Vi ricordate Alberto Sordi nei panni del Marchese Onofrio del Grillo? Resterà famosa la sua battuta “Perchè io so io e voi non siete un caxxo”.
In sintesi, pare che sia la stessa risposta che il Csm potrebbe dare riconfermando la nomina del procuratore di Roma Michele Prestipino, dopo la sua destituzione a seguito del pronunciamento del Tar che ha accolto i ricorsi di Marcello Viola e di Francesco Lo Voi.
Il primo segnale l’ha dato ieri un lancio di agenzia dell’Ansa, annunciando che al Csm si potrebbe aprire già oggi, o in alternativa la prossima settimana, la discussione su come procedere dopo che il Tar del Lazio ha annullato la nomina di Prestipino.
“Il primo passo – riporta l’agenzia – potrebbe essere quello di incaricare l’Ufficio Studi di un parere per capire se ci sono gli spazi per un’impugnazione davanti al Consiglio di Stato. Diversamente il Csm dovrebbe procedere a una nuova nomina, che potrebbe essere anche una conferma della scelta compiuta a favore di Prestipino con una nuova motivazione che però risponda alle obiezioni mosse dal Tar del Lazio”.
La conferma – quasi una certezza – che il tutto possa risolversi dando nuove motivazioni, arriva dal blog di Liana Milella e Maria Elena Vincenzi – blogautore di Repubblica – con “La sfida di Prestipino”.
Val la pena di ricordare che proprio Repubblica fu uno dei giornali che pubblicò le notizie su Luca Palamara mentre erano ancora in corso le indagini; una fuga di notizie che impedì la nomina di Marcello Viola a capo della procura di Roma – nonostante Viola con il Palamaragate c’entrasse come i cavoli a merenda – favorendo la nomina di Michele Prestipino, che rappresentava la continuità con l’uscente Giuseppe Pignatone.
E se la poltrona di procuratore capo di Roma valeva un paio di ministeri, non v’è dubbio che Pignatone come procuratore valeva almeno una mezza dozzina di ministri.
Il Tar non era stato tenero con il Csm nel bacchettare una nomina “viziata da illogicità” escludendo la candidatura di Viola e non valutando adeguatamente i titoli di Lo Voi.
A tutto, però, c’è rimedio, e ce lo spiega il blog di Liana Milella e Maria Elena Vincenzi, che riporta come il Tar nelle sue conclusioni annulla la nomina di Prestipino, ma subito dopo aggiunge la formula «salvi ulteriori provvedimenti del Csm».
“Dunque, proprio il Csm potrebbe optare per una misura semplice e rapida: la riconferma di Prestipino come procuratore, con una motivazione più ampia di quella presa il 4 marzo 2020, e che soprattutto ‘risponda’ alle dotte eccezioni sollevate dal Tar”.
Immancabile il panegirico in favore dell’attuale procuratore, e la soluzione finale della vicenda rimessa, non al Consiglio di Stato, ma al Csm che al Tar potrebbe rispondere come il Marchese del Grillo.
“Il Tar del Lazio boccia la nomina del procuratore Michele Prestipino fatta dal Csm, ma i colleghi sono con lui, gli fanno quadrato intorno e lui può rincuorarli e dire «noi andiamo avanti» – scrive l’autrice che spiega come il Csm potrebbe semplicemente riconfermare la sua scelta, motivandola però con maggiore ampiezza, proprio alla luce delle osservazioni giuridiche del Tar.
Nulla quaestio se si fosse eccepita soltanto la carenza di motivazioni espresse, mentre in verità il problema è molto più complesso, a partire dalla revoca della proposta del 23 maggio 2019 favorevole a Viola e alla sua successiva estromissione in assenza di elementi oggettivamente riscontrabili a suo carico (rinvio a giudizio, apertura di procedimento disciplinare e simili).
Tranne che non venga fuori un inesistente rinvio a giudizio o un provvedimento disciplinare a carico dell’attuale procuratore generale di Firenze, appare assai improbabile che il Csm possa trovare una spiegazione nel fornire le motivazioni richieste.
Rimarrebbe comunque sospesa la vicenda dell’attuale procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, i cui titoli non sarebbero stati correttamente valutati.
Una soluzione matematica la si potrebbe trovare anche a questo. Qualche sottrazione (di titoli), qualche addizione, e il gioco è fatto.
Di regola, il tutto si dovrebbe risolvere ricorrendo al Consiglio di Stato che potrebbe annullare il pronunciamento del Tar, così come avvenne nel 2014 con la nomina, in verità assai discussa, dell’attuale procuratore di Palermo, ma questa volta pare che il Csm potrebbe far valere un’autorevolezza che andrebbe al di là di quella del tribunale amministrativo e dello stesso Consiglio di Stato.
“A questo punto – scrive Liana Milella – la reazione che si può cogliere ai piani alti del Csm è la seguente. Al Tar si può rispondere ricorrendo al Consiglio di Stato — e sicuramente lo farà Prestipino — ma la via più rapida per evitare sconquassi nella prima procura d’Italia è riconfermare la nomina di Prestipino spiegando meglio perché quel 4 di marzo del 2020 il Csm ha ‘virato’ su di lui”.
E se i “piani alti del Csm” hanno già deciso il da farsi per evitare sconquassi, la motivazione da dare potrebbe essere la stessa che nel film dava Alberto Sordi: “Perché io so io e voi non siete un caxxo”.
Dinanzi l’inerzia del Parlamento che avrebbe immediatamente dovuto attivarsi per formare una commissione d’inchiesta a seguito del coinvolgimento di molti magistrati nel Palamaragate; che avrebbe dovuto approfondire cosa intendesse dire Spina, l’ex consigliere del Csm che riferendosi a Marcello Viola lo indicò come “l’unico non ricattabile”; che avrebbe dovuto chiedere conto e ragione di nomine che forse hanno potuto influire sull’esito di vicende processuali; non rimane altro che sperare che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non faccia passare al Csm la politica del Marchese del Grillo o, viceversa, che si attivi subito per far cancellare i Tar e il Consiglio di Stato, che diventerebbero inutili organismi buoni soltanto a far perdere tempo, spendendo inutilmente il denaro dei contribuenti.
Gian J. Morici
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