Di Ettore Zanca – esclusiva per “la valle dei Templi .net”
Un grazie particolare a Loriana Prioreschi per le foto.
La scena lascia pochi dubbi: mi sono sparato alla testa. Eppure io non ricordo di averlo fatto. Non mi viene in mente nessun motivo per cui avrei dovuto mettere fine alla mia vita. Non era perfetta, ma mi sembrava andasse abbastanza bene, meglio di quella di tante persone che conosco.
Non si può morire la notte di Natale è il primo romanzo noir di Enrico Ruggeri, un libro in cui emerge prepotente la capacità di dimostrare quanto un retaggio familiare possa intrappolare mortalmente se i meccanismi sono perversi.
Il protagonista del romanzo è Giorgio Sala. Un attore di successo che viene trovato riverso sulla scrivania col cranio sfondato da un proiettile. Il tutto viene catalogato come tentato suicidio. Ma è lo stesso protagonista, scampato miracolosamente alla sua morte a rivelare fin dall’inizio come voce narrante che non di tentativo di uccidersi si tratta. C’è un assassino che si nasconde nella cerchia dei parenti che erano con lui, un killer che ha cercato di far apparire un gesto inconsulto il tentativo di uccidere Giorgio Sala proprio durante il cenone di natale, dove all’interno della famiglia dell’attore si consuma una recita a uso e consumo quasi masochistico, in quanto si regge un copione consunto composto dai genitori, la ex moglie che lo odia per il suo egocentrismo, i figli e le zie.
Il romanzo si dipana in una ricerca di indizi sempre più avvolgente. Fino all’epilogo che si consuma esattamente un anno dopo in un’altra notte di natale.
Il romanzo è molto scorrevole e ben curato. Lo si nota dalla possibilità di poterlo leggere molto rapidamente, questo non è un difetto agli occhi dei lettori attenti, le opere ben curate infatti spingono a non indugiare alla ricerca delle incoerenze e fanno andare avanti alla ricerca dell’epilogo.
In più il romanzo traccia pennellate ben definite dei personaggi, sono pochi ma accuratamente curati. La madre e il padre del protagonista, i figli, la ex moglie, i figli e le zie, tutti con un motivo per odiare Giorgio Sala.
Non si può morire la notte di natale descrive una dimensione familiare talmente veritiera che sorge il dubbio che sia frutto di una dimensione personale e familiare molto vicina all’autore del romanzo. Sembra che Enrico Ruggeri si sia divertito a compiere una “esasperazione narrativa” accentuando i tratti “noir” di persone a lui ben note e conosciute, frutto del suo retaggio.
Mi sono chiesto anche io se quanto scritto sia stato frutto della accentuazione di dimensioni personali e familiari a me conosciute – sostiene Enrico –, di sicuro è frutto delle mie elucubrazioni e valutazioni. Io fortunatamente non vivo una dimensione familiare di questo genere o con queste dinamiche, ma è altrettanto vero che scrivendo questo romanzo e tracciando la figura di Giorgio Sala anche io mi chiedevo se non avessi ferito o fatto male a qualcuno con lo stesso modus operandi del protagonista, se ho agito bene e se sono stato all’altezza dei ruoli familiari che la vita mi ha chiesto o se sono stato solo bravo a dare gioia a chi stava sotto il palco ad ascoltare le mie canzoni. D’altronde scrivere è anche una forma di esorcismo dei propri fantasmi, anche ricorrendo appunto a una esasperazione narrativa del proprio vissuto.
Salta all’occhio che anche in questo romanzo viene descritto un fatto omicidiario avvenuto tra le mura di casa, anche questo sembra rendere la narrazione fin troppo attuale.
In realtà – continua Enrico – l’idea di scrivere un romanzo così non mi è venuta ispirandomi alle fattispecie esecrabili che si verificano purtroppo a cadenza quotidiana, per quanto possa sembrare vicino a questi episodi, il mio è più un romanzo introspettivo, è quasi un percorso interno di ricerca di sè del protagonista. Mentre Giorgio Sala cerca il suo colpevole, nel frattempo cerca anche qualcosa di sè, le ragioni che lo hanno portato ad agire in modo tale da farsi odiare da un membro della sua cerchia familiare.
Non si può morire la notte di natale è il secondo romanzo di Enrico Ruggeri, dopo l’uscita di che giorno sarà, dove veniva descritta la vita di un cantante che nella sua vita ha scritto una sola canzone di successo, indubbiamente nell’attività di romanziere, Ruggeri conferma la grande capacità di riuscire a descrivere con minuzia quasi cinematografica le miserie e i fantasmi del nostro tempo, si muove in ambienti a lui molto congeniali ma riuscendo a dare vita a una scrittura che svolge funzione salvifica ed esorcizzante. Uno dei suoi migliori amici nella vita è Giorgio Faletti, che proprio dal mondo dello spettacolo è transitato felicemente per approdare al ruolo di grande romanziere noir. Anche Enrico ha intenzione di svolgere lo stesso percorso del suo amico e quasi sosia?
Giorgio Faletti è davvero un grande autore, cura i suoi romanzi con molta attenzione, oltre che avere una scrittura molto coinvolgente, un paragone che mi onora, tuttavia la mia prima passione è e resta la musica, che vince su tutto il resto. Continuerò ad affiancare queste belle “evasioni” che mi completano e mi rendono vivo a ciò che ho sempre fatto e farò. Ovvero la mia musica.
Giorgio Sala è un uomo che al successo professionale non ha saputo coniugare una vera vita affettiva. La notte di una vigilia di Natale tenta il suicidio sparandosi a una tempia. O almeno così stabilisce l’inchiesta. Giorgio, però, che è sopravvissuto ma è rimasto infermo e momentaneamente incapace di parlare, non è mai stato sfiorato dall’idea di uccidersi. E comincia a indagare mentalmente per scoprire chi ha cercato di eliminarlo e perché.
Enrico Ruggeri
Non si può morire la notte di Natale (2012) Baldini Castoldi Dalai editore, collana Pepe Nero, pagg. 153, euro 13,90
L’autore:
Enrico Ruggeri (1957) comincia la carriera come cantante di una band, i Decibel. Dal 1981 intraprende quella di solista, registrando complessivamente, fino a oggi, trenta album. Non si può morire la notte di Natale è il suo primo romanzo giallo.