Anticipazioni Grandangolo – il giornale di Agrigento diretto da Franco Castaldo – pubblica, questa settimana nel numero 28 alcuni retroscena legati alla cattura avvenuta a Marsiglia del boss Giuseppe Falsone che fino all’aprile 2009 non aveva messo piede in Francia. Con sufficiente sicurezza può affermarsi che si trovava ancora in Italia. E con altrettanta sufficiente sicurezza può dirsi che sino al 24 maggio 2009, Falsone non era in Francia. Ma stava pensando di arrivarci, e si stava organizzando. Il primo contatto francese che registra il nostro sito online www.grandangolo-online.it, rilevamento effettuato con Google analytics, è del 25 maggio. Due visite quel giorno da un comune quasi sconosciuto: Le Bourget-du-Lac. Due visite, otto pagine viste, tempo di permanenza 7 minuti e trenta. I contatti si fermano per due giorni. Poi il 28 maggio altra visita. Da Parigi. Così come il 29. E dal giugno successivosi consolidano le visite francesi, fino ad arrivare alla stabilizzazione: Marsiglia, dove poi Falsone è stato catturato e dove aveva trovato numerose abitazioni. Almeno otto. L’ultima conosciuta quella di Boulevard di Notre Dame. C’è questo ed altro nel libro inchiesta dedicato a Giuseppe Falsone (ma anche al suo prevedibile successore, Gerlandino Messina) che fra qualche giorno sarà distribuito a librerie ed edicole disponibile per i lettori già dal venti luglio. E c’è molto altro. La storia personale e criminale di Giuseppe Falsone, i precedenti di polizia, le condanne, gli omicidi. Tutti, uno per uno. Almeno quelli sinora riconducibili al boss campobellese. E c’è anche la storia di Gerlandino Messina che è simile a quella di Falsone, accomunata da più episodi ricorrenti. A cominciare dalla uccisione dei loro padri: Vincenzo Falsone il 24 giugno 1991 mentre a Campobello si festeggiava il santo patrono; Giuseppe Messina a Porto Empedocle, sotto casa, esattamente 24 anni fa: l’otto luglio. Ragionevolmente si può dedurre che di fatto, dal giugno 2009 proprio Gerlandino Messina ha preso il comando militare mafioso in provincia di Agrigento. Parecchie cose lasciano intuire tale stato di cose. A cominciare dalla scelta di Falsone di abbandonare il suo territorio, rifugiarsi in Francia e cominciare a pensare ad una vita “borghese”, quasi anonima. Basta covi di campagna, in ovili e stamberghe. Basta fughe nottetempo, armato di tutto punto. E basta col mantenere quel viso che le polizie di mezzo mondo avevano ben impresso. Il dopo Falsone non è cominciato il giorno della cattura. Ma oltre un anno prima. Sempre in tema di mafia, Grandangolo racconta la storia di Pino Gambino di Ravanusa, definito dagli investigatori “il delfino” dell’ex latitante di Campobello di Licata. Ed ancora: dalle confessioni di Giovanni Brusca si capisce come Calogero Lombardozzi, storico capomafia agrigentino, sia stato abile ad impedire una vera e propria guerra di mafia immediatamente dopo l’omicidio di Carmelo Milioti a Favara. L’intervistona di questa settimana vede protagonista il commissario all’Ato Gesa 2 Teresa Restivo che risponde alle sapienti domande di Diego Romeo. Infine, una storia che merita di essere raccontata: la vicenda politica licatese venuta fuori con il blitz “Ballarò”. Raccontiamo la storia dell’ex consigliere comunale Carmelo Bonvissuto che ha schivato l’arresto nonostante