Agrigento – Che l’informazione nel nostro paese sia ridotta ai minimi termini (nella classifica di Reporters sans frontières dedicata alla libertà di stampa, si posiziona al 49esimo posto insieme al Burkina Faso e dietro a Namibia, Suriname, Ghana, Mali e Jamaica), non è certo una novità per nessuno.
La qualità dell’informazione agrigentina
A fare definitivamente luce sulla qualità dell’informazione agrigentina e sulla costante presenza di Arnone a Teleacras, l’occasione l’ha fornita la conferenza stampa tenuta da Arnone per presentare il suo libro “Romanzo Criminale: Parla Maurizio Di Gati”.
Vanto dell’informazione agrigentina – secondo Arnone -, l’emittente Teleacras e il sito giornalistico Sicilia24h. Emittente, dalla quale sarebbero partite le più aspre critiche ad Arnone – nonostante a Teleacras questi sia di casa – ad opera di avversari politici, giornalisti di altre testate, imprenditori ecc.
Un ruolo quello di Teleacras, apparentemente degno di paesi più civili di quello nostro. Un ruolo quale quello dei media americani, che è quello del “Watchdog”, ossia di cane da guardia a cui viene chiesto di difendere la democrazia, vigilando sul potere ed informando l’opinione pubblica. Una bella differenza rispetto gran parte della stampa italiana, che, ben che vada, potrebbe essere al massimo definita “puppy love”, ossia di amabile cucciolo o, se preferite, di “cane da salotto”.
Il contratto
Purtroppo per Arnone, un giornalista ha iniziato a tirar fuori dalla sua valigetta una serie di documenti, e tutti sappiamo com’è andata a finire.
Tra i documenti un contratto tra Arnone e Teleacrs, del quale un po’ tutti sapevamo da tempo, ma che in pochi avevano avuto modo di leggere (clicca qui per leggere il contratto. Dopo aver cliccato sull’immagine per leggere bene i documenti, clicca in basso a sinistra su scarica) o in fondo l’articolo (chi non avesse un profilo Facebook, può leggerlo cliccando qui)
Un contratto, nelle cui premesse si fa riferimento a contenziosi di natura giudiziaria, civile e penale, sorti tra Arnone e l’emittente televisiva Teleacras, tra il ’98 e il 2002. Una transazione, che prevede la rinuncia da parte dell’Arnone ad ogni azione civile e penale nei confronti del sig. Giovanni Miccichè (Direttore Editoriale di Teleacras) e della stessa emittente, previo ottenimento da parte dell’Arnone di spazi autogestiti. L’accordo tra le parti, si riferisce all’inizio del 2005.
Se fin qui, si può ancora parlare di una transazione i cui contenuti sono opinabili, altrettanto non può dirsi per quanto segue, cominciando dal punto 3 del contratto e successivi:
3) l’Arnone rinuncia a qualsivoglia pretesa nei confronti dell’emittente televisiva Teleacras e del sig. Miccichè Giovanni con esclusione di quanto qui di seguito si viene a stabilire;
4) l’Arnone si impegna a rinunciare anche per il futuro e per il prossimo lustro ad ogni pretesa risarcitoria monetaria nei confronti di Teleacras e dei suoi responsabili in relazione ad eventuali diffamazioni in suo esclusivo danno […] poste in essere nel passato o che potrebbero essere poste in essere nel futuro da esponenti politici agrigentini o da altre personalità pubbliche attraverso gli schermi di Teleacras.
Bene, con questa clausola, Teleacras di garantisce l’immunità da ogni responsabilità in merito alle eventuali ed improvvide dichiarazioni di quanti si rivolgessero all’emittente televisiva o fossero invitati a farlo, per replicare o esternare opinioni che riguardassero l’Arnone.
Ovviamente, tale immunità non riguarda gli incauti autori delle possibili dichiarazioni diffamatorie, tanto che sempre al punto 4, si precisa: “La rinunzia alla citazione in giudizio al presente punto, per il futuro, comporta rinunzia alla citazione in giudizio esclusivamente nei confronti di esponenti di Teleacras e della emittente medesima, ed ovviamente non anche degli altri responsabili”.
Dunque, da Teleacras, chiunque potrebbe insultare, minacciare, diffamare l’Arnone, senza che l’emittente sia chiamata a risponderne. Le conseguenze, sarebbero tutte a carico di chi, incautamente, si lasciasse trascinare dal proprio stato d’animo, dalla reazione ad eventuali attacchi e insulti da parte dell’Arnone, dalle possibili domande provocatorie di un giornalista.
Ma seppur godendo di “immunità”, quale interesse potrebbe avere una tv, nel lasciare “libero sfogo” a quanti volessero offendere e diffamare un consigliere comunale? In una situazione di normalità, nessun interesse. Ma questa è Agrigento, laddove la normalità non trova albergo. Per comprendere eventuali motivazioni e modalità, basta leggere attentamente il famigerato contratto:
“Il giudizio eventualmente incardinato nei confronti degli altri soggetti responsabili verrà a costituire parametro per la quantificazione del ristoro del danno arrecato all’Arnone con le modalità che di seguito si indicano”.
Segue un dettagliati “listino prezzi” applicati agli spazi tv concessi ad Arnone, per arrivare poi al punto 6 del contratto che recita:
il pagamento di detti spazi televisivi avverrà per compensazione con i risarcimenti danni che verranno quantificati dal Tribunale nelle cause civili relative alle diffamazioni poste in essere in danno all’Arnone, cause civili già in atto o che verranno promosse nei confronti dei soggetti che hanno proferito o proferiranno contenuti diffamatori, con rinunzia ad ogni azione diretta nei confronti dell’emittente Teleacras e dei suoi esponenti. Specificatamente, mantenuto fermo il diritto dell’avv. Arnone ad ottenere dal soggetto diffamatore estraneo a Teleacras il risarcimento del danno monetario per come quantificato in sentenza, l’emittente televisiva Teleacras concederà al medesimo Arnone spazi televisivi in misura pari alla quantificazione economica monetaria disposta dal Tribunale nei confronti del soggetto diffamatore.”
Un contratto tanto perfetto, da prevedere anche la comunicazione tra le parti, all’inizio dell’anno, della quantità degli spazi concessi a seguito dei risarcimenti danni. E se il tempo all’Arnone dovesse sembrar poco o se dovesse coprire di tasca propria – così come da contratto – eventuali spazi autogestiti il cui valore andasse oltre gli importi quantificati dai risarcimenti danni?
Basterà provocare, dileggiare, insultare dagli studi dell’emittente – o andando in giro a cercare, accompagnato dal cameraman di Teleacras -, la prossima vittima, che, anziché ricorrere all’Autorità Giudiziaria, chiedendo un risarcimento del danno alle eventuali diffamazioni da parte dell’Arnone e a chi dandogliene modo si sia reso co-responsabile, credendo di vivere in un paese civile, chiederà all’emittente la possibilità di replicare.
Provocazione, reazione, querela. La fabbrica delle querele è pronta a servirvi…
Non aspettatevi imparzialità. Non è prevista da contratto e di conseguenza, potrà accadervi – così come avvenuto durante la manifestazione di protesta contro il mare sporco di San Leone, che la nota emittente mandi in onda soltanto parti del servizio, che possano favorire l’Arnone nel querelarvi, trascurando attentamente quanto permetterebbe a voi di rivalervi sul consigliereavvocatoambientalistaecc.
Pentiti
Un capitolo a parte, meriterebbe l’argomento “pentiti”. Se infatti, come sostiene l’Arnone, i suoi scritti colmerebbero presunte censure poste in essere dalla stampa agrigentina (Grandangolo e non meglio identificati organi stampa regionali) facendo luce in particolar modo grazie alle dichiarazioni del pentito Maurizio Di Gati, su presunti accordi elettorali conclusi con i politici “a disposizione” di Cosa Nostra, narrando di come gli ex governatori Capodicasa e Cuffaro fossero ritenuti dai boss “a disposizione” di Cosa Nostra, l’Arnone, ma neppure la nota emittente, fa cenno alle dichiarazioni di un altro pentito: Giuseppe Sardino.
Secondo quanto affermato da un giornalista, “il verbale di Giuseppe Sardino, che contrariamente da quanto ha affermato lo stesso Arnone (“è una valutazione del pentito”) fa veicolare l’affermazione del boss Calogero Lombardozzi: “Arnone non parla tanto di mafia; e in caso di bisogno era in grado di contattarlo”. Per i meno informati Lombardozzi stava riferendo tali circostanze al capomafia latitante Giuseppe Falsone. Lombardozzi, come afferma oggi Arnone sarebbe il socio occulto di quel Calogero Russello che il consigliere comunale pretende interessato alla realizzazione del centro commerciale di Villaseta sempre in maniera occulta. Ma nulla dice sempre di Russello socio del gruppo Campione in maniera palese, nella realizzazione del palazzo Edilfin di via Alessi al centro di numerose inchieste giudiziarie.”
Vale per tutti il “dovere deontologico” di pubblicare quanto dichiarano i pentiti?
Noi siamo garantisti e nonostante il valido contributo che i pentiti possono dare alle indagini, non siamo abituati a considerare Vangelo le loro parole, che devono necessariamente trovare riscontri.
L’augurio e la pena infinita
Resta da sperare, visti i tanti commenti diffamatori pubblicati in danno dell’Arnone su un sito giornalistico online, che almeno in questo caso si tratti di libertà di stampa – anche a costo di subirne le conseguenze – e non un ulteriore modo di procacciare clienti all’avvocato-consigliere, permettendogli di querelare gli ignari lettori che, inconsapevoli del fatto di poter essere individuati tramite l’Ip del proprio computer, ritenendosi protetti dall’anonimato esprimono liberamente le proprie opinioni, correndo il serio rischio di doverne rispondere dinanzi un Tribunale.
Un ultimo pensiero va ai giornalisti, cameraman e collaboratori dell’emittente televisiva, oggi consapevoli di “lavorare a contratto”. Nel confermare ad alcuni di loro tutta la mia stima, non posso non provare una pena infinita, per chi domani presentandosi in conferenza stampa, o accompagnando l’Arnone in una delle sue scorribande provocatorie alla ricerca di “clienti giudiziari”, guardando negli occhi un qualsiasi collega, si chiederà: anche lui sa del contratto?
In un contesto di non imparzialità dell’informazione, di politicizzazione delle testate e dei giornalisti, di mancanza di pluralismo dell’informazione e di dipendenza degli editori da potentati economici o politici – come da contratto -, si è finito con il dare il colpo di grazia alla già macilenta credibilità della stampa. Agrigento che, in senso negativo, detiene il primato di ogni cosa, non poteva neppure in questo caso mancare all’appello.
Gian J. Morici
Questo meccanismo e’ oramai manifesto e chiaro alla maggioranza della popolazione agrigentina, anche grazie alla aumentata consapevolezza che ci danno internet ed i social networks dove si puo’ (ancora) discutere liberamente.
La cosa grave e’ che la minaccia della querela e’ sempre piu’ esplicita (v. ultima fatta da arnone ad Elio di Bella) e dato che nessuno vuol perdere tempo e danaro in lotte impari, il meccanismo si perpetua e continua a macinare profitti con i quali vivere alla grande.
Ma oramai siamo al capolinea.
Vere rivolte ed interi regimi stanno cadendo ovunque al mondo in risposta ad meccanismi vessatori e persecutori..Volete che lor signori escano indenni da tutto cio’?
E’ semplicemente un modo per vivere alle spalle degli altri
Lettera aperta a Giovanni Micciche’ Teleacras:
Gentile Giovanni, quando Tu mi hai ricordato del intervento del Papa ad Agrigento io ci ho creduto in Te & ci voglio credere ancora, xchè una parte Importante della mia Missione è Intervenire per il Bene & ho sentito che anche Tu volevi lavorare per il Bene, non inganannando nè me, nè altri & nè Te / Voi stessi, ma Veramente per il Bene. Un Bel Uomo Forte dovrebbe lavorare Solo per il Bene & dare Buon esempio anche agli altri, xchè solo il Bene porta Felicità 🙂 Per una Buona Collaborazione per la Sicilia, MJ A.
ma un contratto si deve poter sciogliere se alla base amorale; & anche da interventi di 3i: paragonate alla convenzione di Ginevra & agli statuti ONU, secondo i quali 3i possono & devono intervenire 🙂
ma che bella compagnia…e questo era il politico che aveva spazio nella televisione di miccichè calcolato in base al suo valore elettorale?
finalmente era ora che qualcuno lo spiegasse. grazie.
TELEACRAS E FELINI VARI:nuddu si piglia,si nuddu si rassumiglia!
MIAOOOOOOOOOOO!
Domani giovedì 18 agosto alle ore 11,00 il consigliere (PD ?) incontrerà i giornalisti per rispondere” a tutte le domande” che i giornalisti vorranno porre in ordine ai rapporti tra il medesimo Arnone e l’emittente Teleacras alla luce del contratto oggetto di polemiche in questi ultimi giorni.
Afferma il Nostro:
“Nella storia del futuro sindaco di Agrigento non vi devono essere ombre…”
La megalomania impera !
Il Calunniatore (come lapidariamente ed emblematicamente lo ha definito Carmelo Picarella) si blinda con regole tutte sue della conferenza stampa gestita dalla nuova vestale Ancona (ma Casa non si offende ? prima la Campo ora la Ancona ……) regole che consisteranno in un tempo massimo di due minuti per formulare la domanda.
Il futuro (?!?!?) sindaco (dopo Zambuto sarebbe il classico : trenta e due ventotto!) avrà quattro minuti massimo per rispondere a ciascuna domanda, salvo poi, esaurite le domande, proporre le proprie conclusioni (avevate dubbi che avrebbe dovuto….. IN OGNI CASO, AVERE L’ULTIMA PAROLA?)
A meno che ….non sia costretto a scappare.
Vedremo.
Povera sig.ra Ancona, invischiata, suo malgrado, nella telenovela del futuro Sindaco della città…ahahahahaha! Non possiamo negare, però, che l’AVVOCATO ha un umorismo fuori dal… Comune!
Forse pensa: “molti nemici, molto onore”. Invece secondo me un candidato sindaco dovrebbe dare ai cittadini il volto rilassato e non aggressivo. Al contrario sembra sempre arrabbiato e nervoso. In ogni apparizione televisiva sembra che ce l’abbia col mondo intero. Se è così chi lo dovrà votare? Non certo il PD che esprimerà sicuramente un candidato unitario. Non certo il PDL o l’MPA che non hanno bisogno di profeti esterni. Non certo la componente che fa capo a Zambuto che riproporrà la candidatura. Forse da tale costatazione nasce lo stato di agitazione.