C’è qualcosa che nessuna dottrina della fede e nessun docente di teologia morale (non cercate di capire cosa esattamente studi questa disciplina perchè neppure lo sanno coloro che la insegnano…) è mai riuscito a spiegare.
È il tema della necessità del male.
Proverò, qui di seguito, a fare sintesi della questione perchè ha una grande refluenza su quanto accade in questi giorni in relazione alla cattura di “IDDU”.
Se esiste un Dio che benevolmente ha creato l’uomo “a sua immagine e somiglianza” (circostanza, questa, difficile da credere pure per un credente…) e se questo Dio benevolo solo desidera il bene dell’uomo, allora perchè questo Dio così onnipotente ha creato il male?
Ma, soprattutto, se il male è stato creato per permettere all’uomo di vincerlo perpetuando il bene, che colpa hanno tutti coloro che si fanno carne del male essendo solo pedine del disegno (avrei voluto scrivere gioco) divino?
Insomma, per farla ancora più semplice, che colpa si può dare a Giuda di avere tradito Gesù se il suo tradimento era già scritto perchè, senza quell’atto, mai vi sarebbe stato l’esito terribile della crocifissione?
Che colpa possono avere coloro il cui destino – già scritto – è quello di essere il braccio armato del male?
La Verità di questa “cosetta” – che poi così semplice non è – è pure scritta nel Vangelo in cui il Cristo morente pronuncia quella frase inequivocabile: “Perdonali, O Signore, perchè non sanno quello che fanno”.
Adesso, è difficile credere che “IDDU” non sapesse ciò che stava facendo mentre torturava un bambino e poi ne scioglieva il corpo nell’acido.
È quasi impossibile credere che egli non fosse cosciente di essere il male mentre portava a compimento le innumerevoli azioni sanguinarie delle quali si è macchiato.
Però, la cosa che mi ha stupito del suo “essere consapevole” (lo so, è inumano pensare che anche il male possa avere una coscienza) è quella della paura della morte.
“Vi prego curatemi con attenzione.
Ho letto centinaia di libri…”
Sembra che questa sia la frase che “IDDU” abbia detto appena rinchiuso nella cella del carcere (dove doveva stare già trent’anni fa…).
Ebbene, fa specie sapere che un uomo che ha dato la morte agli altri in modo così truculento e feroce adesso della morte abbia paura.
Però, se – come assume – egli ha letto centinaia di libri, l’unica cosa che può permettergli di liberarsi dal male del quale si è fatto carne è impedirgli di perpetuarsi.
Che strano, siamo dentro alla preghiera più importante che i cristiani hanno ricevuto in dono dal Redentore in cui credono: “liberaci dal male e così sia”.
Ecco, signor Andrea Bonafede, il cognome che si era scelto la porta alla sua unica scelta finale: si liberi – e ci liberi – dal male.
Racconti di come il male si sia impadronito di lei e l’abbia guidato fino ad oggi.
E così sia…
Lorenzo Matassa