“Io resto qui e resto qui più determinato e convinto di prima”, con queste parole Silvio Berlusconi ha fatto chiaramente intuire quali saranno sue le posizioni e quelle del PDL sui temi della giustizia unitamente a ciò che egli afferma di vivere come una persecuzione giudiziaria ad personam. Dopo la manifestazione che nel marzo scorso ha visto i deputati del PDL davanti le scalinate del tribunale di Milano per contestare l’assalto giudiziario contro il cavaliere, un’altra manifestazione pro Berlusconi e contro “certa magistratura e giudici politicizzati” nel pomeriggio di ieri – non senza polemiche, contestazioni e forti tensioni – si è tenuta a Brescia in piazza Duomo. Una piazza divisa in due tra supporters berlusconiani inneggianti “Silvio, Silvio” e i tanti contestatori fischianti all’indirizzo del leader del PDL. Insultate le parlamentari del PDL che scortate hanno attraversato la folla per raggiungere Berlusconi sul palco.
Presenti alla manifestazione, nonostante il ruolo istituzionale che attualmente ricoprono nel governo Letta, il vice premier e Ministro dell’Interno Angelino Alfano con Maurizio Lupi, il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti. Presenze che hanno suscitato le dure reazioni da parte di autorevoli esponenti del PD, tra cui Rosy Bindi: “Berlusconi ha detto che farà un discorso pacato a Brescia, possiamo dire che consideriamo molto grave che il vicepresidente del Consiglio partecipi a quella manifestazione?”
In effetti Angelino Alfano, Ministro dell’Interno, con la sua partecipazione alla manifestazione pone un reale problema politico-istituzionale per un governo di pacificazione PD-PDL che, invece, con siffatti comportamenti e partecipazioni rischia di acuire tensioni e divisioni, in seno alla società civile, con lo scontro istituzionale Governo e Ministero dell’interno contro la Magistratura.
Se da un lato Berlusconi, mediante manifestazioni del genere fa i propri interessi sentendosi minacciato dopo la condanna in secondo grado e alla ricerca di un salvacondotto che gli garantisca sia un’uscita soft dalla scena politica che garanzie per il proprio impero economico, dall’altro lato l’immagine di Angelino Alfano quale futuro leader del PDL ne’ esce fortemente ridimensionata. Un aspirante leader che, vivendo di luce riflessa del padre fondatore del partito, sente l’esigenza di sedere alla sua destra anche quando le circostanze e l’opportunità avrebbero consigliato saggiamente di partecipare solo con “il pensiero”. La tenuta del governo potrebbe scricchiolare anche a seguito della presenza bresciana di Alfano e probabilmente non a caso Enrico Letta intervenendo all’assemblea del PD ha sottolineato che “la difesa, il rispetto dell’autonomia della magistratura è un valore per noi sempre e comunque. Qualunque cosa accada”.
Per Beppe Grillo quella di Brescia è stata la marcetta di un condannato in secondo grado a quattro anni per evasione fiscale. Dure le parole del leader del M5S anche contro il Capo dello Stato che aspramente lo aveva attaccato quando egli aveva utilizzato il termine “golpe”. “A Milano con l’occupazione del Palazzo di Giustizia da parte dei nominati da Berlusconi in Parlamento l’eversione è già avvenuta. Politici contro magistratura. Non ricordo un sussurro da parte del capo del Csm. Forse era distratto in nome della governabilità. – attacca Beppe Grillo dal sul suo Blog”.
A Brescia al capogruppo al Senato Vito Crimi e ad altri cittadini 5S, in un loro presidio di protesta, alcuni contestatori hanno ricordato la colpa di aver salvato loro Silvio Berlusconi favorendo la nascita dell’attuale governo.
Berlusconi nel suo discorso citando la triste vicenda giudiziaria di Enzo Tortora per avvicinarla con un improbabile parallelismo alle sue disavventure con la giustizia, ha scatenato le reazioni della famiglia Tortora con Gaia che dal TG de La7, indignata ha replicato: “Si tratta di un’altra storia e di un’altra persona. Lo dico con il massimo rispetto, ma è quel rispetto che da tanto tempo andiamo cercando. Anche perché questo paese ha bisogno di un altro clima e non è il clima che abbiamo visto oggi a Brescia”.
Nonostante tutto ciò che ha animato la giornata politica, con forti tensioni in piazza Duomo a Brescia, Berlusconi ai sostenitori che gli gridavano “chi non salta comunista è”, ha replicato sorridente: “Io non posso saltare, perché al governo ci siamo insieme”. Parole che lascerebbero intuire la volontà del cavaliere di non voler spingere più di tanto per far cadere l’attuale esecutivo che comunque rimarrebbe strumentalmente legato al doppio filo delle vicende politiche e personali di Silvio Berlusconi.
La coabitazione PD-PDL al governo giorno dopo giorno sembra divenire sempre più difficoltosa ed imbarazzante e dal fronte PD si fanno sempre più forti i mal di pancia. Sul nuovo governo Matteo Renzi ha dichiarato “[…] a me interessa sapere se questo governo lo subiamo o lo viviamo. Se lo subiamo stiamo regalando l’ennesimo calcio di rigore a Berlusconi”. Parole al vento, si potrebbe obiettare, in molti infatti si erano già accorti di come il centrosinistra aveva regalato l’ennesimo rigore al centrodestra resuscitando, subito dopo il responso delle urne, un Berlusconi in forte difficoltà.
Totò Castellana
I “compagni” hanno dimenticato che Mussolini era socialista e che la sua ascesa al potere fu sostenuta da gente come quella di SEL e 5 stelle che impediva agli altri di parlare e di esprimere liberamente il loro pensiero.
meditate gente, meditate.