Riceviamo e pubblichiamo la replica dell’Avv. Antonio Consentino all’intervista all’Avv. Giovanna Angelo:
Quale difensore di fiducia di Vincenzo Calcara non posso esimermi dal fare delle sia pur brevi e larvate repliche in ordine all’intervista rilasciata dalla Collega Angelo sul blog on line “il Circolaccio” a Maurizio Franchina, per come integralmente raccolte e pubblicate dal quotidiano on line denominato “La Valle dei Templi”.
E’ notoriamente mio costume non soffermarmi, quindi non commentare, le diverse sentenze che negli anni sono state emesse dalle varie Autorità Giudiziarie anche grazie al prezioso contributo di Vincenzo Calcara. Questo, se del caso, sono solito farlo nelle competenti Sedi giudiziarie, anche attraverso la produzione documentale di tali sentenze, attività, questa, che ho già svolto in diversi processi.
In riferimento alla deposizione testimoniale resa dal dott. Manfredi Borsellino, oggetto dell’intervista rilasciata dall’avv. Angelo, evidentemente lo stesso avrà riferito fatti e accadimenti vissuti da vicino e raccolti dalle confidenze del di lui padre, il compianto Giudice Paolo Borsellino.
Detto questo non mi sarei mai aspettato che la Collega Angelo ritenesse conforme alla propria dignità professionale, indi alla nobiltà che dovrebbe derivare dall’indossare la Toga, entrare nel merito dei rapporti di estrema, sentita e reale vicinanza fra l’intera famiglia del Giudice Paolo Borsellino e Vincenzo Calcara, cercando, invano, di sminuire il commosso racconto del dott. Manfredi Borsellino in aula, caratterizzato da ricordi che inevitabilmente gli avranno fatto tornare in mente indimenticabili momenti vissuti al fianco del di lui padre.
In ultimo, per sgomberare il terreno da ogni e quasivoglia equivoco, come tutti sanno la frase a suo tempo pronunciata da Vincenzo Calcara ….”per prendere in giro Giudici e carabinieri bastava solo un po di fantasia” era rivolta a molti altri collaboratori di giustizia e non certo allo stesso Calcara, che si è sempre contraddistinto per onestà intellettuale e serietà sino ad uscire spontaneamente dal sistema di protezione riservato ai pentiti.
Auspico sentitamente che l’avv. Angelo si prodighi per assistere il proprio assistito nelle competenti Sedi giudiziarie, ed eviti nel prosieguo a diramare comunicati e rilasciare interviste esclusivamente volte a gettare discredito su Vincenzo Calcara, con ogni mezzo e ad ogni costo, financo entrando nel merito dei rapporti personali fra quest’ultimo e la famiglia Borsellino.
avv. Antonio Consentino
NOSTRA RISPOSTA ALLA REPLICA:
Gent.mo Avv. Consentino, in attesa dell’eventuale risposta da parte della Sua Collega, Avv. Angelo, senza entrare nel merito di quanto dalla stessa dichiarato, per dovere di cronaca e obbligo morale nei confronti dei nostri lettori che dalla legittima replica potrebbero trarre conclusioni errate, sentiamo la necessità di porgerLe talune considerazioni in merito al “prezioso contributo di Vincenzo Calcara”.
A tal proposito, vale certamente la pena di ascoltare le testimonianze rese da due Magistrati nell’ambito processo Borsellino Quater, la Dottoressa Camassa e il Dottor Massimo Russo, il quale, nei confronti del Calcara ha esercitato l’azione penale, accusando il “pentito” di autocalunnia (processo terminato con la prescrizione del reato, ma non con l’assoluzione dell’imputato) per essersi falsamente accusato di appartenere all’organizzazione criminale denominata “cosa nostra”:
http://www.radioradicale.it/scheda/411799/processo-borsellino-quater-strage-di-via-damelio
Non meno illuminanti i giudizi della Corte di Assise di Trapani e della Corte di Assise di Caltanissetta che, nel valutare le “qualità” del Calcara, esprimono un giudizio tranciante in merito all’attendibilità delle propalazioni dello stesso; ma questi fatti Le sono certamente noti, come note Le sono le testimonianze di Siino Angelo, Brusca Giovanni, Sinacori Vincenzo, Geraci Francesco, Bono Pietro e una dozzina di altri collaboratori di giustizia che in più circostanze hanno smentito le dichiarazioni del Suo assistito.
Così come nota le sarà certamente la lettera inviata nel 1983 dal Suo assistito al suo difensore del tempo, con la quale chiedeva consigli in merito all’opportunità di fare false rivelazioni relative a omicidi di mafia e altro, per ottenere l’estradizione dalla Germania dove era detenuto.
Essendone il difensore legale, altrettanto note le saranno le condanne riportate che adombrano l’onestà intellettuale e la serietà del Suo assistito, mentre in riferimento alla Sua precisazione sulla frase “per prendere in giro Giudici e carabinieri bastava solo un po’ di fantasia”, che sarebbe stata rivolta a molti altri collaboratori di giustizia e non certo allo stesso Calcara, sarebbe opportuno Lei leggesse la lettera di Sarullo Calogero, inviata al Giudice Genna Andrea, Presidente del Tribunale di Marsala, della quale riportiamo uno stralcio che offre una diversa chiave di lettura: “…non faceva altro che informarsi sulla mafia (riferendosi al periodo trascorso insieme al Calcara nel carcere tedesco) e anzi cercava qualcuno per farlo diventare mafioso, così poi diceva che poteva fare finta di essere come Buscetta, e si prendeva tutti i soldi e pure la libertà. Mi confidava che voleva mettere in ballo un sacco di persone importanti, come onorevoli, sindaci e altri del suo paese e di altri vicini paesi. Si inventava che erano mafiosi, anche se lui non conosceva nessuno, o di vista o per sentito dire o perché l’aveva letto sui giornali. Voleva inventare che spacciavano, però chiedeva notizie sulla droga, che non ne capiva niente. Mi confidava che bastava prendere per fessi i Giudici e Carabinieri. Bastava un po’ di fantasia…”
Certi di averLe fatto cosa gradita nell’offrirLe materiale documentale sul quale approfondire le conoscenze in merito ai pregressi del Suo assistito, in attesa di eventuali repliche Sue o dell’Avv. Angelo, restando a disposizione per le stesse o per fornirLe documentazione in merito a quanto su riportato, ci è gradita l’occasione per porgere cordiali saluti.
Franchina Maurizio
Gian J. Morici
(La Valle dei Templi)