Agrigento – A dichiarare il fallimento del Cda, il Centro distribuzione alimentare, dell’imprenditore Giuseppe Burgio, il Tribunale civile, sezione fallimentare, di Agrigento.
L’ istanza di fallimento è stata proposta dall’ avvocato Giuseppe Danile del foro di Agrigento, ed accolta dal Giudice della sezione fallimentare, alla quale si erano rivolti i numerosi creditori dell’imprenditore, a cominciare dai suoi stessi dipendenti, che vantavano numerose mensilità di stipendi non corrisposti.
Circa settanta lavoratori, che avevano già manifestato preoccupazione per il loro futuro, ma anche rabbia e stupore non trovando spiegazione alcuna al fatto che un’azienda con circa cento milioni di euro di fatturato potesse in così breve tempo chiudere battenti e lasciare in mezzo la strada tanti lavoratori. Tante famiglie, tante bocche da sfamare.
I sindacati, avevano denunciato la gravità della situazione, palesando serie preoccupazioni “per lo stato occupazionale dei lavoratori delle società riconducibili al Burgio, e per evitare che si potessero verificare vergognose speculazioni su operazioni che coinvolgono ancora una volta famiglie agrigentine, causando una condizione di precarietà non più sostenibile”.
Un dramma, quello degli ex dipendenti del Cda, del quale avevamo già scritto, suscitando le ire dell’imprenditore, il quale, oltre a volerci tener scuola di “economia aziendale” (leggi la lettera), e nel ribadire l’assoluta correttezza di un “ imprenditore vittima della mafia e disposto a rischiare in proprio, anche per la propria famiglia, l’incolumità personale”, non ha esitato nel definire quanto da noi pubblicato insinuazioni provenienti da “cortili giornalistici”, mettendo in “forte dubbio” la dignità dell’editore di questa testata giornalistica.
Purtroppo va evidenziato come dubbi sulla dignità di quanti operano nel mondo dell’informazione, andrebbero sollevati nei riguardi di coloro che per anni hanno preferito far finta di non vedere nulla.
Fatto ancor più grave, che dubbi sulla “dignità”, andrebbero mossi nei riguardi di soggetti istituzionali che, seppur con comportamenti entro i limiti del codice penale, hanno accettato o proposto situazioni che sotto il profilo etico-morale sarebbero assai discutibili…
Dopo il dichiarato fallimento, spetterà ora agli organi competenti procedere alla ricognizione giudiziaria delle attività e delle passività.
gjm
io mi chiedo sempre dove erano i sindacati quando i lavoratori lamentavano il forte stato di malessere causato da mancati pagamenti per oltre 4/5 mensilità di stipendi