Miracolo! Il CSM apre un’inchiesta sul “depistaggio” con il pentito Scarantino e con i magistrati Tinebra, Boccassini, Di Matteo etc. nel processo per l’assassinio di Borsellino.
Di Matteo aveva cercato di “scavalcare” e “prevenire” il CSM andando a piangere sulla spalla di Rosy Bindi all’antimafia parlamentare, chiedendo che si aprisse un’indagine, anziché su ciò che è avanti agli occhi di tutti, su ciò che “deve esserci dietro”.
Al solito.
Meglio tardi che mai. Purché non sia già combinato il “non è successo niente”.
Il CSM invece continua ad ignorare la buffonata delle “cittadinanze onorarie”.
Mauro Mellini