Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, in occasione della ricorrenza dell’attentato terroristico di Bruxelles, avvenuto il 22 marzo 2016, in cui persero la vita 32 persone vuole commemorare la vittima italiana Patricia Rizzo. La strage si articolò in due momenti: uno presso l’aeroporto di Bruxelles-National (nel comune di Zaventem) e l’altro alla stazione della metropolitana di Maelbeek/Maalbeek (nel comune di Bruxelles).
Patrica Rizzo, 48enne, sposata con un figlio, originaria della provincia di Enna, lavorava all’Ercea, Agenzia Esecutiva del Consiglio Europeo della Ricerca, morì nell’esplosione della stazione metropolitana di Maelbeek. Qualche tempo dopo il padre di Patricia, Gaetano Rizzo fece una dichiarazione molto toccante alla stampa che ci sentiamo di condividere ed estendere a tutte le vittime del terrorismo e delle mafie: «Non c’è denaro, non ci sono mille medici e mille psicologi che possono ridarci indietro nostra figlia».
Gli attentati di matrice estremistica (ISIS) si inquadravano nella strategia del terrore che ha contraddistinto e contraddistingue una situazione geopolitica internazionale critica.
Oggi si parla e si scrive poco di terrorismo integralista ma tale piaga continua ad esistere; soprattutto se non verranno modificate le tendenze politiche che hanno condotto al suo insorgere. La pandemia ha per forza di cose oscurato e isolato il fenomeno terroristico in quanto le grandi manifestazioni pubbliche e il turismo internazionale sono ormai ridimensionati. L’epidemia dovrà finire e ci si augura il più velocemente possibile; pertanto occorre pensare per tempo ed educare le nuove generazioni a forme di dialogo e interazione con persone provenienti da altre realtà, onde riuscire a convivere pacificamente.