Ieri pomeriggio il Premier Conte ha di nuovo informato, declamando – moderno Cicerone – una serie di provvedimenti in pectore, destinati ad affrontare il post COVID-19. Parole su parole scelte con cura come lui stesso ha sottolineato durante l’intervento, ma che se avevano il fine di informare e tranquillizzare i cittadini non hanno sicuramente raggiunto lo scopo.
Il Premier da abile oratore è ricorso ad una tecnica comunicativa basata sui grandi numeri. Mecenate dei tempi moderni ha promesso miliardi a tutti, ma si è dimenticato di dire dove trovarli ed a chi saranno destinati e, soprattutto, quando saranno disponibili. Un cenno solo all’intenzione di chiedere all’Europa un anticipo sul Recovery Found e forse di ricorrere al MES,
Un eloquio egocentrico sviluppato usando unicamente verbi coniugati al gerundio ed al futuro. Non certezze, quindi, ma solo promesse come ormai siamo abituati ad ascoltare ogni qual volta il Premier si presenta ai cittadini, Stiamo lavorando…, stiamo facendo….., provvederemo…., le espressioni ricorrenti, peraltro talune poco credibili come quella dell’intento di sistemare gli edifici scolastici prima di settembre per assicurare la ripresa dell’attività scolastica in piena sicurezza sanitaria. Forse non è stato informato a dovere sullo stato dell’edilizia scolastica italiana.
Una sola frase al presente, riferita all’affermazione di Presidente di Confindustria “questa politica rischia di fare più danni del Covid”, quando il Premier non condividendone il contenuto, ha definito quelle parole assolutamente “infelici” e per questo motivo “rimandate al mittente”.
In compenso il Prof. Conte ha espresso una dichiarazione di intenti di aprire un dialogo costruttivo con l’opposizione. Staremo a vedere. Ci aspettiamo infatti che a breve il gerundio ed il futuro diventino presente ed addirittura passato prossimo quando il Premier parlerà di nuovo alla Nazione.
Fernando Termentini