da Guerra; la smilitarizzazione conseguente alla Riforma del 1981, è stata una scusa paventata dall’avvocato dell’Inps, per risparmiare pochi denari e che, sconoscendo la materia, è arrivata a dire, la palese castroneria, che la Polizia di Stato nel 1981 è stata “ privatizzata”, e per non riconoscere gli arretrati anche alla Polizia di Stato, che invece oltre ai cugini stretti del Comparto Sicurezza sono stati concessi persino ai vigili del Fuoco ( figure equiparate art. 61 ripreso dall’Istituto) e Forestale che certamente non sono militari”; aggiungo che, parimenti l’avvocato dell’Inps disconosce il ruolo dei Corpi di Polizia a Ordinamento Civile nelle missioni internazionali. Le operazioni di pace, nelle loro diverse articolazioni, hanno visto aggiungersi al personale militare, numerosi appartenenti ai corpi di polizia ( tra i quali la Polizia di Stato). La crescente importanza di questo personale nelle Peace Support Operations (PSO) ha fatto si che oltre all’ONU anche altre organizzazioni internazionali quali NATO, OSCE, UE, ecc. L’impiego della Polizia in missioni all’estero, non è solo cosa dei giorni nostri ma risale a molto tempo fa dal 1948 . Dimenticato?, ma non da noi poliziotti, Nicola CALIPARI che certamente non era un impiegato civile, come asserisce la difesa dell’Inps. Inoltre nelle Ambasciate operano anche gli Ufficiali di Collegamento. Parlare solamente di ufficiali di collegamento sarebbe parzialmente errato; infatti esistono due figure ben distinte: l’ufficiale di collegamento vero e proprio e l’esperto nazionale.
Entrambe le figure sono composte da appartenenti alle forze di polizia ( attualmente Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza) e regolamentate dal Dipartimento della pubblica sicurezza, che decide (in base alle esigenze ed a particolari situazioni all’estero) di inviare personale in loco. Per quanto riguarda gli ufficiali di collegamento, la loro presenza è stabilita di volta in volta in base ad accordi bilaterali o multilaterali tra l’Italia ed altri paesi. personale indicato dal Ministero dell’interno, che appartengono, nella stragrande maggioranza alla Polizia di Stato oltre che a forze di polizia militari. VERGOGNAAA!!!
Inoltre, giova rappresentare che l’avvocatura della ragioneria dello Stato usa toni ancora più duri, se questo “regalo”, è una norma eccezionale e si applica ai militari, sempre per utilizzare parole pronunciate in udienza, “è stato fatto alla Polizia di Stato”, riconoscergli anche questo ulteriore diritto degli arretrati porterebbe al dissesto della finanza pubblica. Quindi ci pensi bene nella sua decisione, rivolto al giudice che presiedeva.
Avvocatura dello stato che condivide pienamente le parole del’avvocato dell’inps, definisce un regalo fatto ai poliziotti (impiegati civili) dalla legge di bilancio 234 del 2021 e rivolto al giudice (invece di difendere una Istituzione dello Stato come la polizia) gli dice non fate quel regalo perchè la finanza pubblica andrà in sofferenza. VERGOGNAAAA
Un modo, a nostro avviso, per non riconoscere gli arretrati a tutti i poliziotti che alla data del 31.12.2021, in quiescenza, “ vantavano una età contributiva al 31.12.1995 inferiore ai 18 anni “, arretrati invece assegnati ai nostri “cugini” del comparto sicurezza» dice il Presidente Pasquale Fiorini.
Esempio: Un poliziotto e un appartenente, ad una forza di polizia ad Ordinamento militare, entrambi arruolati nel 1985 e in quiescenza dal 2019. Entrambi con una anzianità contributiva al 31.12.1995 inferiore ai 18 anni. Per il poliziotto si applica l’aliquota del 2,44% ( art. 54 del DPR 1092/73 ) dal primo gennaio 2022 con aggiornamento del ratio pensionistico di circa 40 euro al mese. Per il dipendente della forza di polizia ad ordinamento militare ( ma anche ad alcune figure equiparate dei Vigili del fuoco e della forestale), vi è l’aggiornamento del ratio della pensione con aliquota al 2,44% dalla data di pensionamento e quindi dal primo febbraio 2019 con tutti gli arretrati dal 2019 fino ad oggi
Gli agenti della Polizia di Stato, unitamente ai colleghi della Polizia Penitenziaria, dell’Associazione Onlus “Giovanni Palatucci”, dell’Associazione Pari Opportunità Italiana “APOIDEI” e all’Unione Sindacale Pro Pensionati Interforze “USPPI”, scenderanno in piazza la mattina di sabato 27 maggio e precisamente in piazza dei Santi Apostoli in Roma. Ricordano, se ce ne fosse bisogno, le loro missioni all’estero in teatri non proprio pacifici. «Noi non abbiamo dimenticato Nicola Calipari morto a Baghdad nel marzo del 2005 per liberare la giornalista Giuliana Sgrena – forse l’Inps sì». L’associazione si è prima rivolta al Tar per la previdenza complementare non riconosciuta, poi ha diffidato l’Inps per avere il 2,44% sulle pensioni che ancora ad oggi non sono state aggiornate. Ora ha inviato a Strasburgo ben due denunce per discriminazione ( gli uomini e le donne della Polizia di Stato non possono essere discriminata) e per il danno patito con la legge di bilancio 234/2021, che avrebbe dovuto mettere un tampone su tutto il comparto sicurezza e soccorso pubblico e che, invece, prevede che il 2,44 per cento sia applicato, a differenza delle altre Forze di Polizia, solo dal primo gennaio 2022.