Sono trascorsi quattro anni da quando denunciammo all’opinione pubblica le scandalose vicende legate alla “parentopoli” nei sindacati e negli enti di estrazione sindacale (oltre ad altre irregolarità oggi al vaglio della magistratura).
Della parentopoli agrigentina che vedeva l’assunzione di amici e parenti all’interno del sindacato, nelle scuole di formazione o in altri enti, scrivemmo molto, nonostante la “carineria” di un parlamentare che non gradiva il nostro intervento e che si premurò a far presente, a suo dire, ‘comando polizia, carabinieri e guardia di finanza’.
A tal riguardo, avevamo offerto ampio spazio sul giornale, affinchè potesse gloriarsi con i lettori del prestigioso ruolo ricoperto. Nulla di fatto. Il nostro gentile invito venne declinato.
Alla stessa maniera in cui, dopo averci ricordato che lo stesso soggetto avrebbe potuto far ricorso ad un provvedimento d’urgenza per farci oscurare il sito, ottenne per tutta risposta un invito a farlo nel più breve tempo possibile, visto che essendo il giornale linkato da Radio France – emittente radiofonica pubblica francese – come sito antimafia, avremmo potuto dare anche all’estero un interessante spaccato della libertà d’informazione e della cultura alla trasparenza e legalità che contraddistinguono taluni personaggi del nostro Parlamento di quel tempo.
Non accadde nulla. Nonostante i politici siano sempre alla ricerca spasmodica di palcoscenici, di notorietà, di platee, nel nostro caso preferirono farne volentieri a meno.
Di quella “parentopoli” pubblicammo anche i nomi. Ed erano tanti…
L’argomento torna di recente alla ribalta delle cronache, anche quelle giudiziarie, a seguito della querelle apertasi in merito alla formazione in Sicilia che vede il Governatore Crocetta definire “manciugghia diffusa il sistema delle finte vendite agli amici per sottrarre i soldi ai lavoratori per appropriarsi delle risorse dei siciliani”.
Parole e posizioni “pesanti” che hanno portato a minacce nei riguardi dello stesso Crocetta e di suoi collaboratori.
Dal comunicato stampa del Governatore, ci permettiamo di dissentire su almeno due punti:
“ difenderemo i lavoratori e li tuteleremo” – dice Crocetta.
Un’affermazione a nostro modesto avviso fin troppo generica. Che i lavoratori è giusto vadano tutelati nessuno può metterlo in dubbio, ma questo diritto va esteso a tutti i lavoratori (amici e parenti dei soliti potentini di turno assunti perché tali) anche allorquando non ne avessero titolo?
“Noi non abbiamo fatto nomi, qualcuno si è voluto identificare in questa denuncia, sono fatti loro non ci riguarda, noi operiamo con il nostro stile. Rispettiamo i magistrati che dovranno indagare su finte vendite, su soldi sottratti ai lavoratori e sul clima di scontro immotivato che si sta creando” – si legge nel comunicato di Crocetta.
No Governatore, noi i nomi li abbiamo fatti eccome. Da Lei ci saremmo aspettati di più. Se denunciammo noi uomini e circostanze, da un uomo che ha fatto antimafia e dichiara di voler cambiare lo stato delle cose, ci aspettiamo denunce altrettanto serie e interventi radicali.
Noi lo abbiamo fatto creandoci inimicizie e subendone le conseguenze. Lei, Governatore Crocetta, troverà il coraggio di farlo?
Nonostante ciò, riteniamo inaccettabili le parole di Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl Sicilia, di Vito Cudia segretario regionale Cisl Scuola e di Giovanni Migliore, responsabile Formazione Cisl Scuola, riportate da quotidiano LinkSicilia, quando gli stessi affermano:
“È grave e antidemocratico, l’invito del presidente della Regione a non protestare, arrogandosi con fumose dichiarazioni l’impegno a tutelare i lavoratori. Non ci interessa difendere il sistema pachidermico degli Enti di formazione professionale così com’è ma riqualificarlo”.
Per la Cisl siciliana, “i lavoratori non devono pagare gli errori dei Governi passati e del Governo attuale. Invitiamo pertanto gli operatori in piazza. Resteremo davanti la sede dell’assessorato fino a quando non avremo risposte serie e concrete e non i soliti annunci”.
Divertente apprendere come stiano a cuore i “lavoratori”. Peccato che in particolare Bernava abbia dimenticato le accuse che a lui personalmente indirizzavamo in merito alla formazione (Ial), al Caf, agli enti di estrazione sindacale.
Critiche che in occasione di un’importante appuntamento per discutere sulla Manovra finanziaria nazionale, tenutosi presso la sala convegni “Silvia Pellegrino” della Provincia regionale di Agrigento, portarono il leader della Cisl siciliana – anziché recitare un mea culpa e correre ai ripari riportando sulla giusta rotta il sindacato che avrebbe il compito di tutelare i lavoratori – a definire “stronzetto” chi aveva il coraggio di muovere le critiche a comportamenti quantomeno disdicevoli.
Abituato a direttori di testate e giornalisti “non stronzetti”, al potente Segretario Regionale non andò giù il fatto che qualcuno avesse il coraggio di denunciare le malefatte della formazione e le parentopoli a tutti i livelli che costellano il mondo sindacale.
A distanza di quattro anni, con processi e indagini in corso su quel mondo che abbiamo osteggiato e sul quale abbiamo contribuito a far luce, noi siamo ancora qui.
Pronti a ricominciare da dove ci eravamo lasciati…
Gian J. Morici
Bene, si ricomincia. Può essere che questa volta si riesce a toccare gli intoccabili che fino a ora sembra sono riusciti a farsi i comodacci loro facendola sempre franca.
Molto tempo è passato, molti fatti sono accaduti, ma una cosa è certa, il tempo è galantuomo e le verità uscite nel lontano 2009 sul blog, oggi trovano conferma nelle aule giudiziarie, grazie di cuore e ben tornato sull’argomento sig Morici. Buona Pasqua a tutti
Il nuovo venticello di legalità che comincia a soffiare, spero che presto diventi un URAGANO e travolga tutti gli altarini del malaffare.
Diritti Negati