Le proteste ieri sono avvenute in 951 città in 80 paesi del mondo. Una protesta globale, così come globale è la crisi e il malessere sociale.
Erano centinaia gli indignati accampati con le tende a Londra, Francoforte e Amsterdam.
Decine di migliaia, i manifestanti a Roma, città nella quale, poche centinaia di teppisti, hanno dato luogo ad una guerriglia urbana che ha provocato feriti e parecchi danni.
Solo per un caso – afferma il ministro Maroni – non c’è scappato il morto.
Una marcia pacifica, degenerata in violenza, con scontri di piazza, che hanno visto gli stessi dimostranti rivoltarsi contro i Black Bloc che, come già accaduto in passato, hanno distrutto tutto ciò che hanno trovato lungo il loro cammino.
Due le domande che la gente si pone:
1) Chi sono i famigerati Black Bloc?
2) Perché solo a Roma, una manifestazione globale è diventata violenta?
Un’anomalia tutta italiana, che, com’era prevedibile, qualcuno vorrebbe strumentalizzare per etichettare i manifestanti come violenti, teppisti, criminali.
Ma questa volta, sarà veramente difficile far passare questo messaggio.
Difficile perché ormai un po’ tutti hanno compreso che i veri nemici della protesta, sono proprio coloro che incappucciati hanno imperversato nella capitale, causando i disordini, mentre i dimostranti si allontanavano sgomenti.
Molti ritengono che fra i Black Bloc si nascondano prezzolati o infiltrati utilizzati allo scopo di creare i disordini per giustificare le dure reazioni repressive da parte dello Stato.
Noi non sappiamo, né c’interessa saperlo, chi si nasconda dietro quelle sciarpe e quei cappucci. Quello che sappiamo, che quanto accaduto a Roma era prevedibile e già anticipato anche con messaggi sul web.
Perché si è consentito che potessero arrivare a Roma, muovendosi liberamente e infiltrandosi tra dimostranti? Se le forze dell’ordine, non sono state in grado di garantire il pacifico svolgimento della manifestazione, di chi è la responsabilità?
Senza voler andare a cercare spiegazioni diverse, come quelle di infiltrati all’interno di questi gruppi di teppisti, prendiamo in esame quella più buonista: un governo che è incapace di governare!
60 milioni di euro di tagli sulla sicurezza. Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, senza benzina per le automobili di servizio, senza carta né cancelleria per gli uffici, con sempre meno mezzi a disposizione per le indagini. Uno Stato che sta annientando tutte quelle strutture che dovrebbero garantire giustizia, diritti, sicurezza dei cittadini.
In qualsiasi paese appena civile, il ministro avrebbe dovuto rassegnare le proprie dimissioni. In Italia no.
Che fare? Prendere atto di come il pericolo peggiore per il movimento venga da queste frange violente, isolando i teppisti e, quando possibile perché ancora in pochi all’interno dei cortei, consegnarli alle forze dell’ordine?
Ma gli stessi agenti, anche loro devono far qualcosa. Indirizzare le loro azioni contro chi fa della violenza generalizzata e gratuita uno strumento di lotta che va per prima cosa contro i manifestanti. Indignati, che sono tali anche in difesa dei diritti degli uomini che indossano una divisa. Uomini che come loro non appartengono alla casta e che a fine mese fanno i conti con uno stipendio che non basta più, con le rate di mutui e con le finanziarie. Con i figli senza futuro.
Gli sconfitti? In primo luogo tutti gli italiani onesti. I manifestanti, i poliziotti, i ragazzi, i pensionati.
Sconfitti da uno Stato che non è neppure capace di garantire la sicurezza. Chi pagherà i danni? Né le caste, né le banche. A pagare, come sempre, cittadini innocenti, manifestanti pacifici, poliziotti, impiegati, precari e pensionati.
Ma nessuno si dimette…
Gian J. Morici