Non è chiaro se il povero animale fosse già morto o meno prima di essere dato alle fiamme, ma rimane il fatto che le zampe erano legate quindi non si può pensare a una morte naturale o accidentale. LNDC Animal Protection sporge denuncia e chiede alla cittadinanza di superare l’omertà e contribuire a risalire agli autori di questo terribile atto di crudeltà verso un essere indifeso
Agrigento, 26 giugno 2023 – Sono immagini terrificanti quelle diffuse da un’associazione locale di Santa Margherita di Belice, in provincia di Agrigento, dove è avvenuto questo tragico ritrovamento. Sul ciglio di una strada secondaria, infatti, è stato rinvenuto il cadavere completamente carbonizzato di un cane di taglia media con un particolare che aggiunge orrore all’orrore: aveva le zampe posteriori legate con del fil di ferro. Questo farebbe pensare che il povero animale sia stato legato e arso vivo, con le zampe appunto legate per impedirgli di scappare.
“In tanti anni sul campo pensi di averle viste un po’ tutte, ma c’è sempre qualcosa che ti lascia ancora senza parole per la crudeltà con cui ci si accanisce contro delle creature innocenti e indifese”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Chiunque abbia ridotto in quello stato un povero cane dimostra un sadismo esagerato e preoccupante. Per arrivare a questo bisogna essere persone veramente disturbate, senza il minimo rispetto per la vita e senza alcuna traccia di empatia. Confido nelle indagini affinché si faccia chiarezza innanzitutto sull’identità del cane, per quanto possibile, sulla dinamica dell’episodio e soprattutto che si riesca a risalire all’identità del responsabile o dei responsabili di questa barbarie.”
LNDC Animal Protection nell’immediato sporge denuncia contro ignoti, ma si appella a tutta la cittadinanza per avere nomi e cognomi degli autori di questa barbarie.
“Non è molto chiaro se il cane fosse ancora vivo quando è stato dato alle fiamme, ma rimane il fatto che aveva le zampe legate. Anche se fosse già morto, è importante capire come e perché, dato che sicuramente non può essere stata una morte naturale o accidentale altrimenti non ci sarebbe stato motivo di immobilizzarlo in quel modo. Spero che ci siano persone con una coscienza, pronte a squarciare il velo dell’omertà e a fornire informazioni utili a fare chiarezza su questa vicenda. Eventuali segnalazioni possono essere inviate all’indirizzo avvocato@legadelcane.org”, conclude Rosati.