A forza di colpi bassi, calci e spintoni un certo accordo pare che sia stato raggiunto tra i nemici-amici del cosiddetto Governo sul reperimento dei fondi per il famigerato “reddito di cittadinanza”. Fondi reperiti essenzialmente “sfondando” il tetto del deficit.
Secondo, cioè, gli insegnamenti del fu Consigliere comunale e maestro di economia del mio paese d’origine, “Cretò”.
Quello su cui non mi pare si sia ancora litigato è, invece la destinazione di questo famoso reddito.
Finora si è lavorato su un’ipotesi statistica che “classifica” come nullatenenti e prive di reddito certe ipotetiche categorie di cittadini. Che, in quanto categorie e pure ipotetiche non sono in condizioni di strillare se escluse o deluse.
Ma per rendere reale questa conclamata elargizione non basta individuare una categoria astratta di beneficiari.
E’ certo che si dovrà procedere per famiglie. Più o meno come per i prelievi fiscali.
Non ci saranno redditi numerosi per le famiglie numerose.
Però, mangiano le persone, non le famiglie. Quindi buon per le famiglie piccole (o sbaglio?). Ed a quelle grosse forse converrà spezzettarsi o, magari far vedere di farlo.
Poi c’è la questione dei frati e delle monache poveri in canna per voto fatto (che un tempo importava incapacità giuridica di possedere) ma appartenenti ad Ordini ricchi e straricchi.
Poi ci sarà la questione dei redditi “indecenti”, come tali non tassati. Ed ai titolari (alle titolari…) dei quali si direbbe che vada il reddito di cittadinanza. Daranno il reddito di cittadinanza alle prostitute?
Insomma tiratela come la volete ma la spesa, l’elargizione del reddito di cittadinanza, benché dopo reperiti i fondi necessari raschiando il barile del deficit, è tutta da mettere a punto e tutta da combattere la battaglia relativa con nuovi colpi bassi ed armi proibite tra partiti e correnti.
E tra clientele e popolazioni delle varie parti d’Italia dove la povertà c’è dovunque, ma è assai diversa dall’una all’altra regione e provincia, dalla Città alla campagna.
La macchina “distribuisci reddito” è ancora da studiare. Che funzioni bene e giustamente una volta messa a punto dopo il giuoco con i coltelli sotto il tavolo tra gli “Alleati” di Governo è assai improbabile.
Che ne nasca un contenzioso colossale, che ci mettano becco le Procure, che si debba andare in Cassazione e, magari, alla Corte Costituzionale è assai probabile.
Reddito di Cittadinanza? Per ora abbiamo solo il Deficit di Cittadinanza. Per avere chi più chi meno la sua fetta di contenzioso di cittadinanza ci sarà da litigare e da spendere anche, e Soprattutto per il reddito che non ci sarà.
Viva l’Italia!
Mauro Mellini
Ma la prostituzione in Italia è già tassata; questo ai sensi dell’articolo 36 comma 34bis della Legge 248/2006, come chiarificato dalla Cassazione con le Sentenze n. 10578/2011, 18030/2013, 7206/2016, 15596/2016 e 22413/2016. Il Codice relativo è 96.09.09 “Altre attività di servizio per la persona non classificabili altrove”.
Cosa aspettano i sex workers ad aprire la partita IVA e pagare le tasse in merito, rilasciando la ricevuta fiscale ad ogni rispettivo cliente?