WASHINGTON – Sempre più netta la posizione del Pentagono riguardo la Siria di Assad. Bashar Assad deve andar via! nonostante l’intervento militare venga considerato l’ultima ratio, Pentagono e centri di comando delle forze armate statunitensi seguono gli sviluppi della rivolta siriana in previsione di un possibile ricorso all’opzione militare nel caso in cui Barack Obama desse l’ok.
In un incontro con i giornalisti, l’addetto stampa del Pentagono George Little ha sottolineato che la situazione in Siria è estremamente complicata, notando che l’opposizione contiene jihadisti, nonché un gran numero di elementi moderati.
Il governo degli Stati Uniti ha utilizzato le leve diplomatiche ed economiche per cercare di ottenere che il presidente siriano Bashar Assad si decidesse a dimettersi.
“Assad deve andarsene”, ha dichiarato Little. “Speriamo che il popolo siriano sia in grado di determinare il proprio futuro e che ci sia una transizione responsabile per una nuova Siria”.
Gli Stati Uniti e gli alleati inoltre devono anche pensare al post-Assad in Siria – ha affermato Little – evidenziando come una volta che Assad lascierà il potere, gli americani e i partner internazionali dovranno valutare ciò che è meglio fare in una zona molto instabile del mondo.
L’esercito americano sta sostenendo il Dipartimento di Stato nella missione di assistenza umanitaria al popolo della Siria. Aerei da trasporto militari statunitensi forniscono pasti confezionati ai paesi confinanti della Siria, affinchè vengano consegnati ai bisognosi all’interno del paese. Oltre ai pasti, all’opposizione siriana vengono consegnati “aiuti non letali”, come giubbotti antiproiettile e occhiali per la visione notturna.
Le parole dell’addetto stampa del Pentagono non lasciano dubbi sul fatto che il governo americano abbia ormai chiaro che Assad ha una sola via d’uscita: abbandonare il governo del paese e lasciare libero il popolo siriano di eleggere democraticamente un nuovo governo.
Ad oggi, Assad avrebbe forse la possibilità di evitare la fine che di recente hanno fatto già altri dittatori…
Gian J. Morici
DOD Officials Continue to Study Options in Syria
WASHINGTON, May 3, 2013 – Pentagon officials followed up today on Defense Secretary Chuck Hagel’s statement yesterday that the United States is looking at arming the Syrian opposition, saying it is important to refine options as the situation on the ground changes.
In a meeting with reporters, Pentagon Press Secretary George Little stressed that the situation in Syria is extremely complicated, noting that the opposition contains jihadists as well as a great number of moderate elements.
“This administration has been focused squarely on Syria for a long time,” he said. The U.S. government has been using diplomatic and economic levers to try and get Syrian president Bashar Assad to step down, and Pentagon and U.S. Central Command officials have been updating military options in case President Barack Obama needs them.
Military options are part of the puzzle that is Syria, but only part, Little said. The U.S. engagement in humanitarian operations in the nation, the diplomatic outreach to other nations in the region and economic sanctions against the government telegraph U.S. views of the conflict.
Those views are clear, Little said. “Assad must go,” he added. “We hope that the Syrian people can determine their own future and that there is a responsible transition to a new Syria.”
The United States and allies also must also think of post-Assad Syria, Little said, noting that once Assad leaves power, American and international partners have to do what is best in a very unstable part of the world.
The U.S. military is supporting the State Department in the humanitarian assistance mission to the people of Syria. U.S. military transport planes delivered packaged meals to countries bordering Syria for delivery to those in need inside the country. Other nonlethal aid being delivered to the opposition includes body armor and night-vision goggles.
“We’re all clear-eyed about the challenges in this crisis, and it may not end overnight,” Little said. “But if we can push this to a place where the violence is drawn down, there is an exit for Assad and there is a way to drive a political solution for the Syrian people themselves, that would be ideal.”
Obama deve andare via!
Ma questo il Pentagono non lo dice. E Gian J. Morici nemmeno.
Gent.mo Pierpaolo,
Lei non finirà mai di stupirmi…
Prima mi accusa di fare informazione a servizio… Un autentico sniper della tastiera pronto a dar credito a mille Naryiah diffondendone artatamente le false accuse:
https://lavalledeitempli.net/2012/09/09/e-passato-un-anno-e-mezzo-di-aya-homsi/
Alza e tiro e con grande perizia e precisione fa un centro degno di Chris Kyle, il più letale cecchino d’America, associandomi a Damascus Tribune, sostenendo che entrambi saremmo pagati pagati dalla NED per diffondere le notizie costruite dalla CIA:
https://lavalledeitempli.net/2013/04/12/siria-stampa-di-regime-in-francia-e-in-italia-i-portavoce-di-assad/
Adesso si meraviglia del fatto che le informazioni da me pubblicate ricalchino pedissequamente le posizioni del Pentagono (senza che si sia neppure accorto di come di mio nell’articolo non ci sia nulla, essendomi limitato a riportare quanto comunicato dall’American Forces Press Service).
Ma rifletta un attimo… Se come Lei ha affermato io stesso sarei un asset della NSA, del Pentagono, della CIA, del Mossad, del Al Mukhabarat Al A’amah, del NIS coreano e chissà cos’altro ancora (vogliamo mettere le private come Craft ed Executive?), potrei rivoltarmi contro coloro da cui dipendo?
Un contractor della tastiera, uno sniper delle vocali superpagato che spara a zero sui propri superiori?
Rifletta…
PS Stavo dimenticavo di dirle dei due contratti milionari chiusi nell’ultima settimana:
1) con il SIS – o MI6;
2) con la DRM francese.
Sarà mia premura informala non appena stipulerò il contratto con i SSMMC (Servizi Segreti Marziani Malefici Capitalisti).
Con cordialità e simpatia
Gian J. Morici
The reports of the ceasefire come as the Syrian Observatory for Human Rights claimed that an air strike on a village in the northwest province of Idlib killed five members of the same family on Wednesday, including a woman and a child.