Era il 1°ottobre 2016, ossia due anni fa ed ero invitata alla trasmissione Micro Européen di FranceInfo del gruppo Radio France sul tema del giorno: il referendum ungherese del 2 ottobre indetto da Orban sulle quote dei rifugiati. Nel 2015, su proposta della Commissione europea, i paesi membri dell’UE si erano accordati su una ridistribuzione di 160.000 persone in arrivo in Italia ed in Grecia. Programma che non avanzava. Il referendum poi non raggiunse il quorum ma chi votò lo fece contro le quote migranti. Ormai è storia.
Resta il fatto che nel mio intervento avevo sottolineato che l’Ungheria, sostenuta dalla Polonia e dalla Slovacchia, stava già minacciando l’integrità dell’Unione europea e questo pur avendo beneficiato dei principali fondi per il sostegno agricolo e dello sviluppo economico. Peraltro i blocchi ungheresi, polacchi e slovacchi hanno ristretto il passaggio di confluenza dei migranti, messo in grosse difficoltà la Bulgaria e deviato gli arrivi verso l’Italia che già doveva fronteggiare la situazione fronte Mediterraneo.
Non solo in quella trasmissione, ma più volte ho sottolineato in Francia che il mettere in difficoltà l’Italia tagliandola fuori e lasciandola sola davanti all’emergenza poteva portare pesanti difficoltà politiche al paese. Vedi il voto a vanvera che ci ha portati a questo governo altrettanto a vanvera.
I terremotati italiani del 2015 avevano messo in ginocchio il centro Italia, lo scontento della popolazione cominciava a salire. Come dare alloggio ai migranti quando non c’erano le installazioni per i terremotati? Come dar loro case quando ci sono italiani senza tetto? L’inizio di “prima gli italiani”.
La crisi economica, la pessima gestione da parte dell’Europa della questione migranti, ampliata dallo sfruttamento da parte della mafia di parte di loro, forze dell’ordine in numero insufficiente per canalizzare richiedenti asilo e migranti economici… l’Austria che ha pensato bene, nell’estate 2016, di metterci i carri armati alla frontiera, subito ritirati e sostituiti dalla polizia.
Bene! Questo discorso anti-Orban mi costò epiteti e qualche lieve minaccia dall’estrema destra francese, alla quale l’editore di questa testata rispose, così come Radio France.
Oggi che Macron si erge a paladino dell’Europa e nemico numero 1 dell’asse Orban-Salvini vorrei chiedergli dov’era prima? Dov’era quando la polizia francese è arrivata fino a Bardonecchia per controllare uno migrante spacciatore che poi spacciatore non era? Loro superano il nostro confine armati e senza avvisare i colleghi del posto?
Dov’era Macron con i respingimenti a Ventimiglia? E la storia dell’Aquarius?
Macron è stato eletto per evitare il Fronte Nazionale, non per passione… Infatti sta tracollando nei sondaggi per la sua politica interna. Una politica a vanvera che per ora munge i poveri. Non c’è nulla di eroico nel bastonare prima i meno abbienti per risanare le casse del paese.
Macron, come i suoi predecessori ha sostenuto una politica europea inesistente lasciando taluni paesi dell’Est fare la voce grossa.
Italia populista? Certo… ma i neonazisti in Germania, Francia, Danimarca… e non solo gruppuscoli, si trovano pure in certi governi, vedi Austria e Germania.
Allora Monsieur Macron, prima di fare l’eroe, si faccia un esame di coscienza, anche ipocrita va bene. Freni prima di cascare nel ridicolo. L’Europa scricchiola già da sola, non le dia il colpo finale per nascondere i suoi insuccessi in politica interna.
Luisa Pace