Questo è quanto risulterebbe da un’inchiesta sulla criminalità organizzata condotta in Kosovo.
Secondo un rapporto del Consiglio d’Europa il Primo Ministro sarebbe il capo di un gruppo mafioso albanese accusato di contrabbando di armi, droga e organi umani in Europa orientale.
A darne notizia, il quotidiano britannico The Guardian, secondo il quale Hashim Thaci, identificato come il capo dell’organizzazione criminale, avrebbe iniziato ad operare in un periodo antecedente alla guerra del Kosovo, mantenendo sempre un forte controllo sul governo.
Le indagini, durate oltre due anni e condotte dall’FBI e altre organizzazioni di intelligence, avrebbero appurato le responsabilità del Primo Ministro nel traffico di eroina e nell’aver tenuto prigionieri in Albania dopo la guerra, diversi serbi che sarebbero stati uccisi per espiantare i loro reni, per venderli sul mercato nero.
L’inchiesta sarebbe nata a seguito di un procedimento giudiziario iniziato da un tribunale distrettuale di Pristina, per un presunto caso di traffico di organi scoperto dalla polizia nel 2008.
La notizia giunge in un periodo cruciale per il Kosovo, dove domenica si sono svolte le prime elezioni da quando è stata dichiarata l’indipendenza dalla Serbia nel 2008.
Dick Marty, l’investigatore dei diritti umani che ha condotto l’inchiesta, ha presentato oggi a Parigi la sua relazione ai diplomatici europei di tutti i 47 Stati membri.
L’organizzazione criminale, secondo l’investigatore, opererebbe da oltre dieci anni, da quando i fedelissimi di Drenica, il gruppo che faceva capo a Hashim Thaci, divenne la fazione dominante all’interno del KLA, e prese il controllo della maggior parte di imprese criminali in cui i kosovari sono stati coinvolti a sud del confine in Albania.
Il procuratore Jonathan Ratel dell’Unione Europea, ha riferito alla corte che organi espiantati illegalmente erano stati venduti a pazienti provenienti da Canada, Germania, Polonia e Israele.
Tra gli imputati, alcuni dei medici più noti e rispettati del Kosovo.
Gian J. Morici