Rimane tragica la situazione economica del paese.
Ogni giorno che passa si fa sempre più drammatica la situazione del Venezuela. Si aggravano costantemente le condizioni economiche di una popolazione ridotta ormai alla fame, senza più medicinali e generi alimentari di prima necessità, in uno scenario in cui gli unici benestanti sono i narcotrafficanti o i seguaci politici del regime dittatoriale di Maduro. A denotare una situazione ai limiti della vergogna, e troppopoco considerata dal mondo occidentale, vi sono le recenti immagini pubblicate dall’agenzia Afp, che mostrano gli animali dello zoo di Maracaibo in condizioni misere, magri all’inverosimile. Animali che vivono da tempo senza cibo nè acqua. Un dramma che tocca anche gli animali, oltre alla popolazione locale. Ma non solo: un recente servizio pubblicato da Il Giornale rivela anche la mancanza di ostie in diverse chiese dell’esteso stato sudamericano. In particolare, la cronica carenza di un bene di primaria importanza come la farina di grano tenero ha generato tale problema in varie zone del paese.
Il presidente Maduro dal canto suo, nonostante sia sempre al centro delle contestazioni di popolo e opposizione, sembra non curarsi affatto della grave situazione in cui riversa il suo Paese. Recentemente aveva lanciato l’allarme per un possibile intervento armato di un Paese estero nel territorio venezuelano, puntando il dito contro gli Stati Uniti, a suo dire intenzionati ad invadere il paese nell’intento di rovesciare un regime a loro scomodo. A sottolineare il pericolo di tale imminente invasione, il presidente aveva infatti dichiarato: “Abbiamo informazioni certe. I marines sono a Panama e si stanno sistemando nelle zone strategiche lungo la frontiera venezuelana”. Lo riporta Euronews.
Sul piano interno, negli ultimi giorni sembrava essere venuto apparentemente incontro alle proteste dell’opposizione, rinviando a metà maggio le elezioni presidenziali previste per il 22 aprile, nel tentativo di convincere tale fronte a partecipare alla consultazione.
In realtà, l’unico sfidante presente, il leader del partito “Avanzada Progresista”, Henry Falcon, autocandidatosi a sorpresa, si è già rivelato in passato troppo morbido e accomodante rispetto all’aggressività e al potere mostrato dal dittatore del Venezuela. Nei sondaggi era inoltre risultato di gran lunga indietro nei consensi rispetto agli altri due candidati Leopoldo Lopez ed Henrique Capriles, estromessi con un decreto dalla competizione elettorale. Da diverse parti, l’inaspettata candidatura di Falcon è stata intesa come un tentativo di rendere apparentemente legittima una votazione considerata da molti del tutto scontata, e priva di credibilità.
Un popolo che ha fame, un Presidente che esercita con forza il suo potere. Una polveriera al centro del continente americano. Il Venezuela.
Graziano Dipace