Drammatici i dati epidemiologici diffusi da ONA ONLUS, che confermano il preoccupante dilagare di patologie asbesto correlate tra i dipendenti ILVA di Taranto.
Affinché la questione delle bonifiche ambientali non diventi la solita “passeggiata tra le nuvole”, ONA ha chiesto al Governo di intervenire in maniera tempestiva, al fine di sanificare il sito e già preannuncia nuovi ricorsi all’Autorità Giudiziaria.
Ricordiamo che in mattinata, durante l’incontro promosso dal ministro Di Maio sulla cessione di Ilva ad Arcelormittal, l’azienda esponeva il cosiddetto “addendum” ovvero le modifiche al piano ambientale.
A cosa porterà non lo sappiamo, sta di fatto che in prima linea per disinnescare questo “ordigno ad orologeria” chiamato amianto, si è schierato il “mastino” Avv. Ezio Bonanni, presidente ONA che dichiara senza mezzi termini “Torniamo a chiedere la bonifica dell’amianto in ILVA per fermare la strage di patologie asbesto correlate e ad istituire un polo oncologico per la cura di coloro che si sono ammalati e che purtroppo si ammaleranno. Necessario l’intervento dell’Esecutivo, anche attraverso una decretazione d’urgenza. Questa strage va fermata”.
Le lotte ONA
L’Osservatorio Nazionale Amianto è attivo da oltre 10 anno nel capoluogo ionico.
Qui, a causa di una “compiacente disattenzione” si è permesso che i veleni chimici e radioattivi devastassero
aria, acqua, cibo e terra.
Oltre alle battaglie per affrancare il territorio dal pericolo amianto, ONA si è battuta a fianco dei lavoratori dentro le aule dei tribunali, chiedendo a gran voce il rispetto delle più basilari misure di sicurezza.
I dati
A seguire snoccioliamo i dati sella strage “silenziosa” da amianto presso l’ILVA di Taranto e nella città di Taranto:
- 472 casi di mesotelioma, registrati nella sola città di Taranto nel periodo dal 1993 al 2015 (Complessivamente in Puglia negli ultimi vent’anni sono stati censiti 1.191 mesotelioma e di questi il 40% sono a Taranto);
- Il 400% in più di casi di cancro tra i lavoratori impiegati nelle fonderie ILVA;
- Il 50% di cancri in più anche tra gli impiegati dello stabilimento, che sono stati esposti solo in modo indiretto;
- Il 500% di cancri in più rispetto alla media della popolazione generale, della città di Taranto, non impiegata nello stabilimento;
- Tasso di incidenza del cancro, dell’intera città di Taranto, superiore alla media di tutte le altre città italiane;
L’Osservatorio Nazionale Amianto, attraverso il suo coordinatore territoriale Avv. Giovanni Gentile, e il coordinatore ONA Taranto, Sig. Pasquale Maggi, hanno censito, tra i soli cittadini che si sono rivolti all’associazione:
▪ 360 casi di cancro polmonare e mesotelioma ▪ 85 tumori della vescica
▪ 316 broncopatie ▪ 201 asbestosi
L’Osservatorio Nazionale Amianto offre una serie di servizi gratuiti anche nella città di Taranto, e tutti i cittadini possono rivolgersi all’associazione, anche attraverso lo sportello amianto nazionale ONA ONLUS, attraverso il sito: www.osservatorioamianto.com
Simona Mazza