“Le continue fughe di massa dalla tensostruttura di Porto Empedocle che ha ospitato da martedì scorso 220 profughi ridotti alla metà sin da ieri sera, riportano alla ribalta i problemi di gestione di una struttura che sul piano strutturale ed organizzativo – nonostante il contributo del Servizio di Protezione Civile e dei volontari – risulta inadeguata.
Profughi che vivono in spazi ristretti ed in condizioni igienico sanitarie in locali del tutto inidonei.
Accanto alla inderogabile necessità di garantire una prima accoglienza a migranti, profughi e rifugiati – che nella immediatezza non possono essere trasferiti negli appositi CARA o CIE – vi è parimenti l’obbligo di predisporre ogni misura idonea per garantire sicurezza ai cittadini che vedono le vie della propria città invase da disperati in cerca di protezione che possono essere peraltro reclutati dalla criminalità organizzata o da imprenditori senza scrupoli.
Confidiamo che il Governo italiano intervenga senza indugio per impedire che la tensostruttura di Porto Empedocle possa continuare ad operare nelle condizioni attuali, penalizzando migranti e rifugiati a cui occorre preservare dignità nelle attività di accoglienza e, allo stesso tempo, minacciando la sicurezza dei cittadini che vivono città interessate da fughe di masse incontrollate capaci di determinare allarme sociale e concreti rischi per l’ordine pubblico”.
Lo afferma l’On. Salvatore Iacolino (PPE), Vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento Europeo, che dopo il sopralluogo effettuato il 23 agosto scorso ha visitato ieri la tensostruttura di Porto Empedocle.