Se ne sono dette e scritte tante sull’art. 18. Ne ricordo alcuni:“Nessun tabù”sull’articolo 18, la riforma del mercato del lavoro va affrontata con molta serietà, pragmatismo e senza ideologia”. (Emma Marcegaglia) Ed ancora: “Non voglio vincere contro mia figlia, con i sindacati voglio fare discussioni intellettualmente oneste e aperte” (Elsa Fornero). E per ultimo, ”freschissimo” : “Definire lo Statuto dei lavoratori come un documento datato mi pare un eufemismo”. ” Il mondo cambia e non si commette peccato mortale se si sottopone a una manutenzione una legge del 1970”. Ad affermarlo è il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi. Oggi, si torna a parlare con insistenza dello Statuto di lavoratori, dell’articolo 18. 60’anni fa, Giuseppe Di Vittorio, dirigente della CGIL e presidente della Federazione Sindacale Mondiale, in una riunione ai massimi livelli, disse apertamente che in materia di lavoro, bisognava rimodulare il tutto. In quel discorso, Giuseppe Di Vittorio, gettava le basi dello statuto dei lavoratori. Anche la Costituzione contribuì in maniera incisiva ed importante alla strutturazione delle basi del nostro Diritto del lavoro, scrivendo principi che dopo lo Statuto del lavoratori avrebbe fatto propri. Negli anni 50 e 60, vi fu un peggioramento dei rapporti fra lavoratori e datori di lavoro per cui la lotta sindacale fu molto aspra, occupazioni di fabbriche, scontri di piazza con le forze dell’ordine. Lo scopo politico sindacale, era quello di porre un freno alla facoltà di licenziamento ed il riconoscimento del salario unico. I sindacati CGIL CISL e UIL, uniti, riuscirono nell’intento. Il percorso politico fu molto lungo, ma con la legge 300 del 20 Maggio del 1970 nasce lo Statuto dei lavoratori, dove si legge con enfasi: “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori(. …. ) Oggi, dimenticando o far finta di dimenticare i sacrifici, le lotte di quei lavoratori che hanno contribuito al riconoscimento e quindi alla fattibilità dello statuto dei lavoratori si odono discorsi privi di ogni sensibilità politica ed intellettuale, del tipo: Più flessibilità in uscita, manutendiamo la legge, etc. Altri danni in arrivo?
Forse, come diceva Henry Adams storico e scrittore statunitense : “la politica pratica consiste nell’ignorare i fatti”.
Aldo Mucci