Il candidato sindaco di Agrigento Totò Pennica, è intervenuto stamane, nell’aula magna dell’Ipia “Fermi”, all’incontro promosso da una rappresentanza di studenti universitari. Presente anche una delegazione di studenti del “Fermi” guidati dal preside Prof. Francesco Casalicchio. Al dibattito, incalzato dalle domande dei giovani e moderato dal giornalista Totò Frequente, si sono presentati soltanto tre dei cinque candidati a sindaco: Totò Pennica, Mariella Lo Bello e Gianpiero Carta. Assenti invece Giuseppe Arnone e Marco Zambuto.
Il tema dell’università è stato sottoposto, con osservazioni critiche ed argute, all’attenzione dei candidati a sindaco. Sotto la lente d’ingrandimento il profilo accademico (potenziamento delle facoltà ma anche allineamento dei corsi rispetto alla vocazione del territorio), l’aspetto organizzativo e logistico, la richiesta di valorizzazione della formazione universitaria e soprattutto l’esigenza di un collegamento fra l’università ed il centro storico di Agrigento. Ma quando si parla di università, il primo problema ad emergere è quello di natura finanziaria ossia il debito di circa 860 mila euro maturato dal Comune di Agrigento, e che ha mandato in paralisi l’università e della sua programmazione. Complice di questo stato dell’arte è inoltre l’assenza ripetuta alle assemblee de due dei tre soci fondatori dell’Università di Agrigento: il Comune con in testa il sindaco Marco Zambuto e la Camera di Commercio presieduta da Vittorio Messina oggi designato assessore da Zambuto. In merito interviene Pennica:
“Prima di cominciare a pensare come migliorare l’offerta universitaria penserei a regolarizzare i pagamenti ed a cedere la quota che l’università avanza dal Comune. E’ la prima cosa da fare, poi il resto.”
La prima domanda ai candidati ha riguardato il criterio che il futuro sindaco adotterebbe per la nomina dei componenti del Consiglio di amministrazione dell’università di Agrigento. Questa la risposta di Totò Pennica:
“Nominerei come rappresentante uno studente universitario, che vive all’interno della realtà accademica e pertanto la conosce meglio di ogni altro. Lo studente rappresenta l’integrazione tra il sindaco e l’amministrazione comunale e il resto della popolazione studentesca. I criteri cui farei riferimento sono la competenza e la specificità.”
Sulla frammentazione e proliferazione di università in tutta Italia, la soluzione per Agrigento passerebbe, secondo Pennica attraverso la stipula di convenzioni tra alcuni centri di eccellenza quali “La Cattolica”, “La Normale” di Pisa ed il “Politecnico” di Milano. L’altro obiettivo esplicato da Pennica è quello di puntare sulla “qualità della formazione”. Bisogna elevare il livello di formazione di questa università, per renderla più pregnante e rendere più competitivi e preparati gli studenti che da tale università provengono.
Altro tema sollevato è il decentramento del polo universitario, ubicato com è presso Contrada Calcarelle e non meno grave, appare l’assenza di un collegamento tra il Polo didattico ed il centro storico.
Pennica: “Il decentramento? Una scelta scellerata a cui se fossi stato amministratore non avrei acconsentito. Forse non tutti sanno che nel centro storico insiste un intero quartiere di proprietà del Comune. Attraverso procedure semplici, senza provvedere alla espropriazione dei locali, si effettuerebbe il trasferimento di alcuni corsi da contrada Calcarelle al centro storico. Se venissi eletto sindaco – sottolinea Pennica – incaricherei la facoltà di Architettura di realizzare il progetto e lo adotterei immediatamente, consapevole del risvolto occupazionale che avrebbe per il centro storico e non solo. Infine utilizzerei gli spazi dell’ex ospedale di via Atenea, il palazzo Tomasi ed il Collegio dei Filippini. Infine seguirei una politica di calmieramento di prezzi degli affitti, per dare agli studenti la possibilità di pagare meno – conclude -”.