Alla fine, caro Totò, siamo tutti mortali, vedi.
Come diceva il tuo omonimo, la morte è ‘na livella.
Ora tu stai nello stesso posto di Falcone, Borsellino, Mattarella, i dieci e passa parenti di Buscetta che hai fatto ammazzare per vendetta, e le centinaia di morti, non solo mafiosi come Bontate, che hai lasciato sul terreno per conquistare il potere.
Chissà, forse per arrivare al vertice di un’organizzazione criminale bisogna essere criminali, o se si è criminali dentro si finisce per essere comandanti in capo di altri criminali simili.
Ma oggi, se potessi parlare, dopo aver passato in galera o nascosto la quasi totalità della tua esistenza, ti chiederei: ne valeva la pena?
Quell’orgasmo che si prova ad uccidere, fottere, comandare, ha compensato tutto questo?
Aveva senso distruggere la tua vita, quella della tua famiglia e quella di migliaia di persone, per poi morire da solo ed essere per sempre ricordato come un macellaio di paese?
Temo che la risposta non sarebbe quella che io vorrei, per cui riposa in pace, se dio non esiste.
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