Il sito di Michelangelo Coltelli Butac – Bufale un Tanto al Chilo – è stato posto sotto sequestro preventivo dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per l’Emilia Romagna – Bologna a seguito di una querelaper diffamazione che risale al 2015.
Guardate che questo è un fatto grave. Gravissimo.
La libertà di opinione, di pensiero e di stampa non è mai stata tanto minacciata come in questa epoca di finta liberalizzazione della parola.
Certo, tutti possiamo dire qualsiasi cazzata (e io ne sono testimone e attore), e nella gran parte dei casi non succede niente.
Siamo quindi tutti più liberi? Assolutamente no.
La libertà di dire quello che ci pare è garantita dalla costituzione, e comunque noi comuni mortali non contiamo un cazzo, non spostiamo nessuna opinione se non quella della palazzina nostra e forse nemmeno.
Invece serviamo a fare rumore, a dare la patente di libertà ad un sistema che viceversa è attentissimo a censurare tutto quello che dà fastidio.
Su Facebook che tutti amiamo, non si può pubblicare una tetta perché ti chiudono subito senza se e senza ma, ma sono tollerati gruppi inneggianti al razzismo, insulti senza fine, opinioni quanto meno risibili.
I quotidiani, le tv, i siti di informazione chiudono o boccheggiano perché i governi che si sono susseguiti hanno deciso che la libertà di stampa non è un valore da perseguire e da finanziare.
I principali broadcaster decidono di investire su oroscopo, gossip, e fiction, e di ridurre l’informazione.
E infine, un sito che si occupa di bufale viene chiuso per una querela, preventivamente, senza accertarne l’utilità, in attesa di decisioni che magari arriveranno tra mesi o anni.
La libertà non è dire la prima cazzata che ci passa per la testa: è poter ascoltare le opinioni altrui.
Rodocarda