Ci sarebbe ancora molto da scrivere su Vincenzo Calcara, il discusso ex pentito del quale nei giorni scorsi la Procura Generale di Catania, nell’esaminare la richiesta di revisione della condanna dell’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino – accusato all’epoca dal Calcara – chiedendo l’annullamento della sentenza, ne ha rimarcato ancora una volta l’inattendibilità ipotizzando anche attività depistatorie poste in essere da parte dello stesso.
Avrei dunque preferito approfondire questo argomento, provando a capire quali fossero i depistaggi, in favore di chi, se legati alle stragi del ’92 e tanto altro ancora. Molte domande alle quali è doveroso dare risposta. Invece, grazie a un post pubblicato ieri da Calcara, mi tocca occuparmi di quelle che oserei definire “beghe da cortile”.
Ieri sulla sua pagina Facebook, l’ex pentito ha pubblicato il seguente post, allegando i documenti (integrali) ai quali fa riferimento:
“Carissime Amiche , Carissimi Amici , FORSE QUESTO
POTREBBE ESSERE IL MIO ULTIMO POST . IL POST E’ MOLTO LUNGO. VI PREGO DI DEDICARMI UN PO’ DEL VOSTRO TEMPO.
ECCO IL DECRETO DI CITAZIONE DI GIUDIZIO IMMEDIATO NEI CONFRONTI DEL GIORNALISTA JEAN JOSEPH MORICI , CAPOREDATTORE DEL QUOTIDIANO ONLINE ” LA VALLE DEI TEMPLI” CON L’ ACCUSA DI DIFFAMAZIONE AGGRAVATA NEI MIEI CONFRONTI . VI INVITO A LEGGERE ATTENTAMENTE DI COSA E’ ACCUSATO QUESTO GIORNALISTA AL FINE DI COMPRENDERE CHE TUTTO CIO’ CHE LUI HA SCRITTO NEI MIEI CONFRONTI SONO COSE ASSURDE E INESISTENTI !!! IN QUESTI ULTIMI TEMPI , LUI E UN PAIO DI SUOI COLLEGHI , QUEST’ ULTIMI GIA’ DENUNCIATI , NON SI SONO FATTI SCRUPOLI NELL’ INFANGARE LA MIA PERSONA , LA MIA ATTENDIBILITA’ E LA VERITA’ !!!”
Mi spiace – e non conoscendone le ragioni sono anche un po’ preoccupato per lui – il fatto che Calcara sembra abbia deciso di non pubblicare più nulla sul suo profilo. Un vero peccato, visto che è proprio grazie ai suoi post e alle nostre lunghe conversazioni telefoniche, che sono emerse le tante contraddizioni che mi hanno permesso di approfondire la sua storia di “pentito” omertoso e reticente (falso lo lasciamo dire agli atti giudiziari e alle testimonianze di diversi pentiti del calibro di Brusca, Siino, Sinacori e altri).
Ma andiamo all’oggetto del post.
Calcara, ha, in sintesi, pubblicato un Decreto di Giudizio Immediato con il quale il Tribunale di Agrigento ha fissato per giorno 2 dicembre 2019, l’udienza nel corso della quale sarò chiamato a rispondere di diffamazione a mezzo stampa (595 comma 3) a seguito di sua querela.
Sarebbe difficile far comprendere all’ex pentito che il Decreto di Giudizio Immediato – che lui esalta come un suo successo per la giusta punizione di cotanto crimine – in realtà è conseguenza dell’opposizione da me presentata a un Decreto Penale di Condanna(come si può leggere sotto la dicitura “DECRETO DI GIUDIZIO IMMEDIATO) che ritengo di aver subito ingiustamente, potendo provare la mia assoluta innocenza.
I fatti
In data 4 marzo 2019 venivo portato a conoscenza di una querela per diffamazione a mezzo stampa mossa nei miei confronti dall’ex pentito Vincenzo Calcara, a causa di un articolo con il quale – come sostiene il pubblico ministero – descrivevo il Calcara come soggetto omertoso e reticente.
In data 27 marzo 2019, il pubblico ministero titolare dell’indagine a mio carico, chiedeva ed otteneva Decreto Penale di Condanna. Ovvero, una condanna d’ufficio, che si emette senza lo svolgimento di un regolare processo, allorquando la responsabilità del reo è certa.
Si tratta di una misura – nel mio caso di natura economica – che di norma è favorevole all’imputato (riduzione del 50% della pena) e che non sarebbe stata neppure menzionata nel mio casellario giudiziale.
Perché dunque opporsi e affrontare un processo?
Il motivo è abbastanza semplice. Premesso che dal fascicolo della Procura le prove a mio carico risultano gli atti contenuti – ossia la querela del Calcara e il verbale redatto dalla Polizia Giudiziaria in merito alla mia identificazione e nomina di un difensore legale – non presentando opposizione non mi sarebbe stato permesso di dimostrare che quanto pubblicato nell’articolo incriminato (ovvero che “la sua storia di mafioso è stata sepolta da valanghe di smentite da parte di collaboratori del calibro di Brusca, Sinacori, Geraci, Siino e altri, e dalle sentenze che hanno consegnato dello pseudo-mafioso-pentito un ritratto sul quale fin dall’inizio della sua collaborazione sarebbe stato opportuno stendere un velo pietoso”) risponde a realtà, perlomeno stando, per appunto, ai magistrati che ne hanno scritto in atti giudiziari (saranno anche loro indagati e condannati?) e alle deposizioni messe a verbale dei tanti pentiti che Calcara non risulta aver mai querelato.
I magistrati
Tanto per citare qualche esempio, val la pena di ricordare come il pm Massimo Russo – che rinviò a giudizio Calcara per auto calunnia (processo finito per prescrizione) – anche di recente ha ribadito come Calcara non parlò mai di Matteo Messina Denaro e che altri mafiosi pentiti hanno sempre escluso la sua appartenenza a “cosa nostra”.
A evidenziare che non avesse mai parlato del boss latitante Matteo Messina Denaro, anche il giudice Alessandra Camassa. https://www.tp24.it/2016/05/03/antimafia/massimo-russo-calcara-non-ha-fatto-mai-parte-di-cosa-nostra/100016
Avrei dunque leso l’immagine del Calcara descrivendo lo stesso come “omertoso e reticente”? E per poterne scrivere avrei forse dovuto chiedere a Calcara che mi firmasse una liberatoria per potere utilizzare come fonti di notizie gli atti giudiziari, le sentenze, le dichiarazioni dei magistrati e quanto messo a verbale dai pentiti?
Nella sentenza di primo grado per l’omicidio del giornalista Rostagno, i giudici scrivono di Vincenzo CALCARA “altra figura molto discussa di collaboratore di giustizia”, ricordando come i giudici del processo per l’omicidio Giangiacomo CIACCIO MONTALTO (pag 1407-1408) avessero valutato “come del tutto inattendibile il CALCARA”.
Potrei ancora snocciolare sentenze, dichiarazioni di almeno una dozzina di pentiti che affermano l’assoluta inattendibilità del soggetto in questione, ma preferisco riservarmele come fonti di prova (compreso l’ultima da parte della Procura Generale di Catania) da presentare per l’udienza del 2/12/2019, quando al processo chiederò che vengano sentiti come testi – oltre ad alcuni pentiti – anche magistrati e familiari di vittime di mafia.
Purtroppo, quando si fa informazione, si è costretti a fare ricerche e inchieste sul campo, esponendosi anche ad aggressioni, pressioni, minacce e – il più delle volte – a querele per diffamazione promosse spesso al solo fine di far pressione contro il diritto di cronaca e il diritto di critica.
I decreti, così come le sentenze, non vanno discussi. Ciò non toglie, che nel caso in cui si ritenga ci siano le condizioni, ci si può appellare.
Egregio Sig. Calcara, quel “Giudizio immediato”, da me voluto e da lei con tanta enfasi presentato come una sua vittoria, potrà chiarire le ragioni delle parti e alcuni dei punti oscuri che costellano la sua storia di pentito.
Le giungano graditi distinti saluti
Gian J. Morici
P.S. A proposito di reticenze e omertà, non ho voluto calcar la mano entrando nel merito della vicenda del tritolo destinato al Giudice Borsellino, che lei dice di aver trasportato, né dell’omicidio dichiarato nel corso del processo Rostagno. Fatti che non confessò mai da collaboratore di giustizia e che ritengo siano rimasti impuniti.
Come diceva Voltaire, il tempo è un galantuomo, rimette a posto tutte le cose.”Il presunto pentito Vincenzo Calcara sarebbe stato eterodiretto. Se quest’ultimo dovesse ammettere di aver dichiarato il falso, si sarebbe reso responsabile, consapevolmente o meno, di un depistaggio antecedente alle stragi, quello che favorì Matteo Messina Denaro nel compimento delle stesse…” https://www.ildubbio.news/2020/05/06/259515/