L’esito del referendum del 4 dicembre, specie se sottoposto ad un’analisi geografica e di fasce d’età del voto, ha travolto non solo Renzi, le sue velleità di trovare in un plebiscito popolare la legittimazione di un potere anche superiore a quello che si andava attribuendo con la riforma costituzionale, e non solo il P.D. nell’ambito del quale la minoranza ha finito per essere ancor più emarginata perché il suo NO incerto e tremebondo (a parte D’Alema che, però sembra si tiri fuori) è stato doppiato e surclassato dal No di massa troppo grande per portare l’etichetta di una simile Sinistra.
Ha avuto un effetto analogo per Forza Italia, anch’essa “doppiata” dal torrente del NO senza reticenze e possibili ipoteche aziendali.
Avevamo scritto che Berlusconi aveva perso l’autobus di una leadership del NO. Si può dire che quell’autobus lo abbiano perso tutti.
Questo significa che i partiti, tutti, non sono stati all’altezza dei ruoli che il Paese poteva attendersi da loro. Se vogliono sopravvivere debbono ricominciare dalle fondamenta.
Certamente, però, ad essere totalmente surclassato e stravolto dagli elettori, è anzitutto e prima di tutti il P.D. Ammettere che “ha straperso” è ben poca cosa. Anzitutto perché i numeri sono tali da ridicolizzare ogni tentativo di tenerlo celato. In secondo luogo perché l’analisi del voto, di cui dicevamo poc’anzi, dice chiaramente che non solo ha straperso, ma che è stato strizzato, stravolto, cambiato dal voto popolare.
Abbandonato dai giovani, che hanno votato nelle più larghe percentuali per il NO, è oramai chiaro che non basta mettersi in maniche di camicia per dare un volto di modernità ad una vecchia carcassa. Della quale ha resistito, malamente, solo l’apparato burocratico-clientelare Emiliano-Toscano. Il Sud, dove la crisi del Centrodestra avrebbe dovuto lasciar disponibili più voti che altrove, ha bastonato Renzi.
Lo sfondamento a destra, alla conquista del ruolo di “Partito della Nazione” non c’è stato pur mancando la Destra.
Basterebbero queste poche ed elementari considerazioni per rendersi conto che non è ammettendo di avere “straperso” (essendo impossibile anche per un bugiardo della caratura di Renzi provare a sostenere il contrario) che si “ricominci”, semplicemente “impegnandosi di più”.
Nell’ambito del P.D. la botta ha colpito un po’ tutti. Non è venuta fuori una parola di autentico ripensamento, non una indicazione anche minoritaria di una politica diversa.
Certo non è tale la solita recitazione del “dover fare di più per il Mezzogiorno”, “fare di più per i giovani”: la tiritera che non manca mai nei discorsi più vuoti e bugiardi di Destra e di Sinistra.
Renzi cerca di prendere tempo. Così Berlusconi. Ma hanno già dimostrato che non hanno la minima idea di come utilizzarlo.
Ognuno sembra che confidi soprattutto nelle carenze, nella paralisi degli altri.
Non è un gran bello spettacolo.
Mauro Mellini