Il bomb jammer, per chi non lo sapesse (io non lo sapevo ed ho dovuto andarne a cercare la spiegazione) è un “coso” che impedisce che siano ricevuti impulsi radio per far scoppiare le bombe (così press’a poco).
Gli Antimafia associati palermitani avevano fatto l’ira di Dio perché la macchina blindata di Di Matteo non era stata munita di questo marchingegno per sventare i progetti stragisti di quelli del bidone (che si sapeva essere arrivato a Palermo pieno di esplosivo, ma che, pare, è stato trovato, ma vuoto.
Questo “coso” è un ottimo mezzo per sventare attentati (specie se non si sa in giro che il presumibile bersaglio ne è munito). Però pare che possa fermare anche il funzionamento di altre macchine elettriche, comprese quelle per trattamenti medico-chirurgici esistenti nei paraggi (con quel che segue per i rischi per i pazienti…).
Ora pare che questo marchingegno sia stato “concesso” a Di Matteo. Così gli attentatori dovranno trovare un altro sistema per far esplodere la dinamite del bidone (quello che, senza dentro la dinamite si è trovato).
Sull’argomento numerose interrogazioni sono state presentate al Senato, alle quali ha risposto il vice ministro dell’Interno Bubbico.
Un primo risultato di rilievo questi “ultras” del tifo a Di Matteo l’hanno ottenuto.
Se tutta la storia dell’attentato a Di Matteo non si riduce al bidone (quello che avrebbe dovuto contenere l’esplosivo appositamente arrivato a Palermo, trovato dalla Polizia, ma vuoto) allora gli attentatori sono stati messi sull’avviso di non usare dispositivi a radiocomando per provocare l’esplosione.
Ma il carattere pubblicitario delle sollecitudini anche di Parlamentari per Di Matteo ha toccato l’evidenza del grottesco nella replica di uno degli interroganti, il sen. Santangelo (Cinquestellista) il quale si è dichiarato insoddisfatto della risposta, con la quale Bubbico aveva annunziato l’impianto sulla macchina di Di Matteo del “bomb jammer”, “non essendo ancora note le modalità applicative del dispositivo”. Insomma il bravo senatore vuole che eventuali attentatori, se ci sono, siano informati proprio di tutto, per prendere i conseguenti provvedimenti.
Delle due l’una: Santangelo è assolutamente certo che nessuno si sogna di fare saltare in aria Di Matteo, o è deciso a “dare una mano” agli attentatori informandoli anche dei particolari dei dispositivi di sicurezza.
Poiché mi corre l’obbligo di escludere la seconda ipotesi, credo che non potrò fare a meno della prima.
O sbaglio?
Mauro Mellini – www.giustiziagiusta.info