Palermo, via D’Amelio, 19 luglio 1992. Un’autobomba uccide il Giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta.
La seconda strage, dopo quella di Capaci quando morirono Giovanni Falcone, la moglie e tre uomini della sua scorta.
Una lunga storia di indagini, processi, condanne, assoluzioni, pentiti veri o falsi e depistaggi, senza mai arrivare a stabilire cosa accadde in quegli anni.
Stragi di mafia o stragi da parte di apparati di Stato? Esiste o non esiste quel “terzo livello” di cui tanto si parla?
Una risposta potrebbe darla il processo “Borsellino quater”, che si svolge dinanzi la Corte d’Assise di Caltanissetta.
Udienza dopo udienza, il quadro che ne vien fuori è preoccupante. Falsi pentiti, depistaggi e nomi di peso delle istituzioni, come nel caso di La Barbera e della Boccassini, che a vario titolo vengono citati nel corso delle deposizioni.
Un processo che potrebbe mettere a nudo tante verità nascoste, “errori” processuali o peggio… Un processo che dunque meriterebbe tutte le attenzioni possibili da parte della stampa, perché i lettori possano esserne informati.
Eppure, sembra che proprio la stampa sia la grande assente in questo processo, del quale l’opinione pubblica sa poco o niente.
È di qualche giorno fa, la “comparsata” del figlio di Totò Riina a “Porta a Porta”, il programma di Bruno Vespa, nel corso del quale ha pubblicizzato il proprio libro sul nulla. Una notizia che ha destato non poco clamore e suscitato diverse reazioni.
Giusto, per carità, ma qual è il senso, a distanza di una settimana, di continuare a sprecare fiumi d’inchiostro sul caso “Riina-Vespa”? E qual è il senso di non scrivere del “Borsellino quater”?
Una domanda che si deve essere posta anche l’Avv. Rosalba Di Gregorio, che oggi ha così commentato sulla propria pagina Facebook:
Un pensiero di profondo cordoglio alla ” libera informazione”, alla ” libera stampa”. Solidarietà ai giornalisti che vengono mandati a “recuperare “solo quelle notizie che , a dire degli editori( che sono gli unici a saperlo!) , sono le sole notizie che fanno vendere i giornali.. e , per questo, sono le uniche notizie che ” interessano ai lettori!”.
Certo, è difficile che uno si interessi ad una notizia che non conosce!!!
Da giorni si va avanti con Riina junior e… chissà ancora per quanto ce lo serviranno in tutte le salse..
Oggi ho visto che la stampa nazionale e locale di tutti i tipi ( eccetto due trafiletti sul Fatto e sulla Sicilia ) ha deciso che alla gente NON DEVE interessare niente dei due giorni di udienza al Borsellino quater a Caltanissetta. Forse perchè ” quater” vuol dire che è una cosa vecchia … Forse perchè è una strage di tanti anni fa.. Forse perchè non fa notizia che, dai PM alle parti civili ai difensori di imputati, TUTTI abbiamo chiesto, ad una voce, le stesse prove e che la Corte le abbia ammesse quasi per intero..
O forse al lettore non deve interessare proprio l’oggetto delle prove, o meglio, i soggetti attraverso cui si dovranno assumere..
Che gliene frega al lettore se PM dei vecchi processi di questa strage dovranno essere messi a confronto coi falsi pentiti del vecchio processo?
Che importanza ha per la corretta informazione se , per due giorni , due funzionari di Polizia ci hanno detto di non ricordare cose di una indagine di 24 anni fa? In fondo, visto che in questi anni certamente avranno fatto tante altre indagini più importanti (???) di quella, è giusto che abbiano ricordi sbiaditi, se non proprio “sbagliati”!!!
E non fa niente se ora dovranno, pure loro, fare i faccia a faccia con i ” pupi vestiti” del tempo!
Insomma, caro lettore , devi fartene una ragione: la notizia che deve interessarti è solo quella che si vuole che tu conosca..
Cara stampa, ti esprimo il mio più vivo sentimento di umana solidarietà .. cara libera informazione , soffro con te nella tua agonia.”
È dunque così difficile nel nostro paese scrivere di fatti e non di altari? Noi, così pronti a crear santi, non abbiamo il coraggio di scrivere poi le cose per come stanno? O forse c’è dell’altro?
Il timore che da altari dirupati vengano fuori verità che è meglio rimangano per sempre sepolte.
Una storia, una brutta storia, accennata nel corso dell’intervista, del 2014, all’Avv. Di Gregorio.
Oggi, come quasi due anni fa, torno alle stesse conclusioni: esiste un problema, intanto di sistema, e senza voler arrivare a pensare che possa essere stato tutto imbastito, non v’è dubbio che lo Stato la trattativa la condusse. Ma come dice la Di Gregorio, quale fu la vera trattativa, quella per mettere fine alle stragi o quella che portò alle stragi?
E questo brivido che mi corre lungo la schiena?
Forse è per questo che il “Borsellino quater” non va seguito… meglio scrivere per un altro paio di mesi ancora di Riina junior e Bruno Vespa…
Gian J. Morici