Chi scrive non è il sottoscritto, al quale va, al massimo, addebitato il “furto”, o attribuito il merito, per aver “rubato” un post del Presidente Onorario Aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, Romano De Grazia, nonché Presidente del Centro Studio Lazzati, dal nome della legge.
Una legge definita uno strumento che colpirebbe un anello decisivo della catena mafia-politica come l’attività di propaganda elettorale, preservando le istituzioni elettive da infiltrazioni malavitose; presentato al Parlamento come strumento normativo al quale ogni modifica avrebbe tolto qualità; del quale sedici magistrati della Corte di Cassazione, giuristi come Vittorio Grevi e Federico Stella ne avevano sostenuto necessità e urgenza di approvazione; che vieterebbe a chi è indiziato di appartenere ad associazioni di tipo mafioso, ed è sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, di svolgere propaganda elettorale a favore o contro un candidato o una lista, direttamente o indirettamente, pena sei anni di carcere, sia per il sorvegliato speciale che facesse propaganda, sia per il candidato che la sollecitasse, il quale, se eletto, avrebbe dovuto rinunciare. Come riportato nel 2009, in un articolo de “il Fatto Quotidiano”.
Dal 2009 ad oggi di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e tantissima ne era passata prima dell’articolo pubblicato, visto che erano già trascorsi invano sedici anni. Eppure, di questa legge, ritenuta da molti necessaria ed efficace, non se ne fa nulla e neppure se ne parla. Tra i pochi a parlarne ancora, ovviamente, il Presidente Onorario Aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, Romano De Grazia, il quale porge l’ennesimo invito a Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, nota associazione contro le mafie:
CARO SIMPATICO DON LUIGI CIOTTI,
sono Romano De Grazia , presidente del Centro Studio Lazzati. Ho avuto modo di vederLa ieri sera in un programma televisivo ( Lei , e solo Lei è sempre presente in ogni programma ) e per questo fatto io la invidio.
Con aria professorale ha disquisito sulla legalitá. Ieri sera , per la prima volta, ha parlato di sua disponibilità al confronto e Le confesso che mi sono venute le traveggole. Parla di disponibilità chi ha sempre evitato il dibattito sulla Legge Lazzati che introduce il divieto di propaganda elettorale ai sorvegliati speciali, indiziati di appartenenza ad organizzazioni criminali. Il suo atteggiamento di disponibilità è in fatto storico che intendo subito utilizzare.
Apriamo un confronto io e Lei e stabilisca Lei la data l’ora e il sito. Si faccia assistere, se crede, da un suo esperto di diritto ( ad es. il molto qualificato prof. Antonio Viscone vice Presidente della giunta Regionale Calabrese ). Le prometto che questa volta non parlerò di Filippo Lazzara, povero operaio assunto in nero e da lei preso a pedate; né dei milioni di euro dalle sue cooperative percepiti come contributi pubblici; ne dei suoi rapporti societari con Oscar Farinetti, il re della ristorazione indagato da Cantone per gli appalti senza gara.
Niente di tutto questo; parleremo solo della Legge Lazzati. Se anche questa volta elude il mio invito, vuol dire che Lei sull’argomento dice bugie. E, per farsi perdonare dica qualche Messa in più. Fa bene a tutti, anche a Lei .
Con la stima di sempre
Romano De Grazia .