La Carovana Antimafie a distanza di più di 15 anni dalla sua prima edizione, diventa per il 2011 Carovana Internazionale, interessando su iniziativa di ARCI e LIBERA, con il partenariato dei Sindacati, l’Italia ed altre nazioni.
La Carovana siciliana avrà luogo dall’1 al 4 giugno con una tappa ad Agrigento l’1 Giugno alle ore 11, piazza municipio. In occasione della stessa sarà presente l’Eurodeputato Rita Borsellino.
Questa iniziativa coniugando i temi della cultura, dello sviluppo e della legalità, vuole essere un’ occasione per stimolare il variegato mondo dell’associazionismo, della scuola e della società civile in direzione di un diffuso e comune impegno per la valorizzazione del patrimonio storico e culturale al fine di conseguire, affermando i valori della legalità, della coesione sociale e della pace tra i popoli, l’obiettivo dello sviluppo. Il passaggio ad Agrigento prevede un momento di riflessione sul tema della legalità e lo sviluppo responsabile e partecipato del territorio.
Le lobby , la mafia e la politica ad Agrigento.
La identificazione dei poteri di mafia si raggiunge – secondo un mio pensiero
– facendo attenzione a tutto quanto ci circonda ed è organizzato , ma ci passa
inosservato sotto i nostri occhi e lontano dai nostri pensieri. Quando un
cittadino dice di non avvertire la mafia accanto a se, è perché non pone
rigorosa attenzione in tutto ciò che lo circonda , perfino l’osservazione delle
cose ,le iniziative che ci sembrano le più banali . Osservando , osservando,
portando a fuoco i nostri pensieri come l’obiettivo di una telecamera, con
effetto zummata , potremmo registrare avvenimenti, occasioni, movimenti e
organizzazioni che a primo impatto ci appaiono semplici e sfuggono alla nostra
attenzione non abituata. Invece, potremmo notare uomini , personaggi , che sono
stati fianco a fianco di Brusca e vicini al noto mafioso Montalbano . Tutto
ciò ci sembra naturale , perché non percepiamo bene i pericoli , non siamo
abituati a certi ragionamenti e a certi disumani malvagi comportamenti ,che
leggeremo qui appresso per capire il tipo di mentalità che hanno quelli che
praticavano questi soggetti . Alla luce di queste osservazioni l’antimafia
dovrebbe porre alta attenzione , decifrando e riconoscendo , additando gli
uomini che hanno fatto e continuano a fare male alla nostra società . Ed ecco
che la presenza nel territorio di Agrigento della delinquenza organizzata ,
nella vicina frazione di Cannatello , con la complicità di uomini di Favara ,
ha assicurato un nascondiglio segreto per un latitante . Non si tratta di un
delinquente qualsiasi, ma di un individuo senza scrupoli , senza la pur minima
coscienza , di Brusca , quell’energumeno che ha avuto la capacità di essere l’
artefice di diverse stragi , braccio destro di Totò Riina .
Un esempio eclatante compiuto da Brusca è stato il pigiare un pulsante per
fare saltare in aria un pezzo di autostrada e con essa , Giovanni Falcone viene
assassinato in quella che comunemente è detta strage di Capaci , il 23 maggio
1992. Bisogna rabbrividire ! I particolari sull’arrivo del giudice all’
aeroporto di Palermo dovevano essere coperti dal più rigido riserbo;
nell’aereo di Stato – che lo riportava a Palermo – avevano avuto un passaggio
diversi “grandi elettori” (deputati, senatori e delegati regionali) siciliani
reduci dagli scrutini di Montecitorio per l’elezione del Capo dello Stato,
prolungatisi invano fino al sabato mattina. Uno di essi sarebbe stato
addirittura inquisito per associazione a delinquere di stampo mafioso tre anni
dopo; ma nessuna verità definitiva fu acquisita in sede processuale
sull’identità della fonte che aveva comunicato alla mafia la partenza di
Falcone da Roma e l’arrivo a Palermo per l’ora stabilita .
Come un uomo come Brusca non deve fare i conti con Nostro Signore Onnipotente
per tutto quanto ha fatto contro gli uomini : il piccolo Giuseppe Di Matteo,
sequestrato per circa due anni, torturato, ucciso , bruciato nell’acido . E
l’acido era “ la formula chimica “ usata con efferata disumanità e la
deposizione di Brusca la esposta ai Giudici con una naturalezza da fare almeno
inorridire .
Questo è quello che ha detto Brusca in una delle sue deposizioni :
“ l’abitudine era di mettere l’acido da parte. Se uno di noi aveva
l’occasione di acquistarne qualche bidone lo acquistava. Anche se non c’era la
necessità immediata di utilizzarlo. Con lo stesso spirito col quale potevamo
acquistare fucili o pistole perché… non si sa mai. Bisogna considerare che
occorrono 50 litri di acido per ottenere la disintegrazione di un corpo in una
media di tre ore. Certe volte adoperavamo anche un bruciatore con la fiammella
per aumentare l’effetto calore. Avevamo scoperto anche questo sistema per
abbreviare i tempi. L’acido è pericoloso. Devi stare attento agli schizzi. Ma
nessuno di noi ha mai adoperato i guanti.”……
“….Il corpo si scioglie lentamente, rimangono i denti della vittima, lo
scheletro del volto si deforma. Può restare parzialmente intatto il bacino…
Alla fine non si vede quasi più niente. A quel punto si prendono i resti e si
vanno a buttare da qualche parte. A San Giuseppe Jato li andavamo a buttare nel
torrente. Quando i palermitani ci sfottevano chiamandoci «zoticoni» o «cafoni»
o «peri incretati», cioè piedi sporchi di fango, noi rispondevamo: «E voi,
allora? Bella acqua che bevete a Palermo… ». La diga dello Jato è infatti una
delle principali risorse idriche del capoluogo siciliano. Questo per dare
l’idea del nostro tipo di scherzo… Stefano Bontade e Totuccio Inzerillo – ci
tengo a ricordarlo – furono i primi a adoperare l’acido. Sino all’inizio degli
anni Ottanta, noi adoperavamo un sistema molto più primitivo e molto più lento.
Arrostivamo i cadaveri sulle graticole. Si cominciava di primo mattino e si
finiva al tramonto: per fare scomparire un solo cadavere impiegavamo dalle
sette alle otto ore e ci volevano camion carichi di legna per tenere sempre
viva la fiamma. Poi anche noi cominciammo a adoperare l’acido.”
Ecco questi essere alcuni passaggi sconcertanti , per dire poco , che nella
mente di una persona “ normale “ producono effetti lesivi , lesioni nello
spirito , nell’anima .
Queste riflessioni lasciano intendere quante altre “ menti cattive “ , mafiosi
potenti , sono stati ospiti o hanno vissuto e vivono nel territorio di
Agrigento . Agrigento potrebbe essere la Capitale della Mafia internazionale
data la sua posizione strategica al centro del mediterraneo e crocevia di tutte
le possibilità di fuga ?
E nella nostra città menti eccellenti , personaggi , lobby , poteri forti
potrebbero albergare e continuare ad esercitare il potere politico – mafioso
con determinazione distruggendo tutto quanto gli uomini onesti e di buona
volontà faticano a realizzare ?
Mi auguro che l’anatema del Papa Giovanni Paolo II possa fare ancora da Eco
nella società civile ed essere d’esempio per il buon comportamento e il quieto
vivere in una realtà , che a mio avviso potrebbe essere ancora inquinata e
sensibilmente ancora arroccata : mentalità contorte , distorte e fortemente
pressanti, invadenti , lesive il vivere civile potrebbero ancora albergare
nella nostra martoriata terra di Girgenti.
Concludo sperando insieme agli agrigentini onesti , che la lotta alla
criminalità organizzata ,alla mafia, che a tutti i costi vuole il predominio
nelle cose pubbliche e private , possa essere fortemente inibita da quei poteri
dello Stato , rappresentati da Uomini valenti delle forze civili ,militari ,
ecclesiali , di polizia , della Guardia di Finanza , dell’Arma dei Carabinieri
, della Magistratura , che tutti uniti, insieme, in un unico intendo ,
possano celebrare non solo l’anniversario della strage di Capaci , ma l’
anniversario della perdita degli uomini che generano disordine nella società,
nella politica e nel consumo del denaro pubblico deviato.
Urge individuare personaggi , progetti e organizzazioni , mezzi che minano
continuamente il giusto quieto vivere della società civile agrigentina. E senza
ombra di dubbio , essendo cittadino che crede nei valori dello Stato , penso
che le forze di Polizia, Carabinieri ,Finanza e della Magistratura possano
averle di già almeno individuate .
Dott. Aldo Capitano
Coordinatore di “ Insieme nel Sociale “
Diritti e Doveri
Movimento culturale politico autonomo
Complimenti per l’invito alla lotta alla criminalità organizzata!!!! ma sugli atti pesonali di ciascuno che cagionano danni agli altri e che sono prevaricazione del diritto del cittadino non si dice nulla???
forse non si è capito!!!!! ma sto semaforo sulla ex cavaleri magazzeni e la videosorveglianza sulla strada chi l’ha permessa!!! certo è chi l’ha voluta!!!!! è illegale tutto anche se ci sono le autorizzazioni. quivi è perfetta mafia.