Esclusi i negoziati tra le autorità della Crimea e il governo centrale. La regione separatista si appresta a recarsi alle urne per decidere se aderire alla Federazione russa. Nella giornata di ieri, intanto, si sono registrati ulteriori scontri tra manifestanti filo-russi e pro-Ucraina.
Mentre crescono le tensioni nel paese, truppe russe hanno dato in Crimea l’assalto al centro di comando delle difese aeree dell’Ucraina, costringendo il centinaio di soldati ucraini presenti nella base a rimanere chiusi dentro un bunker. Il governo di Kiev, in quello che sembra l’ormai vano tentativo di mantenere la pace nella regione, ha dato ordine ai propri militari di non usare le armi.
Dopo l’invio nel Mar Nero dei due cacciatorpediniere americani, i russi, secondo notizie ancora in attesa di conferma, starebbero implementando sistemi missilistici antinave nelle basi di terra.
Come anticipato, anche Mosca ha dato ordine di spostare in zona mezzi aeronavali. Due unità navali da combattimento andranno a ricongiungersi con la Task Force russa operante nel Mediterraneo.
L’accrescersi delle tensioni tra Mosca e Washington ha spinto il Presidente cinese Xi Jinping a sentire telefonicamente con Obama e la Merkel per invitrli a mantenere la calma e lasciare spazio ad una possibile soluzione politica della crisi
In attesa del voto di domenica prossima in Crimea, non è difficile prevedere una lunga e difficile settimana che vedrà l’aumento delle provocazioni da parte delle truppe di Mosca con lo scopo di spingere le Forze Armate ucraine a sparare il primo colpo per giustificare così un’azione di guerra che permetta al Cremlino di occupare le provincie orientali ucraine e creare una continuità territoriale tra la Crimea e la Russia.
Gian J. Morici