Se a sancirlo non fossero sufficienti le inchieste e gli arresti che stanno mettendo a nudo gli intrecci tra mafie, politica e imprenditoria nella capitale italiana, ad acclararlo definitivamente, quella carrozza antica trainata da cavalli, un elicottero che ha lanciato petali di rosa sul feretro accompagnato dalle note del “Padrino”, per i funerali di Vittorio Casamonica, ai vertici di un clan che ha scritto la storia di Roma nel corso degli ultimi trent’anni, a partire dalla banda della Magliana fino ai giorni nostri con “Mafia Capitale”
All’esterno della chiesa dove si è tenuta la cerimonia funebre, due manifesti. Nel primo il fotomontaggio del Colosseo posto accanto alla Basilica di San Pietro, con l’immagine di Casamonica vestito di bianco con un crocifisso, con la scritta “Re di Roma”. Nel secondo, la scritta “Hai conquistato Roma, ora conquisterai il paradiso”.
Sembrano lontani i tempi in cui l’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, tre anni fa vietava la celebrazione dei funerali religiosi per un uomo ritenuto appartenente ad una cosca mafiosa di Siculiana (Agrigento), la cui salma venne benedetta nella chiesa del Santissimo Crocifisso, senza che si svolgessero i funerali tradizionali.
Si trattava del primo caso, quantomeno nella provincia di Agrigento, considerata ad alta densità mafiosa, in cui la Chiesa vietava la celebrazione dei funerali per un boss di mafia.
Anche a Roma in passato vennero vietati funerali, ma non certo quelli di boss mafiosi. Nel 2006 infatti, il cardinale Ruini negò la possibilità che venissero celebrati in chiesa i funerali di Piergiorgio Welby, che affetto da distrofia muscolare, era deceduto con l’aiuto di un medico. In quella circostanza, l’ultimo saluto a Welby avvenne in forma laica in piazza Don Bosco, proprio di fronte la stessa chiesa le cui porte si sono spalancate ieri per celebrare i funerali del boss, il “Re di Roma”, come recitava la gigantografia posta sulla facciata della chiesa di San Giovanni Bosco, al Tuscolano.
La vicenda assume carattere politico e Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, dichiara che è allarmante il fatto che il funerale di un boss si sia trasformato in una ostentazione di potere mafioso, mentre il ministro dell’Interno Angelino Alfano chiede al prefetto di Roma di relazionare in merito ai fatti accaduti.
C’è da chiedersi come mai le autorità non fossero state informate in tempo utile dei funerali del boss e delle modalità con le quali si sarebbero svolti, sempre che realmente ne fossero all’oscuro.
A portare dalla chiesa verso l’ultima dimora il “Re di Roma”, una Rolls-Royce.
Sicilia terra di mafia? Roma è la Capitale!
Gian J. Morici