“Chi mente una volta, spesso deve abituarsi alla menzogna; perché ci vogliono sette menzogne per occultarne una”.
E a riprova di come Friedrich Rückert, in La saggezza dei Brahmani, non si fosse sbagliato, alla prima menzogna da parte dei russi per coprire la responsabilità dei ribelli ucraini nell’abbattimento del volo Mh17 della Malaysia Airlines, quando il 17 luglio 2014 precipitò al suolo causando la morte di 298 persone, si aggiungono le ultime perle in occasione della chiusura dell’inchiesta che “ha mostrato che il luogo da cui è stato lanciato il missile era in mano ai ribelli“.
Secondo gli investigatori del Joint Investigation team, che hanno anche fatto ascoltare alcune intercettazioni in russo e mostrato le mostrate immagini del trasporto di veicoli lanciatori, a colpire l’aereo fu un missile Buk portato dalla Russia nei territori dell’Ucraina orientale controllati dai ribelli filorussi.
Immediata la reazione del vice capo del comando operativo dei separatisti dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, Eduard Basurin, il quale ha dichiarato “Non avevamo questo tipo di sistema antiaereo a nostra disposizione, né i sistemi né gli specialisti, per questo non potevamo abbattere il Boeing”.
Una menzogna della quale avevamo scritto appena tre giorni dopo l’abbattimento dell’aereo, citando una fonte insospettabile, quale è la stampa russa, che in data 29 giugno pubblicava di come nei giorni precedenti, in Ucraina orientale, le milizie filo-russe avessero catturato due unità militari prendendo il controllo delle unità militari di difesa aerea (AD), che si trovano sul territorio e dei sistemi missilistici antiaerei semoventi “Buk”.
Quale motivo aveva RIA Novosti, agenzia stampa russa controllata dal governo, di dichiarare l’avvenuta cattura dei due sistemi missilistici il 29 giugno, ovvero più di due settimane prima dell’abbattimento del volo Mh17 della Malaysia Airlines (https://ria.ru/world/20140629/1014048721.html )?
forse perché a quella data l’aereo non era ancora stato abbattuto e quindi la cattura dei due mezzi era un’operazione militare della quale vantarsi?
In attesa delle rimanenti cinque menzogne per raggiungere le sette per occultarne una, come sosteneva Friedrich Rückert, sarebbe auspicabile che il mondo dell’informazione prestasse maggiore attenzione e verificasse le notizie, anche facendo riferimento a fonti che, come in questo caso, trattandosi della stessa stampa russa, non potrebbero essere accusate di essere inattendibili.
In tal caso, forse non sarebbe stato necessario aspettare l’esito dell’inchiesta…
Luisa Pace