Una centrale abusiva operante a Roma, composta da una quindicina di persone, dedita ad accessi abusivi a sistema informatico.
Questo è quanto sembra emergere da un’indagine condotta dalla procura di Perugia, che avrebbe portato alla scoperta di centinaia di accessi abusivi alle banche dati della procura nazionale Antimafia per acquisire informazioni in danno di soggetti politici, personalità del mondo economico e dello spettacolo.
Le risultanze degli accessi abusivi alle cosiddette Sos (segnalazione di operazione sospetta),in alcuni casi sarebbero finite in articoli di giornale, finendo con il coinvolgere diversi giornalisti che le avevano pubblicate.
Una vicenda che ricorda il “Caso Montante”, ex paladino dell’antimafia, arrestato per corruzione, il quale avvalendosi della sua posizione raccoglieva informazioni per creare dossier da potere utilizzare anche per condizionare la politica.
Tra gli indagati dalla procura perugina, il pm Antonio Laudati e il finanziere Pasquale Striano.
Al magistrato sarebbero stati contestati 319 accessi abusivi – nonché l’ipotesi di falso ideologico in atto pubblico e abuso d’ufficio – mentre il finanziere a sua volta avrebbe effettuato oltre 500 accessi abusivi.
Notizie date in pasto alla stampa, ma anche fornite ad un investigatore privato, il cui fine non è per nulla chiaro.
Se non è difficile comprendere l’uso che si potrebbe fare di notizie acquisite in danno di soggetti politici, altrettanto non può dirsi per il coinvolgimento di Cecilia Marogna, consulente esperta in relazioni internazionali, finita a processo in Vaticano per il cosiddetto Chelseagate, e l’ex 007 Riccardo Sindoca, i cui legali l’estate scorsa denunciarono una azione illecita di dossieraggio ad opera della Guardia di Finanza di Cittadella.
I legali di Sindoca (Di Sera e Ruggio), erano stati fatti oggetto di una segnalazione all’Ufficio anti-riciclaggio di Bankitalia, che a loro dire era assolutamente campata per aria, riguardando normalissime transazioni economiche di modesto valore con il loro patrocinato.
Sindoca è noto anche per aver segnalato uno scandalo ambientale che interessa l’Alto vicentino, l’affaire Safond Martini di Montecchio Precalcino, un’azienda che rigenera sabbie di fonderia e che stando alla denuncia presentata sarebbe causa di una grave situazione di inquinamento.
Ad accomunare Sindoca e i suoi legali anche il caso Becciu-Marogna, un caso di presunte malversazioni in danno delle finanze vaticane, che vede gli avvocati Di Sera e Ruggio e lo stesso Sindoca, fare parte del collegio difensivo di Marogna.
Riccardo Sindoca, con un passato da agente segreto del controspionaggio Nato, è già stato oggetto di attività quantomeno “anomale”, come quando nel giugno 2018, nell’ambito di una inchiesta contro ignoti relativa a una presunta fuga di informazioni riservate, dalla Guardia di Finanza di Vicenza – su ordine della magistratura berica – gli vennero sequestrati il telefono e il pc dei quali vennero fatte copie forensi.
Nella circostanza, l’ex 007 fece presente che il contenuto dei dispositivi poteva contenere materiale coperto da segreto Nato.
La Cassazione reputò illegittimo e abnorme quel “sequestro esplorativo”, ordinando la distruzione delle copie digitali effettuate dagli inquirenti.
Nonostante ciò, la richiesta presentata dall’interessato al pubblico ministero vicentino Claudia Brunino di sapere che fine avessero fatto le copie forensi, non ottenne alcuna risposta.
L’ex agente dei servizi segreti è stato oggetto di indagini per oltre cinque anni, in spregio – come dallo stesso affermato – ai termini che ben delineano tali temporalità operative di PG, e indagato anche mezzo di SOS destituite nel contenuto da qualsivoglia ragione.
Aspetti evidenziati in un’istanza presentata alla Procura della Repubblica di Perugia a seguito dell’acquisizione da parte dell’interessato delle relazioni di servizio ed annotazioni “trovate a fascicolo penale” legittimamente dallo stesso acquisite una volta archiviati ben due procedimenti penali a suo carico.
Si tratta soltanto dell’ultimo atto prodotto da Sindoca, il quale già in passato aveva deferito pubblici ministeri e appartenenti alla polizia giudiziaria vicentina per gravi e plurime violazioni dallo stesso subite.
La gravità dei fatti accaduti non riguarda soltanto queste ultime vicende, considerato che Sindoca, per i suoi trascorsi nei servizi segreti avrebbe fatto rivelazioni anche stragi di mafia del 1992, che a seguito del sequestro dei dispositivi a lui in uso (dei quali furono fatte copie forensi forse mai distrutte, così come aveva invece ordinato la Cassazione) potrebbero essere state portate a conoscenza di altri soggetti.
La delicatezza del caso e le sue possibili implicazioni, hanno portato il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo e il capo della procura di Perugia Raffaele Cantone a inviare una lettera al comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura, alla presidente della commissione Antimafia e al presidente del Copasir, chiedendo di valutare “con l’urgenza del caso” l’opportunità di una loro audizione.
Ieri sera, Riccardo Sindoca, sulla sua pagina Facebook ha così commentato i fatti:
“Bene ..ecco che ci risiamo con gli 00 Sotto che ‘abusano ‘ ai nostri danni ma ancor più inquietante dell’abuso e’ il ‘fine ultimo.’ …a chi ho dato , ovvero abbiamo dato , così ‘fastidio ‘ ?Cosa potrà aver ‘inciso ‘ sul dossieraggio ‘patito ‘ da me e ancor più grave sugli avvocati Ruggio e Di Sera? Il caso ‘Marogna Vaticano ‘ ? Il Caso della mia denuncia ambientale veneta ? Il caso sulle ‘balle ed omissioni ‘ commesse sulla strage di via Fani e del delitto Moro di cui mi sono occupato con il Generale Laporta e di cui al libro poi uscito ? I fatti di ‘cosa nostra Siciliana ‘ , omicidio Lombardo , con cui ne parlai anche con Morra e Milioni a cui feci notare ‘note stonate ‘ su quello che si volesse far passare come ‘suicidio ‘ ? I fatti riesaminati unitamente ad altri colleghi e più volte sulla strage di via d’Amelio e Capaci ? Oppure le ‘deviazioni di certi servizi ‘ e di cui ad interlocuzioni occorse anche il giornalista Zanella ? O ancor più la delicata attività svolta tra Cecilia Marogna ed i Servizi Italiani per quanto ai sequestri noti e che si attestavano a questioni pure Vatican e? Il caso Orlandi di cui più volte ho discusso e me ne sono occupato con giornalisti qualificati come ad esempio Gregoretti e Ambrosini ? Che cosa vi ha dato ‘così fastidio ‘ ?Di certo se la Procura Nazionale Antimafia avesse avuto ‘legalmente bisogno di me ‘ sapeva benissimo dove fossi e che io con i Magistrati ‘seri ‘ abbia sempre collaborato ..sempre se per fini legittimi ovviamente . Se ‘torno indietro ‘ mi occuperò di supermercati , così magari ‘non daro’ fastidio più a nessuno ‘ tanto già ci vado a comprare l’acqua minerale così come certificato dalle ambientali e dai brogliacci della GDF sotto la supervisione dell’allora Tenente Tollardo della GDF ,da me ribattezzato in codice ‘penultimo ‘ dacché diventato Capitano ..”
È preoccupante quanto accaduto, tanto più se dovessero perdurare attività investigative che tutto sembrano tranne che svolte per ragioni di giustizia.
A chi fa paura Sindoca?
Gian J. Morici