Generazione Italia Agrigento si chiede per quali misteriosi giochi del fato non venga affrontato il grave problema della mattanza sociale nel mondo scuola, che si paventa soprattutto, nel meridione, guarda caso rinnovato
catalizzatore d’interesse, e che innalza i tassi di disoccupazione in modo esponenziale.
Secondo quanto riferito dal Sole 24 ore -scrivono Gerlando Gibilaro e Ornella Policardi, di Generazione Italia Agrigento – saranno la Campania, Sicilia,
Calabria, Sardegna le regioni che subiranno i maggiori tagli.Nella nostra isola, purtroppo, una delle situazioni più critiche con la perdita di 3325 professori e 1700 figure Ata; un totale di 5025 posti sottratti per il nuovo anno scolastico.Questi 5025 si aggiungono ai circa 11000 persi nell’anno scolastico precedente per un totale di circa 16000 posti di lavoro.Fonte “La
Sicilia” (su dati sindacali).
Nel meridione, quindi, a causa del calo degli alunni e delle le classi a tempo pieno salteranno quasi tutte le supplenze annuali assegnate quest’anno e parecchi docenti di ruolo saranno costretti all’esubero, al Nord lo scenario è, sicuramente migliore, qui gli alunni sono in aumento e i tagli vanno meglio. Si stima, infatti, che tra pensionamenti e posti scoperti le cattedre libere sono parecchie e si riuscirà a mantenere una situazione più o meno equilibrata.
Questi dati non lasciano spazio ad interpretazioni o a mistificazioni e dovrebbero far indignare, in modo trasversale, tutte le rappresentanze politiche.
L’anno scolastico sta per iniziare, perché non inserire nei 5 punti di programmazione una seria rivalutazione del mondo scuola ed un passo indietro sui tagli? Questo è il guanto di sfida che i nuovi disoccupati e tutti i precari del Sud lanciano al Governo.
Fatta questa doverosa premessa Generazione Italia Agrigento dichiara di essere a fianco dei precari Agrigentini e Siciliani e nel contempo esprime la sincera solidarietà ai manifestanti che difendono il loro diritto alla dignità di lavoratori e di cittadini italiani, contro una politica miope ed indifferente che toglie risorse alla Scuola Pubblica Statale nel disprezzo di quei principi di equità e giustizia che do-vrebbero garantire il diritto allo studio e al lavoro.