Estate, tempo di mare, di bagni e di…fanghi…
Eh sì, pare che il problema della depurazione dei reflui fognari, non riguardi soltanto Agrigento. A trattare l’argomento questa settimana, la giornalista Alida Amico, con un articolo pubblicato su “Centonove”, che potete trovare già in edicola.
“Sono in tutto 46 i sistemi depurativi a rischio infrazione, da parte dell’Ue. E tra la cinquantina di Comuni inclusi nella black list – scrive la Amico -, spicca il capoluogo, Palermo. Dove il depuratore di Acqua dei Corsari, risulta inadeguato (ed è incompleta la rete fognaria). Ma c’è anche Catania, Agrigento, Messina. Dopo decenni di scarsa attenzione al problema depurazione, adesso dopo le salatissime multe in arrivo dall’Europa, si corre ai ripari. I depuratori (singoli o consortili), spesso e volentieri, anche se ci sono, funzionano male. E raramente – a sentire i dirigenti delle varie Arpa territoriali – depurano seguendo i parametri della normativa vigente. Nonostante siano subentrati gli Ato idrici ai Comuni – nella gestione degli impianti – e quindi le società private di ambito, nulla è cambiato… “
Una storia da ben 14 milioni di euro assegnati dalla Regione, all’ inizio di quest’anno, all’Ato idrico di Palermo…L’Ato aveva girato queste somme all’Aps, la società privata, che avrebbe dovuto metterci il 50% di cofinanziamento –come racconta il vice sindaco di Caltavuturo, Domenico Giannopolo, del coordinamento regionale degli Enti locali aderente al Forum dell’acqua – ma si è rifiutata di farlo. Per cui tutto è bloccato
In molti centri (grandi e piccoli) dell’isola – spesso violando le direttive europee sul riciclo delle acque bianche e nere – si va avanti con depuratori che non funzionano correttamente, oppure restano inattivi. Per cui si smaltiscono i liquami a cielo aperto, a mare , nei torrenti, lungo i fiumi e nei valloni.
A Caltanissetta niente girini. In provincia di Caltanissetta, ad esempio, sono scomparsi da tempo i girini dai corsi d’acqua: il torbido liquido del depuratore di contrada Cammarella, viene scaricato nel vicino torrente Niscima – affluente del Salso meridionale (che poi sfocia a Licata) – e c’è chi lo utilizza per irrorare gli orti circostanti…
Da oltre 30 anni, Jolanda Scelfo, presidente del Club Unesco di Aci Castello, si batte per fare realizzare un depuratore nella riviera acese, tanto decantata dal Verga. E dove sorge persino la Riserva marina dei Ciclopi. Ma per la puzza ed i miasmi dei liquami, il mare dei Malavoglia, è ormai diventato una “cloaca” a cielo aperto. A San Leone, la spiaggia di Agrigento – dove l’anno scorso un gruppo di turisti che aveva fatto i bagni è finito in ospedale – il comitato spontaneo (sorto su Facebook) degli “Inquinati agrigentini”, ha lanciato per protesta una petizione: chiede il depuratore in città, oltre che di rescindere il contratto con la società privata dell’Ato, Girgenti…
Acque. Bollette decurtate ad Enna. Già, perché dopo la sentenza della Consulta del 2008, i cittadini non vogliono saperne di pagare con le salatissime bollette dell’acqua, anche la “voce” per la depurazione, quando degli impianti non vi è traccia…
Ad incrementare la “mappa” dei depuratori virtuali made in Sicilia, anche la burocrazia sicula. Niscemi, non ha ancora il depuratore, perché da 4 anni, la Protezione civile regionale litiga con la ditta appaltatrice, bloccando 9 milioni di euro già stanziati…
L’altra faccia della depurazione “alla siciliana”, sono i “controlli” sulle acque marine e fluviali. Le agenzie regionali per la protezione ambientale (l’Arpa) hanno poco personale. E spesso – lamentano – neanche professionalmente adeguato ai nuovi compiti dell’ente. “In tutta la Sicilia, dovremmo essere 900 – calcola Dora Profeta, dirigente dell’Uo controlli, dell’ Arpa di Siracusa – ma invece siamo solo 373”. Mancano soprattutto biologi specializzati in ecologia marina e fluviale per i monitoraggi, i chimici, gli ingegneri elettrotecnici ed industriali, i geologi. Dopo 10 anni il personale, risulta ancora inquadrato nell’ambito sanitario (ex Usl), da cui proviene. Ma la dottoressa Profeta, ce l’ha fatta ugualmente, a svolgere tutti i controlli ed a spiccare la solita raffica di contravvenzioni a sindaci e gestori degli impianti aretusei “fuorilegge”…. “
A concludere l’articolo sulla depurazione che non c’è – o se c’è, è fatta “alla siciliana” – l’intervista a Giusto Ingrassia Strano, responsabile del Servizio 1 del Dipartimento acqua e rifiuti dell’Assessorato regionale all’Energia, che, carte alla mano, fa il punto sulla procedura di infrazione dell’Ue.
Questi alcuni passaggi dell’intervista:
Che tempi ci sono per l’adeguamento alla normativa?
“I tempi tecnici, sono quelli che sono… Ci sono progetti che costano un milione, oppure 200 milioni. Ed in quest’ultimo caso, ci vogliono non meno di 3, 4 anni …”
E se scattano le sanzioni giornaliere?
“Il nostro auspicio, è che sottoscrivendo l’accordo di programma quadro, in cui saranno inseriti 970 milioni di euro – una copertura finanziaria che riteniamo di acquisire con i fondi Fas, i Por Fsr, e le somme liberate dal Por 200/2006 – e dimostrando che ci sono interventi certi, la Commissione europea ci dia una sospensione…
Vi appellate, alla “clemenza della Corte” ma resta il rebus romano…
I tempi certi, li avremo solo quando sarà sottoscritto – spero in questo mese – l’accordo quadro col Ministero dell’Economia, che ci dovrà garantire le risorse, il Ministero dell’Ambiente, la Regione siciliana e gli Ato. Se il governo nazionale, ci tiene tantissimo, come anche noi, ad uscire dalle procedure di infrazione, ci deve anche dare i mezzi finanziari per farlo. Dei 970 milioni di investimenti, 600 milioni andranno all’Ato di Catania, che è il nostro tallone d’Achille…”
Intanto, per l’europarlamentare di Un’Altra Storia, Rita Borsellino, la “sanzione” europea sarà “inevitabile”. ”Questo è l’ultimo di una serie di tasselli fallimentari – ha dichiarato – lasciatici in eredità dalla politica del centro destra e dalla privatizzazione dell’acqua. In 7 anni – prosegua la Borsellino – si sono dispersi centinaia di milioni di euro di fondi pubblici, compresi quelli europei, ma le opere necessarie al miglioramento della rete sono rimaste al palo…” Sulle bollette aumentate, con la “scusa degli investimenti” sui depuratori, secondo Rita Borsellino “ci troviamo dinanzi ad una truffa vera e propria ai danni dei cittadini”, compiuta dal connubio di “politica e affarismo”, che dopo la vittoria del referendum, bisogna “spazzare via al più presto”.
Un articolo da non perdere, per chi vuol realmente rendersi conto di come in Sicilia vengono depurati i reflui fognari.
Buona estate a tutti e… buon bagno…
gjm
Che delizia questi articoli che mettono a nudo fatti e misfatti dell’Italia,della Sicilia,di Agrigento,degli Enti Pubblici,degli Enti Privati,della burocrazia lenta e farraginosa,del personale qualificato inesistente,quando biologi e ingegneri freschi di laurea passeggiano,di beghe e bisticci ecc ecc…Che schifo,che desolazione!! Io,personalmente,ormai mi vergogno di fare parte del genere umano!! Ma..l’Etica Professionale..il Senso di Responsabilità..il Senso dell’Onore..dove sono finiti!!?? In quali mani è caduto il cittadino!!?? O tempora,o mores!!!!!!!!!!!!!!
In mano di Nuddu e di nessuno!
Nella Valle del Simeto, da anni portiamo avanti questa battaglia per il malfunzionamento dei depuratori, non so se siamo in quella lista a rischio infrazione, ma se non lo siamo potremmo esserlo al più presto.
invio un articolo di inzio giugno ed un video realizzato due anni fà:
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=1749439184032&set=t.100001778204942&type=1&theater
http://www.youtube.com/watch?v=0Xo7SV-byVQ