L’avv. Mauro Mellini, già deputato e componente del C.S.M. ha rilasciato la seguente dichiarazione in relazione alle notizie di stampa sul processo a Palermo nei confronti dell’ex sindaco Sodano.
“Con viva sorpresa apprendo che nella sua requisitoria contro il sen. Calogero Sodano il P.M., dott. Fici avrebbe affermato che “le prove che Sodano si era reso disponibile a favorire la mafia vengono individuate…negli APPALTI TRUCCATI DEL DEPURATORE DI VILLAGGIO PERUZZO, dell’appalto…etc. etc.”.
Sono stato difensore degli Ingegneri Platamone e Rizzo nel processo a loro carico sia vanti al Tribunale di Agrigento, sia avanti alla Corte d’Appello di Palermo. Quel processo finì poi, dopo la sentenza della Corte di Cassazione, con l’assoluzione di tutti gli imputati per l’insussistenza dei fatti fantasiosamente denunziati da Giuseppe Arnone che con estremo accanimento si batté contro la costruzione di quel depuratore.
Nessuna traccia di appalti truccati fu trovata e, caso unico più che raro, la costruzione del depuratore fu ultimata con una spesa inferiore a quella preventivata con lo stanziamento dell’allora “Cassa per il Mezzogiorno”.
Interferenze mafiose non se ne trovarono né furono chiaramente prospettate se non nelle fantasie dell’Arnone. Né vi furono comportamenti di chicchessia che le lasciassero ipotizzare, se non forse nelle stravaganze, costate somme enormi per inutili “pennelli a mare” vietati per legge e presto distrutti dalle mareggiate, per “sostituire” il depuratore demonizzato da quel singolare “ecologista” ed imporre una scandalosa inutilizzazione di quell’opera pubblica che, destinata all’interramento ed alla rovina, rimane come monumento agli sprechi sfacciati, imposti da un falso ecologismo e da una giustizia lenta a realizzarsi e troppo facilmente strumentalizzabile per operazioni poco chiare.
Mi auguro che il dott. Fici voglia documentarsi e chiedere scusa a quanti furono ingiustamente e fantasiosamente accusati e da lui offesi per aver operato con inconsueta onestà.