No, non propongo di conferire al dott. Ingroia la Cattedra honoris causa in contabilità dello Stato e degli enti pubblici.
Non che non la meriterebbe, ma lì c’è troppa concorrenza. E, poi le Cattedre universitarie non sono mica come le cittadinanze onorarie di cui uno sembra possa farne collezione. Perché quella che gli spetta è la Cattedra di Storia Moderna dei Paesi Europei (area occidentale).
Anzi, non c’è bisogno neppure di ricorrere alla formula un po’ generica e, francamente, screditata dell’”honoris causa”! Ingroia ha pronta la sua opera, la sua lexio magistratis con le quali vincere il concorso che più gli aggrada alla Sapienza, alla Sorbona, ad Upsala etc. etc.
La sua intervista ad “Antimafia 2000”, noto quotidiano on line scientifico-politico (ed “altro”, data la qualifica di “guru” frontecrociato del direttore) uscita con la data del 2 maggio 2018 rivela immediatamente questo livello di opera storiografica destinata a fare epoca.
Oggetto: “Trattativa”, naturalmente. I grandi veri storiografi sono fedeli alla loro specializzazione. Il titolo è fulminante. Altro che “trattativa”! Questa si è conclusa. L’accordo c’è stato e, udite! udite! “L’accordo Stato-Mafia è ancora attivo...”. Questo il titolo.
Il testo è all’altezza di esso.
Incominciamo col dire che non manca la “sorpresa” di un’ennesima individuazione di quello che sarebbe stato il delitto dei “rei condannati” nel processo testé chiuso a Palermo. Un delitto che, nel tentativo di fargli prendere corpo è stato presentato in una quantità di modi diversi, da giurinconsulti dell’area antimafia. Quegli Ufficiali dei Carabinieri, insieme ad un politico, Mannino e, poi, a Dell’Utri, “sarebbero stati” (bella e un po’ strana l’inattesa umiltà del condizionale!!!) “portatori delle ambasciate della mafia” e, “in quanto tali” (!!) malgrado il secolare brocardo “ambasciator non porta pena” “complici della minaccia”.
“Ottenuto un nuovo accordo, di connivenze tramite Dell’Utri (??) le stragi sono cessate”. Ma fin qui siamo pur sempre nel campo e nel ruolo del “giurinconsulto”.
A dire il vero questo delitto di “collaborazione” che appare lampante alla mente ed alla scienza del “giurinconsulto” e degli altri suoi colleghi, a noi sembra, semmai un reato contravvenzionale di violazione di leggi e regolamenti postali (per mancanza di licenza di “agenzia di recapiti). Ma un giurinconsulto è un giurinconsulto.
Ma a questo punto si scatena lo storiografo che è nel fondo di Ingroia, come di altri, un po’ troppi, in verità, magistrati di nostra conoscenza.
Ingroia, “scopre”, intanto, che la mafia ha concluso l’accordo (perché dunque continuare a parlare, riduttivamente, di “trattativa”?) “a credito”.
Ha subito, appena recapitato il messaggio tramite Dell’Utri…etc. etc., interrotto la sua attività stragista. Ma ha ricevuto la “merce di scambio” molto dopo: “dopo qualche anno il vento è cambiato e la mafia ha riconquistato spazi, anche con un calo di sequestri e confische di beni”. Ecco! La Saguto chi è? E’ chiaro: una delle “pedine” della “trattativa”. Anzi, scusate, dell’”accordo”.
…Questo accordo è ancora in atto (anche se la Saguto è stata fatta fuori).
“La mafia recupera terreno”.
E qui alcuni passi, anzi un lungo cammino indietro. La “trattativa”, cioè l’accordo, c’è sempre stato. Quella maledetta prescrizione ed anche quell’altro cavillo che impedisce di processare i morti ha impedito al dott. Ingroia e, poi al suo “successore”, il Cittadino di Cento Città, di mettere sul banco degli imputati Crispi e lo stesso Garibaldi. Non sono io che mi diverto a scherzare con i grandi eventi della storia. Lo scrive proprio il Nostro e lo pubblica il Guru. La Spedizione dei Mille fu “concertata con la mafia”.
E così lo Sbarco degli Alleati del 10 luglio 1943, concertato dalla CIA (che allora non c’era ancora), con le cosche. E, poi, quel sornione di De Gasperi che “da un lato…manteneva rapporti con gli USA, mentre uno dei suoi fedelissimi, Andreotti che, attraverso Salvo Lima e Vito Ciancimino teneva i rapporti con l’”organizzazione mafiosa”. C’è, lo avrete notato, una certa confusione di date, di epoche, di età. Quando morì De Gasperi, Ciancimino e Lima non erano nessuno ed Andreotti della Sicilia aveva inteso parlare, al più, da Mario Scelba. Ma “quandoque dormitat Omerus”.
E poi: “caduto il muro di Berlino…e venuto meno il ruolo geopolitico che aveva l’Italia e della mafia come gendarme del Patto Atlantico…la D.C. ha meno controllo…”.
E’ singolare che Ingroia, che dopo gli addebiti secondo i quali sembra abbia fatto la cresta sui conti di “Sicilia e Servizi” si era messo un po’ da parte e c’era addirittura chi affermava che aveva un po’ di vergogna a farsi notare, sia riscappato fuori, mettendo a soqquadro storie, storielle e storia. Presentandosi, si direbbe, come candidato ad una Cattedra piuttosto che ad un Consiglio di Amministrazione.
Con questa sua disinvoltura nel “creare” trattative, ed a trasferirle sul piano geopolitico, sta a vedere che trova il modo di farsi chiamare da Mattarella come consulente per le consultazioni.
Tanto, peggio di così…
Mauro Mellini