“Ebbene – si legge nella nota stampa – , adesso la sesta sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Antonio Stefano Agrò, ha sconfessato il teorema accusatorio e ha annullato la sentenza di condanna. Il difensore di Salvatore Petrotto, l’avvocato Ignazio Valenza, avrebbe dimostrato che, in verità, è stato l’ex amministratore delegato di Girgenti Acque, Giuseppe Giuffrida, a tentare di corrompere Petrotto, tra il 2008 ed il 2010.
Lo stesso Salvatore Petrotto commenta : “Giuffrida mi ha teso una trappola per incastrarmi, pensando così di sbarazzarsi di uno come me che aveva instaurato con Girgenti Acque un contenzioso, per difendere gli interessi del Consorzio pubblico Tre Sorgenti di Canicattì, di cui è parte anche Racalmuto. Tale contenzioso ha infatti comportato, per Girgenti Acque, una condanna da parte del Tribunale Civile di Agrigento, al pagamento di oltre 9 milioni di euro. E sono somme dovute al Tre Sorgenti per l’erogazione di una quota dell’acqua che la società, allora amministrata da Giuffrida, distribuiva e continua a distribuire nell’agrigentino. La scomposta reazione di Giuffrida è stata quella di denunciarmi alla Questura di Agrigento”.
“E l’annullamento in Cassazione dell’ unica condanna penale a carico di Petrotto – prosegue la nota – coincide con l’audizione dell’ ex sindaco di Racalmuto a Roma innanzi alla Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, e in riferimento anche alla gestione del servizio idrico.”