Nella apparentemente triste e ridicola notizia dell’ennesimo magistrato che si rifiuta di fare l’assessore per la Raggi, sarebbe sufficiente leggere il titolo per capire come gira il fumo.
Però siccome io sono particolarmente attento, nonché rompicoglioni, voglio evidenziare tre fatti. Non opinioni, fatti.
Primo: il M5S, nonostante le difficoltà in cui si dibatte e gli errori commessi, continua a gestire la propria attività politica come Robespierre durante il Terrore.
Ignoranti di professione, parvenue della cultura che si permettono di interrogare un magistrato della corte dei conti; il movimento fondato da un pregiudicato – che tiene assessori indagati – vuole sapere da Tutino anche cosa ha mangiato a colazione. Inaccettabile, e infatti non ha accettato.
Più ridicolo di questi c’era solo Pol Pot che faceva ammazzare le persone solo perché portavano gli occhiali.
Secondo: come era facile prevedere, ma qualcuno mi ha insultato per questo, la ri-presa del potere da parte di Grillo avrebbe instaurato una neodittatura in un partito già alla frutta come tasso di democrazia. E infatti, alla faccia del dibattito, dello streaming, della trasparenza, il capo supremo ordina: tutti zitti e sottocoperta. Il coprifuoco sarà il prossimo passo.
Terzo: lo stesso Tutino, che pure aveva dato disponibilità, dice testualmente che “le illazioni e dove le falsità e le beghe di una certa politica fanno aggio su professionalità e impegno”, rivelando (qualcuno se n’era già accorto a dire il vero) che il movimento è un’accozzaglia di incapaci, galli e galline nel pollaio, fazioni e faziosi, e che di gente in grado di governare il Paese semplicemente non ce ne sta, nel M5S.